Pillole di iodio: sono davvero in grado di proteggere dagli attacchi nucleari? La verità nascosta

Negli ultimi giorni si è scatenata la corsa all’acquisto delle pillole di iodio, in vista di un eventuale attacco nucleare. Ma a cosa servono davvero?

Le pillole di iodio avrebbero degli effetti benefici contro le radiazioni e sarebbero in grado, dunque, di diminuire i pericoli derivanti dall’esposizione ad agenti radioattivi.

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Nelle ultime settimane è cresciuto il timore di un possibile attacco nucleare da parte della Russia. Per tale motivo, in molti Paesi Europei le farmacie sono state letteralmente prese d’assalto per acquistare scorte di pillole di iodio. Qual è, invece, la situazione in Italia? Analizziamo la vicenda e scopriamo il parere degli esperti del settore farmaceutico.

Per maggiori informazioni, consulta il seguente articolo: “Pillole allo iodio, è boom di acquisti ma gli esperti avvertono: sono pericolose“.

Pillole di iodio: cresce il timore per la guerra nucleare

Roberto Tobia, Segretario nazionale di Federfarma, è intervenuto sulla questione, che rischia di avere un’eco preoccupante. “Nelle farmacie italiane non c’è nessuna corsa all’acquisto delle pillole a base di ioduro di potassio, usate per contrastare gli effetti dell’inalazione di iodio radioattivo o una contaminazione. Assumerle ora da parte gli italiani non ha nessun senso”. Le parole di Roberto Tobia dovrebbero rassicurare tutti coloro che sono preoccupati per l’esito della guerra russo- ucraina.

In realtà, una situazione analoga si era già verificata a marzo, in seguito ai bombardamenti da parte dell’esercito russo alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Nei giorni successivi all’attacco, infatti, in molti Paesi d’Europa dilagò il timore per le possibili conseguenze sulla salute dei cittadini. In Belgio, in particolare, gli abitanti cominciarono ad assalire le farmacie per fare scorta di pillole capaci di ridurre i danni causati dall’esposizione alle radiazioni.

Ma questi medicinali sono davvero indispensabili ed efficaci? Ci sono degli studi scientifici attendibili al riguardo? Nell’ipotesi in cui dovesse realmente verificarsi un attacco nucleare, assumere pillole di iodio servirebbe a stare meglio?

Consulta anche il seguente articolo: “Quanti bunker abbiamo in Italia? Come prepararsi a un eventuale attacco nucleare“.

Il parere della scienza

Roberto Tobia sottolinea che “In Italia abbiamo le scorte di queste pillole e c’è un piano di distribuzione straordinario in caso di vero allarme nucleare anche nelle farmacie, come avviene in altri Paesi dove ci sono centrali attive. Speriamo di non doverlo mai mettere in atto”. L’assunzione di queste compresse, dunque, deve avvenire solo dietro specifica prescrizione medica. Se non c’è una concreta necessità, potrebbero esserci dei preoccupanti effetti collaterali per la tiroide.

Anche Silvio Garattini, fondatore e Presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, è intervenuto sulla questione, chiarendo che “le pillole allo iodio, come ormai diciamo da tempo, non servono a nulla contro le radiazioni nucleari connesse al rischio di una guerra con lancio di bomba atomica”.

L’acquisto di tali sostanze, dunque, è totalmente insensato, anche perché in commercio non ci sarebbero delle medicine in grado di prevenire le conseguenze delle radiazioni. Garattini, inoltre, conclude dicendo che “l’unica soluzione è evitare una catastrofe nucleare da cui non può proteggerci nulla. Possiamo solo insistere perché la politica e le organizzazioni internazionali trovino i mezzi per fermare l’escalation. E anche le persone devono farsi sentire”.

(Le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)

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