Permessi legge 104: come funzionano e chi ne ha diritto, ecco tutto quello che bisogna sapere

Con la legge 104 del 1992 i lavoratori che assistono familiari con disabilità grave possono richiedere permessi retribuiti. 

La 104 è una legge che tutela le persone con disabilità con molte agevolazioni e benefici. Possono fruire di questi anche i familiari che si occupano della loro assistenza.

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Tra i benefici ci sono quelli lavorativi, come congedi straordinari di due anni o permessi retribuiti. L’utilizzo di questi per il lavoratore disabile non cambia, mentre i lavoratori caregiver devono rispettare delle regole. Ma non solo. Ci sono delle differenze tra dipendenti del settore pubblico e del settore privato. Ma devono essere programmati? Ecco tutto quello che bisogna sapere sui permessi legge 104.

Permessi legge 104: come funzionano e chi ne ha diritto, ecco tutto quello che bisogna sapere

La fruizione dei permessi legge 104 è sancita dall’articolo 33, comma 3. Questa norma stabilisce che un lavoratore, che assiste un familiare con disabilità grave, ha diritto a tre giorni di permesso retribuito al mese. La fruizione dei permessi spesso crea una tensione tra il datore di lavoro e il lavoratore che li richiedono.

Tra l’altro c’è una differenza il settore pubblico e quello privato.

Partiamo dai dipendenti del settore pubblico. Infatti, recentemente alcuni contratti della pubblica amministrazione hanno inserito tre norme. Soprattutto per i comparti enti locali, funzioni centrali, istruzione, ricerca, sanità. Ecco quali sono:

  • i dipendenti hanno diritto a tre giorni di permesso legge 104 (articolo 33, comma 3). Questi sono retribuiti e utili ai fini della tredicesima e delle ferie. Inoltre, possono essere utilizzati anche a ore, purché non si superino le 18 ore mensili;
  • per garantire l’organizzazione e le attività aziendali, i permessi devono essere programmati a cadenza mensile e comunicati all’ufficio di appartenenza ogni mese;
  • in caso di necessità e urgenza, la comunicazione può essere presentata nelle 24 ore precedenti la fruizione dello stesso. Comunque, non oltre l’orario di inizio dell’attività lavorativa del giorno in cui doveva fruire del permesso.

Bisogna anche precisare che queste norme valgono solo per i dipendenti che si occupano dell’assistenza di un familiare con disabilità grave, i cosiddetti caregiver familiari. Infatti, i dipendenti con disabilità che usufruisco dei permessi per sé stessi non devono programmare le assenze.

Cosa succede nel settore privato

Per quanto riguardi i permessi legge 104 per i dipendenti del settore privato non c’è una disciplina specifica, ma bisogna riferirsi alle norme generali e ormai consolidate. Tutto ciò per garantire al datore di lavoro il buon funzionamento dell’azienda e al lavoratore, che assiste un familiare con disabilità, di ottenere un diritto che gli spetta.

Rispondendo a due interpelli, il numero 31 del 2010 e il numero 1 del 2012, il ministero del Lavoro ha riconosciuto al datore di lavoro la facoltà di chiedere ai propri dipendenti la programmazione dei permessi. A cadenza mensile o settimanale. Però, a condizione che la programmazione non rechi danno ai diritti della persona con disabilità e alla sua adeguata assistenza.

Inoltre, anche la Cassazione, con la sentenza numero 175 del 2005 – Sezione civile, ha stabilito la necessità di un’intesa di reciproca comprensione tra lavoratore e datore di lavoro. Per questo motivo la programmazione mensile o settimanale dei permessi legge 104 deve essere una regola di base.

Ciò non esclude il carattere di urgenza all’assistenza del familiare con disabilità che ha la precedenza sull’esigenza dell’azienda.

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