IMU, TARI e definizione agevolata: facciamo chiarezza sulla rottamazione quater

Qual è la verità sulla definizione agevolata e sulla possibilità di non pagare IMU e TARI? Cerchiamo di fare chiarezza per non illudersi troppo.

La manovra fiscale ha lanciato la tregua fiscale per i cittadini ma occorre chiarire alcuni importanti punti che non piaceranno ai contribuenti debitori.

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InformazioneOggi.it

Cancellazione delle cartelle sotto i mille euro, addio ai debiti, quanto c’è di reale? L’illusione di poter scampare dal dovere di corrispondere quanto dovuto durerà molto poco per tanti debitori. Analizzando approfonditamente la definizione agevolata, infatti, si arriverà ad una conclusione. Le buone notizie hanno dei rilevanti paletti. Ma andiamo per gradi partendo dall’ambito di applicazione delle definizione agevolata stabilita dalla Legge di Bilancio 2023. La cosiddetta rottamazione quater si riferisce ai carichi affidati all’Agenzia delle Entrate dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022. I contribuenti possono limitarsi al versamento delle somme dovute a titolo di capitale e degli importi maturati a titolo di rimborso spese per le procedure esecutive e per i diritti di notifica. Non pagheranno, invece, gli interessi iscritti a ruolo, le sanzioni, gli interessi di mora e aggio. Un risparmio non totale, dunque, ma comunque volto a sollevare da pesanti oneri.

IMU e TARI, approfondimenti della definizione agevolata

La manovra fiscale ha stabilito che per i debiti riguardanti sanzioni derivanti dalla violazione del Codice della Strada e sanzioni amministrative varie (differenti da quelle irrogate per le violazioni tributarie o le violazioni degli obblighi riguardanti contributi e premi dovuti agli enti previdenziali) vale l’esonero dal pagamento degli interessi di mora, aggio e di rateizzazione.

Rientrano tra i debiti definibili quelli contenuti in cartelle non ancora notificate, interessati da provvedimenti di sospensione o rateizzazione e i debiti già oggetto di rottamazione (anche se decaduta dalla misura agevolata per tardivo, mancato o insufficiente versamento di una rata). Non rientrano nella definizione agevolata, invece, i carichi affidati all’Agenzia delle Entrate in un periodo antecedente al 1° gennaio 2000 o successivo al 30 giugno 2022, le somme dovute a titolo di recupero degli aiuti di Stato, i crediti derivanti da condanne della Corte dei Conti, multe, ammende, sanzioni per condanne penali.

Non incluse anche le somme affidate agli enti della fiscalità locale e territoriale con riscossione tramite avvisi di pagamento GIA e i carichi delle casse o enti previdenziali di diritto privato che non comunicano la ricomprensione dei debiti nella definizione agevolata entro il 31 gennaio 2023. 

Per il pagamento completo o parziale di IMU o TARI, dunque, occorrerà attendere la delibera del proprio Comune di Residenza. Volendo accettare la rottamazione quater, infatti, l’amministrazione dovrà adottare uno specifico provvedimento, trasmetterlo all’Agenzia delle Entrate-Riscossione e pubblicarlo sul proprio sito internet. Come già detto, il termine ultimo da rispettare è il 31 gennaio.

In arrivo i primi “no” alla definizione agevolata

La libertà di azione ha già portato diversi Comuni italiani a dichiararsi contrari alla rottamazione quater. Non ci sarà alcuno stralcio e IMU e TARI andranno corrisposte interamente in modo tale da non lasciare vuoti ulteriori nelle casse. I soldi dei debitori servono per far quadrare i conti, questa la decisione di Milano, Roma, Bologna, Piacenza, Firenze, Bari, Palermo, Terni e Verona. Oltre ai conti da sanare, le città citate si sono appoggiate al principio di equità per motivare la propria decisione.

Provvedimenti simili – secondo il Comune di Milano – disincentivano i comportamenti virtuosi di chi ha sempre pagato puntualmente le tasse e le imposte. Inoltre, con i soldi recuperati si potranno migliorare i servizi per la comunità. Roma, nello specifico, parla di destinare i fondi all’assistenza per i disabili, al trasporto pubblico, agli asili nido.

Nel dubbio sono, invece, Napoli e Torino. Stanno pensando di aderire alla Rottamazione quater cancellando gli interessi. La sanatoria, infine, verrà applicata dai Comuni di Arezzo, Lecce, Pistoia, Lucca e Acerra.

“Sì” alla rottamazione quater, come procedere

Se i debitori possono accedere alla rottamazione quater grazie ad apposita delibera del proprio Comune devono sapere che per ridurre gli importi delle cartelle riguardanti IMU e TARI – nonché altri debiti – dovranno inoltrare domanda. Al contrario dello stralcio delle cartelle fino a mille euro che scatterà automaticamente secondo le direttive della manovra fiscale, l’adesione alla definizione agevolata andrà comunicata dal contribuente.

L’inoltro della domanda dovrà avvenire entro il 30 aprile 2023. Le modalità possibili sono due. La prima è la strada telematica in area pubblica che prevede la compilazione di un form e richiede di allegare la documentazione di riconoscimento – qui la modulistica.

Al termine dell’iter si riceverà una email con un link da convalidare entro le 72 ore successive. Poi arriverà una seconda email che indicherà la presa in carico dell’istanza con il numero identificativo della pratica e il riepilogo dei dati indicati. Una volta accertata la correttezza dei dati arriverà una terza email con allegata la ricevuta di presentazione della domanda di adesione alla rottamazione quater.

La seconda prevede l’accesso da area privata accedendo con le credenziali digitali e compilando il form indicando le cartelle o gli avvisi da inserire nella domanda di adesione direttamente dall’area riservata. Una volta terminata la procedura arriverà una email di presa in carico con ricevuta della domanda di adesione.

Entro il 30 giugno l’Agenzia delle Entrate provvederà a comunicare l’accettazione dell’istanza oppure il suo diniego motivando la decisione.

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