Pensione, l’importanza dei contributi nella scelta dello scivolo pensionistico

Il tema “pensione” è ricco di nozioni da conoscere per non farsi trovare impreparati nel momento in cui si decide di lasciare il lavoro. Oggi scopriremo l’importanza dei contributi.

I lavoratori prossimi alla pensione hanno una domanda che frulla nella testa, “A quanto ammonterà l’assegno pensionistico?”. La risposta è nella contribuzione.

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Il sistema pensionistico italiano ha diversi scivoli che i lavoratori possono scegliere per andare in pensione. La pensione di vecchiaia con 67 anni di età e 20 di contributi, la pensione anticipata ordinaria con 41 anni e dieci mesi di contributi per le donne e un anno in più per gli uomini, Opzione Donna con 58 anni di età e 35 di contributi, l’APE sociale con 63 anni di età e 30 o 36 anni di contributi. Questi sono alcuni esempi che si accomunano per la presenza del requisito contributivo. I contributi versati nel corso della carriera lavorativa, infatti, sono fondamentali per poter determinare sia lo scivolo pensionistico da utilizzare sia l’importo dell’assegno mensile.

Quale pensione posso richiedere? Tutto dipende dai contributi

Il primo passo nella scelta della formula con cui uscire dal mondo del lavoro è conoscere il numero dei contributi maturati. Chi ha avuto una carriera altalenante o breve e ha maturato solo venti anni di contributi deve necessariamente attendere i 67 anni per richiedere la pensione di vecchiaia? In realtà no dato che alcuni escamotage consentono di lasciare il lavoro anche con 15 anni di contributi. Parliamo delle deroghe Amato che si rivolgono, però, ad una stretta platea di beneficiari.

Inoltre, si può andare in pensione anche con 5 anni di contributi accettando di lavorare fino a 71 anni. Raggiunta questa età, infatti, cade il vincolo contributivo minimo dei 20 anni e i lavoratori potranno ottenere l’assegno mensile anche se l’importo non sarà elevato. Servirà, invece, una carriera contributiva molto lunga per chi sceglierà di accedere alla già citata pensione anticipata ordinaria oppure alla pensione per precoci. Questa è dedicata a chi ha iniziato a lavorare prima della maggiore età e ha raggiunto 41 anni di contributi maturati. Altra condizione è l’appartenenza ad una delle categorie ammesse all’APE Sociale (caregiver, invalidi con più del 74% di disabilità, disoccupati e addetti alle mansioni gravose)

Altre opzioni, altra contribuzione

Oltre Opzione Donna con i 35 anni di contributi rimane Quota 102 attiva fino alla fine del 2022. I lavoratori possono andare in pensione con 38 anni di contributi raggiunti i 64 anni di età. Vige la cristallizzazione del diritto, di conseguenza maturando i requisiti entro il 2022 si potrà utilizzare Quota 102 anche dopo la scadenza della misura.

Una volta calcolata l’età pensionabile – anni di età più anni di contributi – si potrà conoscere lo scivolo pensionistico da utilizzare. Il passo successivo sarà quello di conteggiare l’ammontare dell’assegno pensionistico.

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