In arrivo la sanatoria autovelox che bloccherà ricorsi e multe, tutte le novità

In arrivo la sanatoria autovelox che bloccherà i ricorsi, vediamo di cosa si tratta e chi favorisce. 

Nella bozza del nuovo decreto Infrastrutture, novità per quanto riguarda la rilevazione elettronica della velocità. La sanatoria autovelox infatti non consentirà di usare la mancata omologa come causa di ricorso.

sanatoria autovelox
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 Una sanatoria autovelox è una notizia che potrebbe rendere felici gli automobilisti, e di fatto in questi giorni se ne parla ma non con diretto riferimento ai patentati, bensì alla PA. Detta sanatoria autovelox è mirata infatti ad avvantaggiare quest’ultima e non l’automobilista, che ha oltrepassato i limiti di velocità e ha ricevuto la notifica di una multa stradale presso la propria abitazione.

In buona sostanza, la sanatoria autovelox non consentirà l’impugnazione della multa per mancata omologa. I dettagli che al momento emergono dalla bozza del prossimo decreto Infrastrutture.

Sanatoria autovelox, PA e Corte Costituzionale: il contesto di riferimento

Parlare delle recenti notizie in tema di sanatoria autovelox, impone di considerare che nel 2015 – con una sentenza molto rilevante – la Consulta ha dichiarato illegittimo il Codice della Strada, nella parte in cui non dispone l’obbligo di taratura, almeno una volta ogni anno, di tutti gli apparecchi di rilevamento elettronico della velocità. Ci riferiamo ovviamente a dire tutor, telelaser e autovelox.

Il ragionamento della Corte Costituzionale, a fondamento della dichiarazione di illegittimità, considera che non è verosimile che un autovelox, esposto alle variazioni climatiche e frequentemente spostato dalle forze dell’ordine da un luogo ad un altro, possa essere sempre perfettamente tarato. Ecco perché si impone il cd. controllo di funzionalità periodico, altresì detto taratura.

Ne consegue che:

  • tutti gli autovelox che non sono tarati almeno una volta all’anno, portano all’emissione di multe illegittime contro cui l’automobilista può fare ricorso;
  • è nullo anche il verbale che, al suo interno, non riporta la data dell’ultima taratura, in maniera da dare al multato la possibilità di capire se l’apparecchio era in regola con la legge ed eventualmente fare ricorso contro il provvedimento che dispone la multa (illegittima).

La rilevanza dell’omologazione nei ricorsi degli automobilisti

Non solo. La prassi dei ricorsi di coloro che sostengono di essere stati multati ingiustamente, ci ricorda anche dell’importanza dell’omologazione, ossia un’operazione diversa dalla taratura, che analogamente a quest’ultima costituisce un obbligo per la PA.

In particolare, l’omologazione consiste in un’attività:

  • di controllo del corretto funzionamento dell’apparecchio che va compiuta una tantum, e anteriormente all’utilizzo dello strumento;
  • mirata a verificare se l’autovelox è davvero conforme a tutti gli standard ministeriali e se funziona in modo corretto;
  • che non va ripetuta periodicamente, a differenza della taratura.

Anche l’omologazione ha costituito un argomento su cui costruire i ricorsi contro la multa autovelox. Pensiamo ad esempio ai non pochi casi in cui l’omologazione è stata rilasciata a una società differente da quella in concreto utilizzante l’autovelox. Insomma, la prassi in tema di ricorsi contro le sanzioni ci indica una pluralità di possibili situazioni pratiche, ed ora la sopra accennata sanatoria autovelox – con tutta probabilità – cambierà le carte in tavola.

Sanatoria autovelox: chi se avvantaggia in concreto?

Lo abbiamo accennato: i ricorsi degli automobilisti che segnalano casi di autovelox non sottoposti a omologazione e taratura, non sono affatto pochi. E ciò certamente sta contribuendo ad intasare i tribunali, gravando ulteriormente sui tempi della giustizia italiana.

La svolta è inclusa nella bozza del prossimo decreto Infrastrutture. Il tentativo è quello di chiudere il fronte degli ultimi anni nei ricorsi contro le infrazioni al Codice della Strada, in particolare quelli relativi alle multe per eccesso di velocità. Ci riferiamo dunque a tutti i ricorsi per la mancata omologazione del dispositivo con cui l’infrazione è stata individuata.

In particolare, nella bozza del decreto il Codice della Strada è modificato nelle parti in cui permette la rilevazione da remoto delle infrazioni (quella effettuata da dispositivi fissi non presidiati da agenti), esclusivamente se sono usati apparecchi omologati secondo le procedure.

Detta formulazione, se interpretata in maniera letterale, taglia fuori tutti gli autovelox, giacché tutti quelli in utilizzo attualmente non sono omologati, ma approvati. L’art. 192 del Regolamento di esecuzione del Codice è molto chiaro in proposito: l’omologazione può aversi soltanto laddove esistano specifiche norme tecniche di riferimento. E proprio il Ministero delle Infrastrutture ha sempre espresso pareri per i quali le parole ‘omologazione’ e ‘approvazione’ sono da intendersi sinonimi. Non resta dunque che attendere i contenuti definitivi del citato decreto Infrastrutture per capire gli esatti contorni della sanatoria autovelox.

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