Indennità di accompagnamento: con quali malattie si ottiene? Non tutti lo sanno

Sono numerose le malattie che consentono l’erogazione dell’indennità di accompagnamento. Molte di esse, tuttavia, non sono molto conosciute.

L’indennità di accompagnamento è una prestazione economica che lo Stato eroga agli individui affetti da gravi patologie e che necessitano di un’assistenza costante.

indennità di accompagnamento
Foto Canva

Non è sufficiente possedere, però, la sola qualifica di invalido al 100%, per avere diritto all’indennità di accompagnamento. È necessario, infatti, il possesso di uno dei seguenti requisiti:

  • incapacità di deambulare autonomamente, senza accompagnatore;
  • necessità di assistenza continua per il compimento delle attività della vita quotidiana.

Il sussidio economico consiste nel versamento di una somma che ha natura assistenziale e che, dunque, non dipende dal reddito posseduto e non può essere pignorata.

Poiché il presupposto fondamentale per l’erogazione del beneficio è l’invalidità civile, analizziamo nel dettaglio la disciplina normativa e vediamo quali sono le malattie più diffuse che la concedono.

Per ulteriori approfondimenti, leggi il seguente articolo: “Ottenere l’invalidità civile e la legge 104 non è mai stato così semplice: tre passaggi e il gioco è fatto“.

Indennità di accompagnamento: la necessità dell’invalidità civile

L’indennità di accompagnamento è collegata all’invalidità civile. Quest’ultima, in base alla normativa vigente, consiste nella difficoltà di svolgere i normali atti della vita quotidiana, a causa di una menomazione fisica, psichica o intellettiva.

Sono invalidi, dunque, coloro che sono in età da lavoro (cioè hanno tra i 18 ed i 67 anni di età) e soffrono per patologie che ostacolano la normale capacità lavorativa. Rientrano in tale categoria anche i ciechi (totali o parziali) ed i sordomuti.

Per queste ultime categorie di beneficiari, consulta il seguente articolo: “Invalidità civile: non a tutti è noto quali benefici spettano a ciechi e sordi civili“.

L’invalidità civile, inoltre, è assegnata in percentuale, decisa da una Commissione medico- legale dell’Asl, integrata con un medico dell’INPS. La Commissione, al termine di una visita, se ritiene la patologia effettivamente impattante sulla vita quotidiana e lavorativa, attribuisce all’interessato una determinata percentuale di invalidità.

Ovviamente, maggiore è la percentuale, maggiori sono le agevolazioni previste. Ad esempio, se si possiede una percentuale del 100%, si ha diritto alla pensione di inabilità. Anche nell’ipotesi di invalidità parziale, la legge prevede delle specifiche agevolazioni, come la fornitura gratuita di protesi, presidi e ausili, l’esenzione (parziale o totale) del pagamento del ticket sanitario o la priorità nelle graduatorie per l’assegnazione delle case popolari.

L’assegno di invalidità, invece, viene erogato solo a coloro che hanno una percentuale di invalidità compresa tra il 74% e il 99%. Per tale sussidio, inoltre, sono richiesti dei requisiti reddituali; bisogna trovarsi, infatti, in una situazione di bisogno economico (a differenza dell’indennità di accompagnamento).

Indennità di accompagnamento: con quali malattie si ottiene?

Il sussidio è pari a 525,17 euro al mese e spetta ai soggetti invalidi al 100%, che necessitano di assistenza continua. Quali sono, dunque, le patologie più diffuse, che danno diritto all’erogazione dell’indennità di accompagnamento? Innanzitutto, le seguenti malattie dell’apparato cardiocircolatorio:

  • aritmie molto gravi;
  • coronaropatia gravissima o scompenso cardiaco cronico terminale;
  • miocardiopatie;
  • valvulopatie severe;
  • difetto interatriale inoperabile;
  • difetto interventricolare di stadio V;
  • pervietà del dotto arterioso di stadio V;
  • pericardite cronica;
  • cardiopatia ipertensiva scompensata;
  • trapianto di cuore e polmoni complicato;
  • arteriopatia ostruttiva cronica.

Tra le patologie dell’apparato respiratorio, invece, rientrano:

  • broncopneumopatie cronicaasmatiche severe, ostruttive e restrittive;
  • interstiziopatie gravi;
  • trapianto di polmone complicato.

Anche le malattie dell’apparato digerente consentono l’erogazione dell’indennità di accompagnamento. In particolare:

  • stenosi esofagea con ostruzione serrata;
  • cirrosi epatica;
  • trapianto di fegato o intestino complicato;
  • patologie infiammatorie croniche intestinali.

Patologie urinarie, endocrine e articolari

L’indennità di accompagnamento spetta con le seguenti malattie dell’apparato urinario ed endocrino:

  • i.r. terminale in emodialisi trisettimanale;
  • trapianto renale con complicazioni;
  • diabete mellito con difficoltà moderate;
  • sindrome di Cushing grave;
  • insufficienza corticosurrenale con ricoveri costanti.

La disciplina, poi, prevede tali patologie dell’apparato osteoarticolare e locomotore:

  • agenesia totale bilaterale degli arti superiori;
  • amputazione o perdita delle mani non protesizzabile;
  • amputazione di entrambe le cosce o gambe, non protesizzabile.

Problemi neurologici e psichici

Le malattie neurologiche con le quali si ottiene il beneficio sono:

  • sclerosi multipla;
  • demenza vascolare;
  • morbo di Alzheimer;
  • epilessia con crisi ricorrenti;
  • morbo di Parkinson;
  • emiplegia;
  • paraplegia;
  • tetraparesi con deficit di entità media o grave;
  • atassia cerebellare con disabilità grave o totale;
  • mielomeningocele;
  • distrofia di Duchenne.

Tra le malattie dell’apparato psichico, invece, rientrano:

  • disturbo amnesico continuo;
  • schizofrenia;
  • disturbo schizoaffettivo;
  • depressione ricorrente;
  • disturbo bipolare;
  • anoressia nervosa;
  • ritardo mentale grave.

Indennità di accompagnamento: quali sono le malattie più comuni?

Le patologie appena elencate sono quelle più frequenti, previste dalle Tabelle ministeriali che autorizzano il versamento dell’indennità. È opportuno specificare, però, che l’ultima parola spetta sempre alla Commissione medica, che gode di un certo margine di discrezionalità.

In ogni caso, le malattie più diffuse, con le quali vi è il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento, sono le seguenti:

  • malattie mentali, soprattutto schizofrenia e disturbo bipolare;
  • disturbi del neurosviluppo, ad esempio, l’autismo;
  • malattie congenite come la sindrome di Down;
  • morbo di Parkinson e Alzheimer;
  • sclerosi multipla;
  • diabete mellito;
  • malattie oncologiche;
  • cecità assoluta (con un campo visivo residuale inferiore al 3%);
  • fibrosi cistica;
  • problemi cardiovascolari, come aritmie e cardiopatie;
  • amputazioni o asportazione di organi;
  • problemi renali e emodialisi;
  • ischemie;
  • Hiv;
  • artrosi e artrite reumatoide;
  • paraplegia o tetraplegia.

Lascia un commento


Impostazioni privacy