Addio debiti con la Rottamazione quater, non sempre è possibile: diradiamo la nebbia sui tributi locali che avvolge la definizione agevolata

I contribuenti hanno diversi dubbi sulla rottamazione dei tributi locali prevista dalla definizione agevolata. 

Per conoscere le risposte alle tante domande occorre fare direttamente riferimento ai chiarimenti forniti dall’Agenzia delle Entrate.

rottamazione tributi locali
InformazioneOggi.it

Il Governo Meloni ha parlato di pace fiscale, di cancellazione delle cartelle sotto i mille euro, di rateizzazione degli importi superiori, di stralcio di interessi e sanzioni. Tante belle parole che hanno subito destato l’attenzione dei contribuenti debitori ma ci sono tanti dettagli poco noti di cui tenere conto. Chi potrà realmente evitare di pagare tasse e imposte non corrisposte? I cittadini possono tirare un sospiro di sollievo o l’apnea durerà ancora a lungo? Purtroppo questa seconda opzione sarà quella che coinvolgerà la maggior parte dei debitori con riferimento ai tributi locali. Un lettore chiede “Abbiamo IMU cointestata e non pagata la cui riscossione è stata affidata a società private e non all’Agenzia delle Entrate. Possiamo beneficiare della rottamazione?“. Un dubbio legittimo e comune a tanti contribuenti. Cerchiamo di chiarire le puntualizzazioni dell’AdE.

Rottamazione tributi locali, cosa sappiamo

La definizione agevolata o rottamazione quater è disciplinata dalla Legge 197/2022. I benefici previsti coinvolgono, innanzitutto, le cartelle affidate all’Agenzia delle Entrate-Riscossione nel periodo che va dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022. Secondo la normativa, aderendo alla rottamazione si potranno pagare unicamente le somme dovute a titolo di capitale e le somme maturate a titolo di rimborso spese per le procedure esecutive e i diritti di notifica.

La stessa Legge sottolinea come non debbano essere corrisposti gli interessi iscritti a ruolo, le sanzioni, gli interessi di mora e aggio. La definizione agevolata prevede, poi, puntualizzazioni con riferimento ai debiti dei carichi riguardanti le sanzioni legate a violazioni del Codice della Strada e sanzioni amministrative differenti da quelle assegnate per violazioni tributarie o violazione di obblighi riferiti a contributi e premi dovuti agli enti previdenziali. Per questi debiti è prevista unicamente la cancellazione delle somme dovute come interessi di mora, aggio e maggiorazioni.

I debiti ammessi a rottamazione

Per continuare e capire chi potrà approfittare della rottamazione dei tributi locali occorre chiarire quali debiti sono ammessi alla definizione agevolata. Il periodo di riferimento lo abbiamo già riferito, 1° gennaio 2000/30 giugno 2022. Tra i carichi sono inclusi quelli presenti in cartelle non ancora notificate, quelli rateizzati o sospesi e i carichi già oggetto di precedente rottamazione decaduta.

I carichi affidati a casse o enti previdenziali del diritto privato, argomento di nostro interesse, rientrano nella rottamazione quater unicamente se entro il 31 gennaio 2023 l’ente provvede ad adottare una specifica delibera, trasmetterla all’Agenzia delle Entrate- Riscossione e pubblicarla sul proprio sito internet ufficiale. Tutto entro oggi, 31 gennaio.

Con riferimento ai tributi locali, IMU inclusa, spetterà ai Comuni decide se aderire o meno alla rottamazione quater e consentire ai cittadini di approfittare dei citati benefici della definizione agevolata. Al momento Milano, Bologna, Roma, Firenze, Bari, Palermo, Campobasso e Torino hanno detto “no”. Si sono aggiunti Verona, Bergamo, Chieti, Rimini, Modena, Belluno, Reggio Calabria, Piacenza e tante altre grandi città. Il “sì”, al momento, è arrivano unicamente da Aosta, Acerra, Arezzo, Fondi, Lecce, Lucca, Messina, Nocera superiore, Pistoia, Sarno e Sondrio.

