Bonus tredicesima, misura una tantum sino a 100 euro: chi può sorridere e chi è escluso

A chi spetta il nuovo bonus tredicesima che prevede una indennità una tantum sino a 100 euro: requisiti e chi è escluso dalla misura

L’attenzione è sempre molto alta quando si parla di misure di natura economica e di bonus, come nel caso di quello nuovo, il bonus tredicesima, che ha visto l’approvazione da parte dell’Esecutivo mediante il decreto 1° Maggio (DL IRPEF – IRES).

Bonus tredicesima
Bonus tredicesima, requisiti e chi ne ha diritto – informazioneoggi.it

Sono in tanti, infatti, a monitorare con attenzione le decisioni che vengono assunte e le novità che possono tradursi in misure di sostegno, con i relativi requisiti previsti di volta in volta da soddisfare per averne diritto. n tale specifico caso, la misura spetta ai soli dipendenti con figli. Per quanto concerne invece i pensionati, resta il bonus tredicesima rispetto ai trattamenti minimi.

Il bonus che il Governo ha approvato col Decreto primo maggio va a premiare i dipendenti con un basso reddito, ma non include gli autonomi ed i pensionati. Si tratta di una indennità una tantum sino a cento euro, il cui accredito avrà luogo a gennaio del 2025 da parte dei sostituti di imposta. In tal caso, però, pare siano soltanto le aziende.

L’aspetto da comprendere in merito al bonus in oggetto, è che si tratta di una misura temporanea intanto che vengano recuperate le risorse per dar seguito alla detassazione sulle tredicesima, come prevede la riforma fiscale per il lavoro dipendente.

Stando alle anticipazioni a proposito dei requisiti e delle modalità di pagamento, pare possa trattarsi di un bonus extra, il cui riconoscimento si legherebbe soltanto a quest’anno, con versamento nella busta paga del lavoratore col contratto da dipendente.

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Bonus tredicesima, alcuni dettagli sulla platea dei beneficiari: per i pensionati c’è il bonus tredicesima sulle pensioni minime

Tematica importante, dunque, quella inerente il bonus tredicesima, la cui platea dei beneficiari pare non essere molto ampia. Occorre che tali lavoratori, al fine della ricezione della misura, abbiano un reddito nel complesso sui ventotto mila euro, con coniuge e quantomeno un figlio a carico. Alternativamente, occorre essere genitori single con quantomeno un figlio a carico.

Bisognerà che i dipendenti, a fine anno, comunichino al datore di lavoro il proprio reddito complessivo, per auto certificarlo. Occorre poi anche la capienza fiscale, visto che si parla di una misura calcolata sull’imponibile IRPEF sui redditi da lavoro dipendente, con l’esclusione delle persone e degli assegni ad esse equiparati.

Nel momento in cui non vi fosse credito di imposta a sufficienza al netto delle tasse  e delle detrazioni che già spettano, non verrebbe versato.

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In merito a coloro che percepiscono la pensione, a basso reddito, vi è il consueto bonus tredicesima. Percependo l’assegno minimo, chi ne beneficia ottiene ogni dicembre una maggiorazione a proposito della mensilità aggiuntiva di fine anno. Il relativo importo lo si calcola a seconda di quello della pensione.

Al massimo, è di 154.94 euro, e ad averne diritto in misura piena sono coloro che percepiscono una pensone sino a 598.61 euro mensili, 7.781.93 euro all’anno, mentre in misura parziale chi riceve un assegno al mese di 610.53 euro, ovvero 7.936,87 euro annui.

Occorre inoltre il soddisfacimento di altri requisiti reddituali, e per l’anno in corso l’accesso alla misura riguarda i pensionati il cui reddito nel complesso, individuale, è sino a 11.672.90 euro all’anno, e di 23.345,79 euro annui nel caso sia coniugati, col rispetto di ambedue le soglie.

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