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Pensione di reversibilità, come cambiano gli importi nel 2023

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Scopriamo come la perequazione incide sull’importo della pensione di reversibilità quantificando l’aumento per il 2023.

La pensione di reversibilità è un trattamento pensionistico è in quanto tale oggetto della rivalutazione effettuata ad inizio di ogni anno.

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In caso di decesso di un pensionato o assicurato INPS, i familiari superstiti hanno diritto alla pensione di reversibilità ad alcune condizioni. Il deceduto dovrà aver maturato almeno quindici anni di anzianità assicurativa contributiva o cinque anni di cui tre versati nel quinquennio precedente alla morte. Possono richiedere e ottenere la pensione per superstiti il coniuge o la persona unita civilmente, il coniuge separato o divorziato beneficiario dell’assegno divorzile, i figli minorenni, i figli inabili al lavoro, i figli maggiorenni studenti. Per quanto riguarda l’importo erogato risulta pari ad una quota percentuale della pensione già liquidata o che sarebbe spettata all’assicurato. Le aliquote di reversibilità variano in base al grado di parentela. Al coniuge solo, ad esempio, spetterà il 60% del trattamento. Se con due figli il 100%, a due genitori il 30%. Le cifre erogate possono essere cumulate con il reddito dei superstiti a condizione che non si superino determinati limiti. Ora la domanda che un lettore ci pone è “Ci sono aumenti sull’assegno della pensione di reversibilità?”.

Pensione di reversibilità, chiarimenti sull’importo erogato

La pensione di reversibilità viene erogata se sommando l’importo del trattamento più gli altri redditi del superstite si rispettano determinati limiti. Sapere di quanto aumenterà la pensione nel 2023, dunque, è fondamentale per capire se si rientra nelle soglie limite o se l’importo percepito diminuirà. In base al totale dei redditi e trattamenti, infatti, sono previsti tagli delle somme spettanti. La decurtazione dell’assegno va da un minimo del 25% da 21.985,86 euro a 29.314,48 euro fino ad un massimo del 50% per redditi oltre 36.643,10 euro. Per redditi compresi tra 29.314,49 e 36.643,09 euro, invece, il taglio sarà del 40%. Fino a 21.985,85 euro non sono previste riduzioni.

Il taglio non si applica, poi, qualora il trattamento spetti ai figli – anche congiuntamente con il coniuge – minori di 18 anni, ai figli inabili e studenti. In più, i superstiti hanno diritto anche ai ratei della tredicesima.

Una recente sentenza ha aggiunto che non si devono applicare le riduzioni dell’assegno se comportano un ammontare della pensione più basso della decurtazione stessa. Sempre secondo la normativa, l’importo del trattamento può essere ricalcolato più volte dato che dipende dal reddito dei superstiti. Inoltre c’è la perequazione di cui tenere conto, ossia il meccanismo che rivaluta le pensioni in base al costo della vita rilevato dall’ISTAT.

Aumenti nel 2023, facciamo due conti

Ogni prestazione INPS viene ricalcolata ad inizio anno in base all’inflazione rilevata. Nel 2023 la percentuale di perequazione è stata fissata al 7,3% anche se l’ultima rilevazione rivela una percentuale maggiore (il conguaglio verrà applicato a novembre 2023). L’indice di perequazione è totale per le pensioni sotto le quattro volte il trattamento minimo mentre si riduce salendo di importo. Il Governo Meloni, poi, ha pensato di aiutare chi percepisce assegni bassi consentendo una rivalutazione dell’8,8% (7,3% + 1,5% aggiuntivo).

Quantificando questo indice si potrà sapere l’aumento con riferimento alla propria pensione. Occorrerà inizialmente sommare il trattamento previdenziale percepito dal superstite (o i redditi percepiti) con la pensione di reversibilità e sul risultato applicare la percentuale dell’8,8%. Per esempio, se una vedova artigiana percepisce 480 euro in totale, nel 2023 percepirà 522,24 euro. Ricordiamo che il trattamento minimo nell’anno in corso è fissato a 563,73 euro.

Se, invece, la somma tra reversibilità e reddito arriva a 1.000 euro, la percentuale di aumento da applicare sarà del 7,3%. Si otterranno, così, 1.073 euro. Come già detto la perequazione si riduce superando quattro volte il trattamento minimo con nuovi scaglioni previsti nel 2023.

Scaglioni della rivalutazione nel 2023

Il 100% della rivalutazione spetta fino a 2.101,52 euro (7,3%). Con importi compresi tra 2.101,53 e 2.626,90 euro (tra quattro e cinque volte il trattamento minimo) la perequazione sarà dell’85% ossia del 6,21%. Superando di cinque volte il trattamento minimo – fino a 3.152,28 euro – la rivalutazione sarà del 53% (3,87%) mentre fino a 4.203,04 euro sarà del 47% (3,43%).

Infine, superando di otto volte il trattamento minimo – fino a 5.253,80 euro – oppure di dieci volte – oltre 5.253,80 euro – la perequazione sarà rispettivamente del 37 e 32% (2,70 e 2,34%).

Conoscendo le percentuali si potrà calcolare l’aumento sulla pensione di reversibilità nel 2023 ricordando di sommare tale trattamento agli altri redditi.

Informazioni sulla domanda di pensione di reversibilità

Le domande si pensione di reversibilità possono essere inoltrate per via telematica accedendo al portale dell’INPS tramite credenziali digitali oppure chiamando il Contact Center al numero 06 164 164 (da mobile, a pagamento) oppure 803,164 (da fisso, gratuito) o, in alternativa, avvalendosi dell’aiuto di CAF e patronati. 

La presentazione può avvenire in qualsiasi momento in seguito alla morte del pensionato o assicurato INPS. Trascorsi dieci anni dal decesso i ratei della pensione cadono in prescrizione (articolo 2946 del Codice Civile). I tempi si riducono a cinque anni per il trattamento pensionistico privilegiato relativo alla Gestione pubblica.

Aliquote di reversibilità in base al grado di parentela

Per concludere la panoramica sulla pensione di reversibilità è bene precisare quali sono le aliquote di reversibilità in base al grado di parentela. Abbiamo presentato, infatti, i casi più classici in precedenza – coniuge, coniuge con due figli e due genitori – ma ci sono altre possibilità:

  • coniuge con un figlio 80%,
  • un figlio 70%,
  • due figli 80%,
  • tre o più figli 100%,
  • un genitore 15%,
  • un fratello o sorella 15%,
  • due fratelli o sorelle 30%,
  • tre fratelli o sorelle 45%,
  • quattro fratelli o sorelle 60%,
  • cinque fratelli o sorelle 75%,
  • sei fratelli o sorelle 90%,
  • sette fratelli o sorelle 100%.

Per ogni altro familiare diverso viene applicata una maggiorazione del 15%.

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