La risposta delle Casse private

Per rispondere al quesito occorre specificare che anche tante casse private hanno già detto “no” alla rottamazione. Notai, Avvocati, Giornalisti, Commercialisti, Medici, Farmacisti, Geometri, Biologi e Ragionieri, tutte le rispettive casse private non aderiranno alla definizione agevolata. Al pari degli enti locali lo stralcio avrebbe riguardato solamente gli interessi e sanzioni ma nella maggior parte dei casi non ci sarà nemmeno la cancellazione parziale. La delibera della disapplicazione dovrà essere pubblicata entro oggi, 31 gennaio. Per le casse private non citate, dunque, le prossime ore saranno cruciali.

Senza adesione via al pagamento

Il lettore che chiede se potrà evitare di pagare l’IMU, dunque, potrà – entro oggi – scoprire se può accedere alla rottamazione – che comunque non prevede uno stralcio totale come già detto – oppure no grazie alla delibera per disapplicare la normativa. La maggior parte dei Comuni italiani, occorre sottolineare, ha optato per un sonoro “no” sia per recuperare soldi e riempire le casse sia per evitare che vengano premiati comportamenti non lodevoli sminuendo il valore di chi paga sempre puntualmente le tasse.

Ricordiamo, poi, che ci sono debiti specifici che non rientrano nella definizione agevolata. Parliamo

  • dei carichi che non rientrano nel periodo designato,
  • delle somme dovute a titolo di recupero degli aiuti di Stato,
  • di multe, ammende e sanzioni pecuniarie legate a provvedimenti e sentenze di condanne penali,
  • dei crediti derivanti da pronunce di condanna della Corte dei Conti,
  • delle risorse proprie tradizionali dell’UE e imposta sul valore aggiunto riscossa all’importazione,
  • delle somme affidate dagli enti della fiscalità locale e territoriale per la riscossione a mezzo avvisi di pagamento GIA,
  • dei carichi affidati a casse e enti previdenziali che entro il 31 gennaio non hanno adottato un provvedimento per ricomprendere tali carichi nella definizione agevolata.

Come aderire alla rottamazione

Poniamo il caso di essere tra i fortunati che possono aderire alla rottamazione quater. Andrà inoltrata apposita richiesta entro il 30 aprile 2023 per via telematica all’Agenzia delle Entrate. Le modalità di presentazione della domanda sono due, per via pubblica e per via riservata. La prima prevede la compilazione di un apposito form e richiede di allegare il documento di riconoscimento. Alla seconda si accede tramite credenziali digitali (SPID, CIE o CNS). Occorrerà indicare le cartelle o avvisi per i quali si intende approfittare dei benefici della rottamazione per tributi locali e altro.

Una volta inoltrata la richiesta, l’AdE avrà tempo fino al 30 giugno per rispondere al contribuente informandolo dell’adesione o meno alla domanda. Poi occorrerà pagare la somma dovuta in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2023 oppure in un massimo di 18 rate trimestrali (dal 31 luglio 2023 al 30 novembre 2027). Le prime due rate – 31 luglio e 30 novembre 2023 – dovranno corrispondere al 10% del totale, le altre al 5% e saranno applicati gli interessi dello 0,2% annuo dal mese di agosto. Il numero di rate scelte dovrà essere indicato in fase di domanda di adesione alla definizione agevolata.

Come pagare le somme dovute

Per quanto riguarda il pagamento effettivo i canali da utilizzare sono molteplici. Tramite sito istituzionale, l’APP EquiClick, la domiciliazione su conto corrente, sportelli bancari, uffici postali, home banking, tabaccai e ricevitorie, sportelli ATM aderenti ai servizi CBILL e Postamat e, infine, tramite sportelli di Agenzia delle Entrate-Riscossione previa prenotazione di un appuntamento.

Una volta rateizzato l’importo non sarà possibile ritardare o omettere il pagamento. Trascorsi cinque giorni di tolleranza dalla scadenza della rata la definizione agevolata decadrà e bisognerà versare subito l’intero importo rimanente.

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