Riforma pensioni, rimandata a settembre (forse): Cazzola “bisogna fare come la Francia”

La Riforma pensioni non potrà avvenire prima del 2024. A specificarlo è il DEF, il Documento di economia e finanza.

A darne la certezza, però, è il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone: «Confido che subito dopo l’estate ci sia la possibilità di aprire a un approccio della riforma» avrebbe dichiarato in una recente intervista.

Giuliano Cazzola Riforma pensioni
Giuliano Cazzola (Foto Ansa)

Rimandata più volte, ormai i lavoratori hanno capito che anche per il governo Meloni la riforma delle pensioni non è una priorità. La delusione dei lavoratori, compresi quelli del settore scuola, è molto grande. In moti pensano che i “cugini” francesi siano stati più coraggiosi per essere scesi in piazza e manifestare il proprio disappunto. Però, il professor Cazzola afferma: «Chi dice ”bisogna fare come in Francia” è un irresponsabile. La sua sarebbe una istigazione a delinquere, con quel che ne consegue».

Facciamo il punto sulla situazione Riforma pensioni prendendo spunto anche dall’intervista che il professor Giuliano Cazzola ha rilasciato ai microfoni di pensionipertutti.it.

Riforma pensioni rimandata: il punto della situazione

Era chiaro che ci fossero problemi sul fronte Riforma delle pensioni considerando che il dialogo tra governo e sindacati era ormai sospeso da due mesi. A ribadirlo è anche Luigi Sbarra, segretario generale CISL ai microfoni di Agenzia Vista che è pronto a riprendere il dialogo con il governo.

Invece, sul fronte scuola interviene Marcello Pacifico, presidente di ANIEF (Associazione nazionale insegnanti e formatori). Intervistato da orizzontiscuola.it ha dichiarato che per il personale scolastico la riforma deve prevedere una specifica finestra di pensionamento a 63 anni di età senza penalizzazioni.

Per il professor Giuliano Cazzola, intervistato da pensionipertutti.it, il governo, prima di pensare alla riforma, dovrebbe mettere in ordine le varie misure inserite nell’attuale legge di Bilancio. Questo perché si è creata una grande confusione in materia di pensione anticipata. Tra le misure da riordinare ci sarebbero:

  • Quota 103 che è prevista per 49mila lavoratori e che permetterà di poter uscire in anticipo di soli pochi mesi dal mondo del lavoro;
  • Opzione Donna che dovrebbe essere usufruita solamente da 2.900 lavoratrici a causa dei requisiti molti ristretti e con uno spreco di soldi molto alto.

Tra l’altro per Cazzola, la cosa migliore sarebbe ritornare alla riforma Fornero fino al 2026, anno in cui cadranno tutte le deroghe. La paura dello “scalone” non dovrebbe esistere anche perché sono molte le possibilità di anticipare comunque la pensione.

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