Congedo straordinario 104 e APE Sociale: la residenza temporanea può bloccare l’indennità

La richiesta del congedo straordinario per assistere un familiare con invalidità permetterà al lavoratore di richiedere l’APE Sociale.

L’APE sociale è un’indennità di accompagnamento fino alla pensione di vecchiaia riservata a quattro categorie di cittadini tra cui i caregiver da almeno sei mesi.

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InformazioneOggi.it

Oggi scopriremo come sono collegate due importanti misure, il congedo straordinario fino a due anni e l’APE Sociale. Parliamo di un lungo permesso di assenza dal luogo di lavoro (fino a due anni) e di un trattamento erogato in attesa della maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia. I lavoratori che non intendono aspettare i 67 anni di età per lasciare il lavoro, possono approfittare di questo scivolo – l’APE Sociale – al compimento dei 63 anni. La richiesta, però, può avvenire solamente dai cittadini che appartengono ad una categoria tra

  • disoccupati,
  • invalidi al 74%,
  • addetti alle mansioni gravose,
  • caregiver da almeno sei mesi.

I caregiver sono coloro che assistono un familiare con handicap grave. Per aggiungere la soglia dei sei mesi possono approfittare del congedo straordinario richiedibile, però, solamente a determinate condizioni. Le esploreremo per rispondere al quesito di un lettore. “Prenderei il congedo solo per sei mesi con la Legge 104 per poter andare in pensione a 64 anni con l’APE Sociale. Dovrei chiedere per mia madre la residenza temporanea, in questo periodo mia madre rimane sempre residente prima casa nel suo Comune? Non perdiamo le agevolazioni prima casa?”.

Congedo straordinario e APE Sociale, la connessione

L’APE Sociale è una sorta di pensione anticipata che si raggiunge al compimento dei 63 anni di età avendo maturato 30 anni di contributi se caregiver, invalidi o disoccupati oppure 36 anni di contribuzione se addetti alle mansioni gravose.

Con riferimento ai caregiver, l’accesso allo scivolo presuppone un tempo minimo di assistenza del familiare invalido grave di almeno sei mesi. Una volta soddisfatto questo requisito si potrà avere accesso al trattamento che, ricordiamo, non potrà superare i 1.500 euro al mese e non prevede la tredicesima (il ricalcolo si otterrà una volta compiuti i 67 anni).

Il nostro lettore vuole raggiungere la soglia dei sei mesi chiedendo il congedo straordinario.

Cos’è il congedo straordinario

Si intende la possibilità di assentarsi dal posto di lavoro per un massimo di due anni continuando a ricevere la retribuzione base. L’intero periodo è coperto da contribuzione figurativa. Per avere accesso al beneficio occorrerà rispettare delle condizioni. Prima di tutto l’ordine di priorità. In successione, possono inoltrare domanda di congedo

  • il coniuge, la parte dell’unione civile o il convivente di fatto,
  • i genitori conviventi,
  • i figli conviventi,
  • fratelli e sorelle conviventi,
  • parenti e affini fino al terzo grado conviventi.

Notiamo subito l’altra condizione da soddisfare, la convivenza. Questa potrà iniziare anche successivamente all’inoltro della domanda di congedo straordinario per poter arrivare all’APE Sociale ma necessariamente entro il primo giorno di assenza dal posto di lavoro. Non solo, la convivenza dovrà durare per l’intero periodo di congedo. Tre sole eccezioni sono ammesse

  • caregiver e assistito abitano nello stesso palazzo ma in interni differenti,
  • genitori che si prendono cura di figli disabili,
  • richiesta della residenza temporanea per un tempo massimo di dodici mesi.

Residenza temporanea e congedo per l’accesso all’APE Sociale

Le residenza temporanea è concessa nel momento in cui caregiver e assistito abitano in Comuni differenti. Presuppone un trasferimento del disabile o di chi assiste nella casa dell’altro per poter soddisfare la condizione di convivenza legata alla richiesta del congedo straordinario. Il nostro lettore, volendo legare congedo e APE Sociale, deve necessariamente richiedere la residenza temporanea.

I sei mesi sarebbero totalmente coperti dato che la validità della residenza temporanea è di dodici mesi al massimo. Scatta nel momento in cui un cittadino vive in un Comune diverso da quello in cui ha l’abitazione principale per più di quattro mesi. Il dubbio del lettore è come questo trasferimento di abitazione possa incidere sulle agevolazioni prima casa. Noi aggiungiamo anche sull’ISEE o sull’IMU.

Le conseguenze del trasferimento

I Comuni italiani sono obbligati ad inserire nello schedario della popolazione gli abitanti che vivono nella città da almeno quattro mesi. Non serve avere la residenza anagrafica. Il trasferimento comporta unicamente la possibilità di poter godere della dimora temporanea per un massimo di dodici mesi.

Significa che la residenza anagrafica rimarrà quella abituale anche andando a vivere con il disabile o con il caregiver. Nessun cambio di indirizzo verrà richiesto. Madre e figlio, pur vivendo insieme, non costituiranno nucleo nei sei mesi di convivenza. ISEE, agevolazioni, IMU rimarranno invariati posta la soddisfazione della condizione principale di richiesta della residenza temporanea ossia che madre e figlio vivano inizialmente in Comuni differenti. Una volta effettuato il trasferimento, poi, sarà necessario capire come comportarsi per le scelta del medico di famiglia.

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.

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