Rivoluzione Opzione Donna: le novità in vigore dal 1° gennaio 2024 per anticipare la pensione

Il Governo ha introdotto delle importanti modifiche alla disciplina di Opzione Donna. Cosa cambia dal prossimo anno?

Opzione Donna avrà requisiti ancora più restrittivi a partire dal 2024. La Manovra finanziaria ha, infatti, cambiato il requisito anagrafico di accesso, innalzandolo a 61 anni.

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Come cambierà Opzione Donna? – InformazioneOggi.it

Confermati, invece, la necessità di almeno 35 anni di contribuzione e dell’appartenenza alle tre categorie di contribuenti fragili, ossia:

  • caregivers, da almeno 6 mesi, di un familiare disabile grave. In particolare, l’assistenza deve essere prestata al coniuge o un parente di primo grado convivente oppure un parente o un affine di secondo grado convivente, qualora i primi abbiano più di 70 anni di età, siano a loro volta affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;
  • invalide almeno al 74%. La riduzione della capacità lavorativa deve essere accertata da un’apposita Commissione medica ASL- INPS;
  • licenziate o lavoratrici dipendenti presso un’impresa per la quale è stato attivato un tavolo di confronto ai fini della gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa.

Nuovo requisito anagrafico per l’accesso a Opzione Donna

Come abbiamo anticipato, oltre ai presupposti che abbiano appena elencato, per smettere di lavorare in anticipo con Opzione Donna c’è bisogno anche del raggiungimento di almeno 61 anni di età, sia per le lavoratrici dipendenti sia per le autonome.

È questa la grande novità introdotta dalla Legge di Bilancio 2024 e che inciderà notevolmente sulla possibilità di accedere a tale strumento di flessibilità in uscita. Di fatto, il diritto verrà limitato e molte contribuenti si ritroveranno costrette ad attendere il compimento dei 67 anni di età per la pensione di vecchiaia.

Il requisito anagrafico è, tuttavia, ridotto entro un massimo di due anni, nel caso in cui le interessate abbiano dei figli. Potranno andare in pensione a 60 coloro che hanno un solo figlio e a 59 coloro che due o più figli. Le disoccupate e le dipendenti da aziende in crisi, invece, potranno andare in pensione a 59 anni, indipendentemente dal numero di figli.

Rimane, invece, invariata la finestra mobile per l’accredito della prima rata dell’assegno pensionistico che è di 12 mesi dal raggiungimento dei requisiti per le lavoratrici dipendenti e di 18 mesi per le lavoratrici autonome.

Confermato anche il ricalcolo interamente contributivo della pensione spettante.

Ricordiamo, infine, che le contribuenti che hanno raggiunto tutti i requisiti richiesti entro il 31 dicembre 2021 e hanno cristallizzato il diritto al pensionamento, possono ancora decidere di usufruire della pensione anticipata per mezzo di Opzione Donna, beneficiando delle vecchie condizioni.

Di conseguenza, potranno smettere di lavorare con 58 anni di età e 35 anni di contribuzione, se lavoratrici dipendenti, oppure con 59 anni di età e 35 di contribuzione, se autonome.

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