Riscatto di laurea e congedo straordinario con 104: gli effetti spiacevoli su pensione e TFR

In vista di un possibile aumento dell’età pensionabile, potrebbe essere utile provvedere al riscatto della laurea.

Tramite tale espediente, è possibile risparmiare 4 anni di contribuzione ed accedere alla pensione in anticipo.

riscatto di laurea
InformazioneOggi

In base a quanto specificato dall’INPS, “il riscatto del corso di laurea è lo strumento che permette di trasformare gli anni di università in anni contributivi e quindi integrare la posizione contributiva ai fini del diritto e del calcolo di tutte le prestazioni pensionistiche”.

Il vantaggio principale del riscatto di laurea è, dunque, quello di accumulare anzianità contributiva, ai fini della maturazione del diritto e della misura della pensione.

Non perdere il seguente approfondimento: “Come andare in pensione prima con il riscatto laurea: quanti anni ci vogliono, i calcoli“.

Riscatto di laurea con sistema contributivo

Oltre al riscatto di laurea ordinario, la disciplina contempla anche il cd. riscatto agevolato, ma esclusivamente per i periodi sottoposti al sistema di calcolo contributivo dell’assegno pensionistico.

Un nostro gentile Lettore ha posto i seguenti quesiti:

Buongiorno, sto riscattando i 4 anni di laurea. Ho 60 anni di età e, con gli anni di servizio militare fino a marzo 2023, andrò in pensione con 41 anni di contributi totali. Innanzitutto, potrei sapere se i 4 anni di università (mi sono laureato nel 1985) rientrano nel calcolo del sistema retributivo? Inoltre, se usufruisco del congedo biennale ex Legge 104, per assistere mia madre, tali anni vengono calcolati ai fini del TFR oltre ai contributi figurativi? Grazie mille”.

Come specificato, il riscatto agevolato è possibile solo pe i periodi che si collocano nel sistema contributivo, ossia dal 1° gennaio 1996. In media, per riscattare un anno di corso, si spende intorno ai 5.300 euro; per 4 anni, quindi, il costo è di circa 21 mila euro. La cifra da versare è la stessa anche per i soggetti inoccupati.

In ogni caso, il riscatto di laurea agevolato comporta un risparmio notevole, fino al 70%.

Nel caso del nostro Lettore, poiché il corso di studi universitario è stato terminato nel 1985, dovrà applicarsi il calcolo retributivo. In tal caso, la somma da versare varia in base all’età, al periodo da riscattare, al sesso, all’anzianità contributiva maturata e agli stipendi degli ultimi anni. Tuttavia, ha la possibilità di accedere al riscatto agevolato anche per i corsi antecedenti al 1996, solo se opta per la liquidazione dell’assegno pensionistico con il calcolo interamente contributivo.

A chi è rivolto il riscatto di laurea?

Hanno diritto a presentare richiesta di riscatto tutti i soggetti che hanno conseguito una laurea, anche se sono inoccupati e non iscritti ad alcuna forma di previdenza obbligatoria.

L’INPS specifica quali corsi di laurea possono essere oggetto di riscatto. In particolare:

  • diplomi universitari, di durata non minore di 2 anni e non maggiore di 3;
  • diplomi di laurea, di durata non inferiore a 4 anni e non superiore a 6;
  • diplomi di specializzazione post laurea;
  • dottorati di ricerca;
  • laurea triennale, specialistica e magistrale;
  • diplomi rilasciati da Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale.

L’agevolazione, però, non è fruibile per gli anni fuori corso.

È possibile la rateizzazione in 10 anni dell’onere per il riscatto, senza interessi. La legge consente anche la deducibilità fiscale del contributo versato.

L’INPS, inoltre, offre ai contribuenti la possibilità di accedere ad un simulatore, per calcolare, orientativamente, il prezzo del riscatto, la rateizzazione, la futura decorrenza della pensione ed il beneficio derivante dal riscatto di laurea.

Per ulteriori informazioni, leggi anche: “Pensione e riscatto laurea gratuito per rilanciare studio e turnover a lavoro, la proposta che piace a molti”.

Come presentare domanda per accedere alla misura

La domanda va presentata esclusivamente in via telematica. A tal fine, è possibile usufruire delle seguenti modalità:

  • accesso al sito istituzionale INPS, tramite SPID, CNS o CIE, cliccando su “Prestazioni e servizi” – “Servizi” – “Portale riscatti -ricongiunzioni”;
  • chiedendo ausilio di CAF/ Patronati o intermediari dell’Istituto;
  • telefonando il Contact Center multicanale, al numero verde gratuito 803.164 da fisso oppure al numero 06.164164 da cellulare, a pagamento in base al proprio piano tariffario.

Congedo straordinario: è considerato ai fini del TFR?

L’indennità di congedo straordinario di 2 anni per assistere un familiare disabile grave, ai sensi della Legge 104 del 1992, ai lavoratori dipendenti del settore privato, spetta in relazione all’ultima retribuzione ricevuta. Più precisamente, in base a quella percepita durante l’ultimo mese di lavoro prima del congedo. Da tale computo, tuttavia, sono esclusi gli emolumenti variabili; in altre parole, si considerano soltanto le voci fisse e continuative della paga.

Tra le voci fisse, inoltre, non rientrano le mensilità supplementari (come tredicesima e quattordicesima) ed il TFR. A stabilirlo è la rivoluzionaria sentenza n. 5213 del 5 giugno 2022, del Tribunale di Roma, che ha ribaltato quanto affermato finora dall’INPS.

In altre parole, durante i periodi di congedo straordinario biennale, non vi è maturazione di ferie, TFR e mensilità aggiuntive. Tuttavia, poiché sono coperti da contribuzione figurativa, sono utili ai fini del calcolo dell’anzianità assicurativa.

Tale disciplina, invece, non si applica per i 3 giorni di permesso mensile (previsti dall’art. 33, comma 3, della Legge 104 del 1992), per i quali si considerano anche le voci variabili della retribuzione.

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.

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