Invalidità civile: spetta anche con queste gravi e diffuse patologie cardiache, ma non tutti lo sanno

L’invalidità civile è riconosciuta anche ai pazienti affetti da problemi cardiaci. A seconda della percentuale ottenuta, si ha diritto a determinate agevolazioni.

La richiesta per l’ottenimento dell’invalidità civile può essere inoltrata anche per le malattie cardiache.

invalidità civile
InformazioneOggi.it

Non tutte le patologie, però, sono riconosciute ai fini di tale scopo. Per capire se si possiedono i requisiti per presentare la domanda, è opportuno consultare le linee guida dell’INPS per gli stati invalidanti. In questo modo, si può anche scoprire la percentuale minima e massima spettante, in base alla quale vengono concessi i benefici e le prestazioni economiche.

Vediamo, dunque, in quali ipotesi è concessa  l’invalidità e quali agevolazioni si possono ottenere.

Consulta anche il seguente articolo: “Indennità di accompagnamento: con quali malattie si ottiene? Non tutti lo sanno“.

Invalidità civile per patologie cardiache: la lista dei beneficiari

Le malattie cardiache che sono valide per il riconoscimento dell’invalidità civile sono le seguenti:

  • cardiopatia ipertensiva e cardiopatie restrittive;
  • stenosi coronariche e valvulopatia: insufficienza mitralica, stenosi aortica, insufficienza tricuspidale, stenosi polmonare;
  • sostituzione valvolare con protesi: cardiopatie congenite, difetto interatriale (DIA), difetto Interventricolare (DIV), pervietà del dotto arterioso;
  • trapianto cardiaco;
  • pericarditi;
  • ipertensione arteriosa: aneurisma dell’aorta;
  • arteriopatie ostruttive periferiche;
  • flebopatie.

Ovviamente, è la Commissione Medica dell’ASL che deve accertare l’invalidità ed assegnare la relativa percentuale.

I malati, inoltre, vengono suddivisi in 4 classi funzionali, sulla base dell’elenco NYHA (New York Heart Association) dello scompenso cardiaco (o insufficienza cardiaca). Le categorie sono differenziate in base alle attività che il paziente riesce a svolgere, in particolare:

  • Classe 1: pazienti con problemi cardiaci, ma senza limitazione dell’attività fisica. In tal caso, è attribuita una percentuale di invalidità tra il 21% e il 30%;
  • Classe 2: malati con patologie cardiache che provocano una leggera limitazione dell’attività fisica. Il grado di invalidità è compreso tra il 41% e il 50%;
  • Classe 3: pazienti con malattie cardiache che comportano una marcata limitazione dell’attività fisica. Ad essi è attribuita una percentuale di invalidità compresa tra il 71% e l’80%;
  • Classe 4: malati cardiaci con incapacità di svolgere qualsiasi attività fisica senza disagio, con un grado di invalidità del 100%.

Potrebbe interessarti anche: “5 comportamenti che aumentano il rischio di malattie del cuore, l’ultima è da non credere“.

Tutti i benefici fruibili

I soggetti affetti da problemi cardiaci hanno diritto ad una serie di agevolazioni fiscali e, con una percentuale di invalidità superiore al 74%, anche a dei benefici economici.

Se si è malati, infatti, si ha anche una ridotta capacità lavorativa. Per tale ragione, si possono ottenere una serie di vantaggi. Nello specifico, con un’invalidità di almeno il 46%, ci si può iscrivere negli elenchi provinciali per il collocamento mirato, mentre, con un’invalidità del 51%, si può richiedere il congedo per le cure, per un massimo di 30 giorni all’anno.

L’invalidità del 60%, invece, consente la collocazione definitiva e col 67%, la concessione di protesi gratuite e l’esenzione dal pagamento del ticket sanitario.

I pazienti con un’invalidità di almeno il 74% hanno diritto ad un assegno mensile (con un reddito non superiore a 5.391,88 euro). Infine, con il 100% di invalidità si ottiene la pensione di invalidità, se si possiede un reddito non maggiore di 17.920 euro. Nel caso in cui l’invalido totale non riesca a deambulare o a compiere i normali atti quotidiani in autonomia, può presentare domanda per l’accompagnamento.

Qualora la cardiopatia non permetta il normale svolgimento dell’attività lavorativa, il paziente può ottenere un cambio di mansione; se, invece, la malattia è sorta proprio a causa della mansione precedente, si può provare l’esistenza del danno e il conseguente nesso con l’attività svolta.

Se il cardiologo acconsente, può compilare una documentazione per l’esonero dall’uso della cintura di sicurezza in auto.

Lascia un commento


Impostazioni privacy