La TARI non pagata comporta un rischio incredibile e preoccupante, attenti al conto corrente

La TARI è la tassa sui rifiuti, imposta obbligatoria per tutti i proprietari che hanno un immobile o un terreno.

Deve essere pagata perfino sulla seconda casa anche se non si abita solo per 15 giorni. Comunque, sulla TARI numerosi sono gli sconti e le agevolazioni verso questa categoria di lavoratori e pensionati.

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Il presupposto è “chi inquina paga” e serve a finanziare la raccolta e il trasporto dei rifiuti, il loro recupero e smaltimento. Ma anche lo spazzamento e la pulizia delle strade. Però essendo una tassa comunica ogni Comune può deliberare le proprie tariffe che per questo variano da Comune a Comune.

TARI non pagata: cosa rischia il contribuente? La risposta è incredibile

A differenza dell’IMU che prevede una esenzione della tassa sulla prima casa, la TARI deve essere pagata sempre. Anche per l’immobile disabitato o utilizzato per pochi giorni è necessario il versamento della tassa perché è l’immobile stessa che produce rifiuti. Per non versare la tassa, infatti, l’immobile non deve solo essere disabitato e senza arredi, ma non devono esserci neanche gli allacci delle utenze luce, gas e acqua.

Un contribuente che non paga la TARI commette un’evasione fiscale che sarà però punita con in pagamento di una sanzione pari al 30% dell’importo non versato.

Oltre la sanzione, però, il Comune potrebbe anche rifarsi con il pignoramento, l’ipoteca o il fermo auto.

Procedura per chi non paga la tassa

La procedura è abbastanza semplice. Il Comune prima diffida il contribuente inviandogli un avviso di pagamento. Poi avvia le pratiche per la riscossione tramite dell’Agenzia delle Entrate Riscossione esattoriale.

Nello specifico, il Comune entro 5 anni in cui il contribuente ha evaso il pagamento crea un documento, il ruolo. Questo sarà dichiarato esecutivo e trasmesso al soggetto che si occupa della riscossione. L’agente per la riscossione invia al contribuente una cartella di pagamento nella quale saranno indicati gli importi dovuti e altre informazioni.

A questo punto, il contribuente può chiedere una rateazione di pagamento in 72 rate, con importo non inferiore a 100 euro per ogni rata. Entro 60 giorni però può anche impugnarla se dovessero esserci degli errori nella cartella stessa.

Trascorso tale periodo, l’agente per la riscossione procede al recupero degli importi dovuti attraverso l’ipoteca e il fermo dell’auto (azioni cautelari) oppure pignoramento (azioni esecutive).

Ipoteca sulla casa, fermo auto e pignoramento del conto

Insomma, per una TARI non pagata il Comune è legittimato a mettere un’ipoteca sulla casa anche se è la prima casa. In questo caso però il debito non pagato deve essere superiore a 20mila euro. Si può evitare chiedendo la possibilità di pagare a rate il debito.

Anche per il fermo auto lo si potrebbe chiedendo una rateazione del pagamento che può essere ottenuta anche se il fermo del veicolo è già stato eseguito. In questo caso, però, deve essere pagata la prima rata per ottenere lo sbocco dell’auto. Solo dopo il pagamento di tutte le rate e quindi dell’estinzione del debito, il fermo verrà cancellato.

Infine, anche il pignoramento del conto corrente, bancario o postale, è una misura che il Comune può prendere qualora un contribuente non paghi la TARI.

Come avviene il pignoramento? Il contribuente debitore riceverà una comunicazione in cui si avvisa che entro 60 giorni, se il debito non verrà saldato, si procederà al prelievo dal conto dell’importo dovuto. Il tutto in automatico, senza bisogno dell’autorizzazione del giudice.

Qualora sul conto non ci sia la cifra per coprire il debito, potrà prendere quanto è possibile. L’esattore, in seguito, emetterà una nota di credito a residuo.

Prescrizione TARI

Si ricorda inoltre, che la TARI al pari delle altre imposte comunali va in prescrizione dopo 5 anni. Questi devono essere calcolati a partire al 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui è dovuto il versamento a debito.

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