Assegno di invalidità fino a 9 o 12 anni? Numero di rinnovi e quando la revisione non sarà più necessaria

Quanti rinnovi dell’Assegno ordinario di invalidità sono necessari affinché la revisione non sia più necessaria? Sciogliamo i dubbi.

L’Assegno di invalidità spetta ai cittadini con ridotta capacità lavorativa a meno di un terzo per infermità fisica o mentale.

Assegno ordinario rinnovi
InformazioneOggi.it

L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale eroga la prestazione economica ai lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato, ai lavoratori autonomi come mezzadri, artigiani, coloni, coltivatori diretti e commercianti e, infine, ai lavoratori iscritti alla Gestione separata. Per ottenere il beneficio occorrerà inoltrare domanda tramite i canali INPS telematici oppure mediante Contact Center. In alternativa si potrà prendere un appuntamento presso CAF e patronati per lasciarsi guidare nella richiesta. Una volta accordata l’agevolazione economica, l’assegno inizierà ad essere erogato dal 1° giorno del mese successivo a quello di presentazione della richiesta. Condizione fondamentale è che siano soddisfatti tutti i requisiti sanitari e amministrativi necessari per l’accesso alla prestazione economica – qui un approfondimento su requisiti e importi.

Il percettore dell’Assegno di invalidità, però, non deve pensare che una volta ottenuto il beneficio venga rinnovato automaticamente ogni anno. Vige un obbligo per il soggetto disabile ossia richiedere la revisione ogni tre anni. Approfondiremo proprio questo aspetto rispondendo ad un quesito.

Rinnovi Assegno ordinario di invalidità, cosa sappiamo

Un percettore di Assegno di invalidità ci ha posto una domanda. “Vorrei un chiarimento in merito al numero di rinnovi per la pensione IO. Per primo rinnovo si intende la prima volta che viene concesso oppure quello successivo alla prima volta? Devono passare nove o dodici anni dalla prima erogazione per diventare definitivo e diventare pensione di vecchiaia?”

Per poter rispondere occorre contestualizzare la problematica e ricorrere alle indicazioni fornite dall’INPS. Il percettore fa riferimento al fatto che secondo la disciplina l’Assegno di invalidità ha validità triennale. Trascorsi i tre anni dalla domanda (o anche prima della scadenza), dunque, andrà chiesta la revisione per continuare ad ottenere l’importo mensile.

Dopo tre riconoscimenti consecutivi, poi, l’assegno di invalidità verrà confermato automaticamente senza necessità che l’invalido chieda il rinnovo. Resterà facoltà dell’INPS, però, richiedere in qualsiasi momento la revisione della prestazione. Anche trascorsi i nove anni, dunque, l’ente della previdenza sociale potrà contattare il percettore e dare un appuntamento per verificare che i requisiti continuino ad essere soddisfatti. La visita medico-legale non potrà essere evitata o si perderà il diritto al beneficio.

Indicazioni da conoscere

L’Assegno ordinario di invalidità è riconosciuto per un periodo di tre anni per due trienni dalla prima revisione. Il percettore deve, come detto, richiedere in prima persona la revisione verificando attentamente la data di scadenza e avendo cura di fissare l’appuntamento prima del termine ultimo. Superando tale termine si perderebbero delle mensilità.

È importante sapere, poi, che insieme al rinnovo è possibile fare domanda di valutazione dell’inabilità. L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale valuterà, in questo caso, sia la conferma o meno della prestazione sia la possibilità di riconoscimento dell’inabilità. Di conseguenza, oltre all’Assegno ordinario di invalidità è possibile richiedere l’invalidità civile.

Dall’Assegno alla pensione di vecchiaia

Una volta raggiunta l’età pensionabile e maturati i requisiti necessari sarà possibile tramutare la prestazione economica in pensione di vecchiaia. La trasformazione avverrà d’ufficio senza necessità di inoltrare istanze da parte del soggetto con invalidità. Ricordiamo che la pensione di vecchiaia richiede il compimento dei 67 anni e il versamento di minimo venti anni di contributi. Per perfezionare i requisiti contributivi è possibile conteggiare i periodi di godimento dell’invalidità durante i quali non si è prestata attività lavorativa.

Se ad esempio, il percettore ha ricevuto l’Assegno di invalidità con quindici anni di contributi e per dieci anni lo ha riscosso senza aver lavorato, il conteggio dei contributi riporterà 25 anni consentendo, così, di raggiungere la pensione di vecchiaia. L’importo del trattamento, però, terrà conto unicamente dei quindici anni di lavoro effettivo.

Inoltre è bene sapere che in caso di decesso del pensionato ai superstiti spetterà la pensione di reversibilità.

Elaborazione della pratica, le tempistiche

Il termine ordinario fissato dalla normativa per l’elaborazione della pratica di richiesta e rinnovo di una prestazione è, in generale, minimo di trenta giorni. Con lo specifico caso dell’Assegno ordinario di invalidità, invece, come termine iniziale è riportata la data di ricezione della domanda completa oppure della decorrenza del diritto se successivo mentre come termine per il provvedimento 85 giorni.

Tale dettaglio è chiarito nell’apposita tabella INPS che regola la definizione dei termini di conclusione dei provvedimenti amministrativi. Nella stessa si legge come le tempistiche con riferimento alla pratica relativa alla pensione di vecchiaia siano fissate in 55 giorni.

Infine, un accenno alla possibilità di inoltrare richiesta di rinnovo della prestazione prima della scadenza. Il percettore può inviare la domanda di revisione fino a sei mesi prima del termine ultimo in modo tale da non perdere nemmeno una mensilità. La conferma dell’assegno, dunque, avrà effetto immediato. Nel caso in cui, invece, la domanda venga presentata entro i centoventi giorni successivi alla scadenza occorrerà attendere il primo giorno del mese successivo alla richiesta per far partire nuovamente le erogazioni. Infine, superando i centoventi giorni occorrerà ripresentare una nuova domanda da zero. Ciò lascia presupporre che riparta anche il conteggio dei rinnovi.

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