Pensione col sistema di calcolo retributivo, contributivo o misto? In un solo caso l’assegno sarà più alto

Scopriamo come funziona il sistema di calcolo retributivo e quello contributivo per capire in quale caso l’assegno pensionistico sarà più alto.

I lavoratori riceveranno un assegno pensionistico dall’importo più elevato solamente potendo approfittare del calcolo retributivo.

sistema di calcolo
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Per calcolare l’assegno pensionistico occorre capire quale sistema di calcolo utilizzare. Esistono tre diversi sistemi, retributivo, contributivo e misto. Il primo riguarda le pensioni i cui contributi sono stati interamente versati prima del 1° gennaio 1996. Il secondo le pensioni con versamento dei contributi a partire dal 1° gennaio 1996 e, infine, il sistema misto viene usato per calcolare l’assegno di chi ha maturato contributi sia entro il 31 dicembre 1995 che successivamente. Attenzione, alcuni scivoli pensionistici che consentono l’uscita anticipata dal mondo del lavoro prevedono il sistema di calcolo puramente contributivo nonostante si rientri in uno degli altri due. Un esempio è Opzione Donna. Il senso è che si concede di lasciare il lavoro prima dei 67 anni ma accettando una riduzione dell’importo dell’assegno pensionistico.

Come calcolare la pensione con sistema retributivo

Il sistema retributivo è più vantaggioso perché tiene conto dell’importo delle ultime retribuzioni erogate nei cinque anni precedenti al pensionamento. Per procedere con il conteggio dell’assegno occorre tener conto di due quote. La quota A è calcolata sulla base degli stipendi delle ultime 260 settimane di lavoro dipendente o delle ultime 520 settimane di lavoro autonomo. L’importo così trovato dovrà essere moltiplicato per il numero di settimane accreditate dall’inizio dell’attività lavorativo fino al 31 dicembre 1992.

La quota B, invece, si calcola su 520 settimane per i dipendenti e 780 per gli autonomi con l’importo moltiplicato per il numero di settimane accreditate a partire dal 1° gennaio 1993. Per calcolare la retribuzione media settimanale occorrerà sommare retribuzione complessiva e rivalutazione ISTAT per poi dividere il risultato per 260 o 560 se dipendenti.

Sommando quota A e quota B, infine, si otterrà l’importo della pensione lorda mensile.

Calcolo contributivo, come procedere

Il sistema di calcolo contributivo prevede la determinazione del montante contributivo. Per trovarlo bisognerà inizialmente calcolare la base imponibile annua con riferimento a tutti i periodi di contribuzione (figurativa, volontaria, da riscatto, obbligatoria, da ricongiunzione) e ai contributi versati ogni anno. Moltiplicando la base imponibile annua per l’aliquota di computo si troverà il montante contributivo. Per i dipendenti l’aliquota è del 33%, per gli autonomi del 24% e tra il 24 e il 33% per gli iscritti alla Gestione Separata.

Una volta definito il montante si potrà passare al calcolo dell’importo dell’assegno pensionistico. Occorrerà moltiplicare il montante contributivo ottenuto per il coefficiente di trasformazione diverso in base all’età anagrafica. Per il lavoratore che va in pensione a 67 anni, ad esempio, è del 5,575% (qui l’elenco completo per ogni anno di riferimento)

Il risultato corrisponderà alla pensione lorda annua. Per trovare il riferimento mensile basterà dividere per tredici considerando anche la tredicesima.

Breve accenno al sistema di calcolo misto

Il sistema di calcolo misto prevede il conteggio dei contributi con sistema retributivo per i versamenti entro il 31 dicembre 1995 e con sistema contributivo per gli anni successivi. Trovando i due importi e sommandoli si potrà conoscere l’importo dell’assegno pensionistico. Qui un esempio di calcolo.

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