Prepensionamento con assegno fino a 67 anni: non tutti sanno i vantaggi

Il prepensionamento è un efficace strumento di welfare aziendale. Ma quali sono le sue reali finalità? Scopriamole.

La Legge di Bilancio 2022 ha prorogato, per ulteriori 2 anni, la misura previdenziale. Potranno usufruirne le imprese di ogni settore con almeno 50 dipendenti.

contratto di espansioneCome funziona il contratto di espansione

Sarebbe dovuto scadere lo scorso 31 dicembre, ma la Legge di Bilancio 2022, all’art. 1 comma 215, ne ha previsto il rinnovo anche per gli anni 2022 e 2023. Si tratta di uno strumento che ha l’obiettivo di favorire il ricambio generazionale all’interno delle aziende e la riqualificazione del personale. In che modo? Tramite la previsione di riduzioni dell’orario di lavoro o la sospensione dei dipendenti.

Per attuare tali finalità le imprese possono percorrere due vie:

1) il versamento della cassa integrazione guadagni straordinaria ai dipendenti. Il periodo di cassa integrazione avrà una durata massima di 18 mesi, non necessariamente continuativi (è questa, un’eccezione alla durata complessiva della cassa integrazione nel quinquennio mobile);

2) il prepensionamento, cioè la risoluzione anticipata del rapporto di lavoro per il personale a cinque anni dal raggiungimento della pensione. In questo caso, l’azienda corrisponde al lavoratore (tramite l’INPS) un’indennità mensile, per un periodo non superiore ai 60 mesi.

L’ammontare di tale indennità è uguale alla pensione maturata al tempo della cessazione del rapporto di lavoro, fino al conseguimento dei requisiti della pensione di vecchiaia (cioè i 67 anni di età) o della pensione anticipata (ossia 42 anni e 10 mesi di contributi, 41 per le donne). Tale indennità, però, non può essere utilizzata ai fini del raggiungimento dei requisiti per la Quota 102 né per Opzione Donna. Il prepensionamento ha la forma di accordo tra il datore di lavoro, le organizzazioni sindacali aziendali ed il lavoratore, perché si sostanzia in una risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.

Poiché tale misura rimarrà in vigore soltanto fino al 31 dicembre 2023, la risoluzione del rapporto di lavoro dovrà effettuarsi entro il 30 novembre 2023 (ultima decorrenza 1° dicembre 2023).

Differenze tra i due metodi

C’è differenza tra le due procedure di accesso alla pensione.

  • In caso di pensione di vecchiaia, il datore di lavoro erogherà al dipendente (tramite l’INPS) solo l’indennità mensile, senza il versamento di alcun contributo figurativo;
  • se, invece, si ricorre alla pensione anticipata, l’impresa dovrà pagare anche la contribuzione correlata. L’importo sarà calcolato allo stesso modo del calcolo della Naspi.

Per le imprese con più di 1.000 dipendenti, nell’ipotesi in cui i contratti di espansione siano finalizzati all’assunzione di un lavoratore ogni tre accompagnati a pensione, la normativa prevede un bonus supplementare. Il valore di tale bonus sarà uguale all’ultima mensilità della Naspi al lavoratore, moltiplicata per 12.

Le novità introdotte dalla nuova Legge di Bilancio

La Legge di Bilancio ha previsto importati novità in relazione al contratto di espansione, per gli anni 2022 e 2023, e ha esteso il numero delle aziende che possono beneficiarne.

Il contratto di espansione può essere concesso dai datori di lavoro con un organico di almeno 500 dipendenti (250 nell’ipotesi di accompagnamento alla pensione). Dal 26 maggio 2021, però, questi criteri sono stati ridotti a 100 unità lavorative e, a partire dal 1° gennaio 2022, a 50 unità lavorative.

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