Opzione Donna e APE Sociale: incredibile, si va verso il rinnovo, in arrivo importanti novità

È quasi certa la proroga di Opzione Donna e APE Sociale ed il Ministro del Lavoro Orlando ha accennato a rilevanti cambiamenti.

In occasione della presentazione del 21° Rapporto annuale INPS, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, ha anticipato alle novità riguardanti Opzione Donna e APE Sociale per il prossimo anno.

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Nonostante la scadenza del prossimo 31 dicembre, molto probabilmente le due misure verranno rinnovate anche per il 2023. Se viene meno, infatti, Quota 102, si dovrà scongiurare il ripristino della Legge Fornero, per impedire ogni tipo di discriminazione tra i lavoratori che maturano i requisiti a pochi mesi di differenza. Si attende, dunque, un imminente incontro tra Governo e sindacati, per capire le prossime mosse per regolare, soprattutto, gli strumenti di flessibilità in uscita.

In proposito, Cgil, Cisl e Uil chiedono Quota 41 per tutti i lavoratori e la flessibilità in uscita a 62 anni di età, con piccole penalizzazioni. L’Esecutivo, invece, sarebbe orientato verso una diminuzione delle ore di lavoro per i lavoratori più anziani, per facilitare una sorta di ricambio generazione del mercato del lavoro. In questo modo, infatti, si pensa di poter incentivare l’occupazione giovanile senza prevedere un anticipo dell’età pensionabile. Ma analizziamo tutte le novità.

Opzione Donna e APE Sociale: la necessità di una Riforma delle pensioni

Sulle pensioni è partita una fase di confronto con le parti sociali. A fine anno, con la scadenza di misure come Opzione Donna e APE Sociale, si renderà necessario procedere al loro rinnovo perché hanno ottenuto buoni risultati”. Dalle dichiarazioni del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, emerge l’intenzione del Governo di continuare la sperimentazione di strumenti di uscita anticipata dal mondo lavorativo.

La prossima proroga di Opzione Donna riguarderà anche le lavoratrici che raggiungono i 35 anni di contribuzione entro il 31 dicembre 2022 e che siano nate nel 1964 (o nel 1963, se lavoratrici autonome). Il Ministro, poi, ha sottolineato la necessità di intervenire sull’APE Sociale per permettere anche a coloro che svolgono lavori gravosi di accedere alla pensione in anticipo. I beneficiari di tale misura, dunque, saranno i lavoratori che raggiungono i 63 anni di età ed i 30-36 di contribuzione tra il 1° gennaio ed il 31 dicembre 2023.

Sul versante flessibilità in uscita per tutti, invece, si teme l’inerzia del Governo e la mancata predisposizione di uno strumento sostitutivo di Quota 102. Tra le proposte maggiormente avallate spicca quella che prevede la riduzione dell’orario di lavoro, ma i sindacati non sembrano essere entusiasti.

I principali obiettivi del Governo

L’intento è quello di arrivare, nel prossimo anno, ad una definitiva Riforma delle pensioni che soddisfi le parti sociali. Opzione Donna, pensione anticipata per le categorie svantaggiate, pensione complementare ma, soprattutto, misure per garantire l’aumento dell’occupazione stabile per i giovani; sono queste le priorità del Governo.

Una prima ipotesi di riforma è quella proposta dai sindacati; essa prevede la pensione anticipata per tutti (senza vincoli anagrafici e di categoria), al raggiungimento di 41 anni di contribuzione (cd. Quota 41).

L’Esecutivo, invece, preme per una pensione anticipata a 64 anni con calcolo totalmente contributivo dell’assegno. Tale opzione, tuttavia, non convince i sindacati; un possibile compromesso potrebbe essere una pensione a 64 anni con penalizzazione sull’importo, ma con specifiche eccezioni per i soggetti appartenenti alle categorie più svantaggiate.

Infine, l’INPS propone un sistema che permette l’accesso anticipato solo alla quota contributiva della pensione. Per esempio, con 63 anni di età ed almeno 20 anni di versamenti ed un importo minimo pari a 1,2 volte l’assegno sociale.

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