Un lavoratore con handicap (104) può assistere un suo familiare disabile, la soluzione che non ti aspetti

Un lavoratore con handicap che beneficia dei permessi della Legge n.104/1992 per sè può assistere un proprio familiare con handicap grave?

Esaminiamo cosa prevede la normativa rispondendo anche al quesito di un Lettore.

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InformazioneOggi

Una Lettrice ci ha rappresentato il seguente caso: “Buongiorno, sono una dipendente comunale, invalida al 100% con 104. Ho una figlia che ha chiesto l’invalidità e la 104 in quanto le è stata riscontrata la sclerosi multipla lo scorso anno e già invalida 80% per un carcinoma tiroideo e distacco totale in occhio sinistro. Posso usufruire io genitore dei permessi della 104 e dei due anni retribuiti in quanto anche io invalida al 100%?”

Quali sono i permessi lavorativi per chi ha la 104?

Sono previste tre modalità diverse di fruizione dei permessi lavorativi per chi gode dei benefici della Legge n. 104/1992:

  • 3 giorni di permesso al mese, frazionabili anche in ore per tutti i giorni del mese (2 ore di permesso nel caso in cui l’orario di lavoro superi le 6 ore ovvero 1 ora di permesso se l’orario lavorativo è inferiore a 6 ore);
  • 2 anni di congedo straordinario nell’intero arco della vita lavorativa, utilizzabile anche in modalità frazionata;
  • il prolungamento del congedo parentale per figli disabili con la durata massima di 3 anni, da fruire come 2 ore di permesso giornaliero oppure  di 3 giorni mensili di permesso sino al compimento del dodicesimo anno d’età del bambino.

Il diritto a fruire dei permessi di tre giorni al mese previsti dalla Legge n. 104/1992 ha l’obiettivo di tutelare la salute psico-fisica del disabile, ed è un diritto spettante anche nel caso in cui colui che assiste il familiare con handicap abbia un contratto di lavoro a tempo parziale (part-time).

Anche in caso di lavoro agile (smart working) vi è la possibilità di  fruire dei permessi di cui alla Legge n. 104/1992 in modalità oraria, se il lavoratore ritiene sia necessario per l’organizzazione della propria attività lavorativa, anche se questa viene definita in autonomia rispetto al datore di lavoro.

I giorni di permesso previsti dalla Legge n. 104/1992 non incidono sul numero di giorni di ferie annuali, né tanto meno le ferie incidono sui permessi, sia nel caso in cui il lavoratore abbia un grave handicap e dunque fruisce dei permessi per se stesso, sia nel caso in cui il lavoratore fruisce dei permessi per assistere un familiare con un grave handicap.

Dunque, se il lavoratore gode dei permessi lavorativi non subirà la riduzione dei tre giorni mensili che gli spettano perché nello stesso mese ha fruito delle ferie.

Peraltro quando il lavoratore beneficia dei permessi matura regolarmente le ferie, ma anche il TFR, l’anzianità di servizio, oltre alla tredicesima ed alla quattordicesima.

Legge 104: a chi spetta?

Le agevolazioni derivanti dalla Legge 104 spettano ai portatori di handicap, ossia coloro i quali presentano una minorazione di tipo fisico, oppure psichico che comporta una difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione. A questi si aggiungono i lavoratori che devono assistere un parente beneficiario della Legge 104.

Per ottenere i benefici e agevolazioni della 104/1992 occorre innanzitutto intraprendere un iter amministrativo volto al riconoscimento dell’handicap.

Il primo step consiste nel recarsi dal medico curante con la documentazione medica, ossia relazioni mediche o cartelle cliniche, attestanti la patologia.

A questo punto il medico trasmette all’Inps la certificazione medica necessaria, corroborata da una breve descrizione della diagnosi e dello stato di salute del paziente, che andrà esibita nel momento della visita e che ha una durata di 90 giorni. Entro tale lasso temporale quindi l’interessato dovrà procedere con la compilazione e l’invio all’INPS, autonomamente o tramite patronato, della domanda di riconoscimento dell’handicap.

Il passaggio successivo è l’accertamento presso la commissione medica dell’ASL che deve esprimersi sulla domanda di riconoscimento dell’handicap, con verbale approvato all’unanimità – che dovrà dunque considerarsi definitivo – oppure senza unanimità, nel qual caso vi potrà essere una nuova visita entro 20 giorni se il Responsabile del Centro Medico Legale dell’Inps non convalida il verbale.

Nel caso dell’accertamento dell’handicap, il paziente verrà qualificato in uno dei seguenti modi:

  • Persona non handicappata;
  • Persona con handicap;
  • con handicap con connotazione di gravità;
  • con handicap superiore ai 2/3.

La risposta al Lettore

Per rispondere al nostro Lettore, il lavoratore con handicap grave, che già beneficia dei permessi previsti dalla Legge n.104/1992 per se stesso, può anche cumulare il godimento dei tre giorni di permesso mensile per assistere un proprio familiare con handicap grave.

Peraltro non è nemmeno necessaria l’acquisizione di un parere medico legale sulla capacità del lavoratore di soddisfare le necessità assistenziali del familiare anch’esso in condizioni di disabilità grave.

Quanto detto vale anche nel caso in cui il lavoratore in questione sia un dipendente pubblico.

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.

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