Pensionamento per disabili con pochi anni di contributi, mai perdere la speranza!

Il pensionamento per i disabili con pochi anni di contributi è possibile. Si chiama pensione di inabilità, vediamo come funziona.

I dipendenti del settore pubblico possono avere accesso a diversi trattamenti di inabilità in base al grado di invalidità riconosciuto.

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InformazioneOggi.it

L’esigenza di lasciare il lavoro è comune a tutti i lavoratori dopo anni di servizio. Attendere i 67 anni, però, può sembrare un traguardo irraggiungibile soprattutto per i dipendenti con disabilità. Il sistema pensionistico italiano prevede degli scivoli che permettono agli invalidi di uscire prima dal mondo del lavoro. Parliamo dellAPE Sociale, ad esempio, che consente il pensionamento ai disabili con grado di invalidità del 74% minimo. Il requisito anagrafico è di 63 anni mentre quello contributivo di 30 anni. Citiamo, poi, Opzione Donna per la lavoratrici invalide al 74% che compiono 60 anni (58 anni se con due figli, 59 anni con un figlio) e hanno maturato 35 anni di contributi.

Una lettrice chiede “Sono collaboratrice scolastica invalida all’80%. Ho 25 anni di contributi e 64 anni di età. Posso sperare di andare in pensione in qualche modo?”. Le misure precedentemente citate non sono scivoli adatti alla lavoratrice. I requisiti contributivi, infatti, non sono soddisfatti. Resta da vagliare, dunque, la possibilità di pensionamento di inabilità. 

Pensionamento per disabili con pochi contributi: i trattamenti di inabilità

I dipendenti pubblici possono approfittare di diversi trattamenti di inabilità che si differenziano per i requisiti di accesso, le modalità di calcolo e gli organismi predisposti all’accertamento sanitario. La pensione di inabilità da richiedere, nello specifico, riguarda il grado di disabilità riconosciuto alla persona interessata. La scelta è tra la pensione ordinaria di

  • inabilità assoluta e permanente a proficuo lavoro e
  • inabilità alla mansione.

Pensione di inabilità assoluta e permanente a proficuo lavoro

Parliamo di un trattamento pensionistico erogato qualora il lavoratore dovesse risultare impossibilitato a svolgere qualsiasi attività lavorativa. Possono richiederlo tutti i dipendenti pubblici a condizione che sia stata accertata una incapacità legata a infermità fisiche o mentali tali da impedire una collocazione lavorativa continuativa.

L’inabilità permanente e assoluta, dunque, è necessaria e dovrà essere stata accertata da una Commissione medica dell’ASL. Aggiungiamo, poi, altri requisiti ossia

  • un’anzianità contributiva di minimo 14 anni, 11 mesi e 16 giorni di servizio,
  • la cessazione del rapporto lavorativo per dispensa dal servizio a causa di inabilità accertata.

Pensionamento disabili per inabilità alla mansione lavorativa

Il secondo trattamento è erogato in seguito al riconoscimento di inabilità legata alle mansioni da svolgere con parallelo accertamento dell’impossibilità di collocamento in altra mansione. Inizialmente l’amministrazione tenterà di ricollocare il dipendente in una mansione di egual livello (anche retributivo).

Qualora non dovessero esservi posizioni lavorative adeguate, allora il dipendente verrebbe dispensato dal servizio e potrebbe chiedere la pensione di inabilità. Stessa conclusione nel caso in cui il lavoratore dovesse decidere di rifiutare la proposta dell’azienda.

Per ottenere questo trattamento occorrerà

  • che una Commissione Medica ASL riconosca l’inabilità alla mansione svolta,
  • che i dipendenti statali abbiamo un’anzianità contributiva minima di 14 anni, 11 mesi e 16 giorni di servizio utile (non occorre che sia continuativo),
  • avere 19 anni, 11 mesi e 16 giorni di contributi versati se dipendenti di enti locali,
  • aver cessato il servizio.

Come funzionano i trattamenti

Puntualizziamo alcune indicazioni sui trattamenti di inabilità.

  • L’importo verrà calcolato in base all’anzianità contributiva del richiedente,
  • la pensione è compatibile con un’attività lavorativa dipendente oppure autonoma,
  • il trattamento decorrerà dalla data di cessazione del servizio oppure dalla data di presentazione della domanda (se inviata dopo la cessazione del lavoro),
  • la domanda di visita medica potrà essere richiesta sia dal dipendente che dall’ente datore di lavoro.

Inoltro della domanda di pensionamento per disabili

Per quanto riguarda l’inoltro della domanda di pensionamento per disabili, destinatario sarà l’ente di appartenenza del lavoratore pubblico. All’istanza occorrerà allegare la certificazione medica. Poi l’ente procederà con gli accertamenti contattando le apposite Commissione Mediche.

Una volta ottenuto il riconoscimento si procederà con la collocazione a riposo del lavoratore in seguito alla quale si potrà inoltrare la domanda di pensione di inabilità all’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. La modalità di invio è esclusivamente telematica. L’interessato dovrà, dunque, essere munito di credenziali digitali per accedere alla piattaforma INPS (SPID, Carta di Identità Elettronica o Carta Nazionale dei Servizi).

Se la nostra lettrice pensa di soddisfare i requisiti per accedere alla pensione di inabilità assoluta e permanente a proficuo lavoro oppure di inabilità alla mansione allora potrebbe far partire l’iter per il riconoscimento del trattamento e raggiungere, così, l’atteso pensionamento. Prima consigliamo di appurare l’importo dell’assegno mensile. Sicuramente la cifra sarà bassa avendo solamente venticinque anni di contributi maturati. Qui diverse simulazioni di esempi pratici per il calcolo della pensione

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