Rivalutazione delle pensioni: l’autunno potrebbe riservare piacevoli sorprese

Si ipotizza un anticipo della rivalutazione delle pensioni in autunno. Scopriamo come questa possibilità potrebbe incidere sull’assegno pensionistico.

Il Decreto Aiuti Bis potrebbe stabilire un anticipo della perequazione delle pensioni da gennaio 2023 a settembre 2022.

rivalutazione pensioni
Adobe Stock

L’obiettivo del Governo dimissionario rimane quello di proteggere i soldi dei pensionati dall’inflazione. La promessa dell’aumento delle pensioni a partire dal 1° gennaio 2023 potrebbe essere realizzata in anticipo, già a partire dal mese di settembre. Tra le ipotesi al vaglio dell’esecutivo troviamo, infatti, la rivalutazione dei cedolini in autunno. Si tratta di una misura che dovrebbe far compagnia a tanti altri provvedimenti in favore dei cittadini nel Decreto Aiuti Bis. La proroga del Bonus 200 euro, il taglio del cuneo fiscale, la riduzione dei costi in bolletta, gli aumenti delle retribuzioni sono i temi centrali del DL e le soluzioni che gli italiani attendono da settimane. La caduta del Governo ha per un attimo rallentato i lavori ma ora sono ripresi a pieno ritmo e il Decreto Aiuti Bis si farà.

Rivalutazione delle pensioni, cosa sappiamo

Per contrastare la perdita del potere d’acquisto delle pensioni a causa dell’inflazione, il Governo potrebbe anticipare la rivalutazione dei cedolini a settembre. In tal modo si potrebbero adeguare fin da subito gli assegni al nuovo costo della vita. Ricordiamo che il tasso inflazionistico è passato in un solo anno dall’1,9% del 2021 all’8% del 2022. Questo si traduce in prezzi alle stelle e spese non proporzionate alle retribuzioni né alle pensioni.

Da qui la necessità di un adeguamento prima dell’anno nuovo per tutelare i cittadini in questi ultimi mesi dell’anno. I dettagli della misura, se verrà messa in atto, verranno indicati nel Decreto Aiuti Bis il cui arrivo al Consiglio dei Ministri è previsto la prossima settimana. Solo allora si potrà ipotizzare il reale aumento sul cedolino soprattutto sapendo se la rivalutazione sarà parziale o totale.

Conosciamo meglio il meccanismo di perequazione

All’inizio di ogni anno le pensioni subiscono un ricalcolo sulla base del costo della vita. Lo scopo è tutelare i soldi dei cittadini dall’inflazione e dalla perdita del potere d’acquisto. La perequazione non coinvolge unicamente le pensioni di vecchiaia ma tutti i trattamenti assistenziali come l’assegno sociale e le pensioni di invalidità civile. Il meccanismo adegua l’importo delle pensioni all’andamento dell’inflazione che è stato registrato l’anno prima.

L’aumento sul cedolino corrisponderà al tasso di rivalutazione che l’ISTAT ha registrato nei 12 mesi precedenti. Se si supera un certo limite, la perequazione sarà parziale. Parliamo di rivalutazione al 100% per assegni di importo inferiore a 4 volte il trattamento minimo (sotto i 2.062 euro); al 90% per assegni tra 2.062 euro e 2.577,90 euro e al 75% per assegni superiori a 2.577,90 euro. Di conseguenza si assisterà ad aumento dell’8% per chi appartiene alla prima fascia, del 7,2% per la seconda fascia e del 6% per la terza. Tradotto in cifre potremmo assistere già da settembre ad un aumento di 80 euro su una pensione di 1.000 euro e di 120 euro su un cedolino di 1.500 euro. Infine, ricordiamo l’incremento al milione per i redditi più bassi.

Lascia un commento


Impostazioni privacy