La pensione non è uguale per tutti: occhio alle regole per questi lavoratori

I lavoratori frontalieri possono far valere i contributi maturati all’Estero per percepire la pensione in Italia? La questione è piuttosto complessa.

I lavoratori cd. frontalieri sono i residenti in Italia che si recano, ogni giorno, per lavorare negli Stati esteri confinanti (paesi di frontiera). lavoratori frontalieri

Foto CanvaI Paesi interessati sono, nello specifico: la Svizzera, la Francia, l’Austria, la Slovenia, Città del Vaticano, Repubblica di San Marino. Inoltre, rientrano in tale categoria anche i lavoratori dipendenti residenti in Italia che, in virtù del loro contratto di lavoro, devono soggiornare all’estero per un periodo superiore a 183 giorni.

Il Ministero delle Finanze stabilisce, per i lavoratori frontalieri, anche delle specifiche agevolazioni fiscali.  Analizziamo la disciplina relativa alle pensioni.

Lavoratori frontalieri: quali sono i requisiti per usufruire della pensione italiana?

Una nostra Lettrice ha inviato un interessante quesito, relativo al metodo di calcolo della pensione dei frontalieri:

Buonasera, sono una frontaliera nata il 1° agosto del 1964 ed ho un’invalidità al 70%. Ho 22 anni di contributi in Svizzera. Cosa potrei percepire di pensione? Grazie mille.”

Per quanto riguarda l’ipotesi specifica della gentile Lettrice, per i lavoratori italiani che prestano la propria attività in Svizzera, è stabilita la possibilità, ai fini pensionistici, di cumulare gli anni lavorativi all’Estero, per raggiungere il requisito previsto per la pensione in Italia.

Tuttavia, bisogna sottolineare che tali periodi sono figurativi, cioè sono utili per la maturazione dei requisiti, ma non incrementano il montante contributivo.

Leggi anche: “In pensione con 20 o 30 anni di contributi: le alternative poco conosciute in vigore oggi“.

Pensione italiana o pensione svizzera? Attenzione ai requisiti contributivi

Un italiano che lavora come frontaliere in Svizzera ha la possibilità di scegliere se continuare a versare i contributi all’INPS (dunque, l’Ente italiano) oppure all’Ente previdenziale svizzero?

Si ha diritto alla pensione in Italia, ovviamente, in base ai contributi che effettivamente vengono versati in Italia. Per tale motivo, chi ha lavorato sia in Italia sia all’Estero (nel caso specifico in Svizzera), ha diritto a ricevere due pensioni:

  1. una pensione italiana. Per raggiungere i requisiti richiesti dalla nostra legge, vengono calcolati anche gli anni di lavoro all’Estero, ma solo ai fini della maturazione del presupposto contributivo, perché l’importo dell’assegno si baserà sui soli contributi italiani;
  2. una pensione svizzera, che si ottiene con il compimento dei 65 anni d’età e viene calcolata sulla base dei soli contributi versati in Svizzera.

Distacco transnazionale: in cosa consiste

Dunque, quando presenterà domanda di pensione all’INPS, dovrà evidenziare l’esistenza di un periodo lavorativo all’Estero. L’INPS, dal canto suo, prenderà contatti con l’Ente previdenziale estero per verificare l’estratto contributivo e sommare gli anni contributivi stranieri con quelli italiani.
Vi è, però, un’eccezione e riguarda il caso in cui l’azienda del lavoratore frontaliero abbia sede legale in Svizzera. In tal caso, infatti, non si può scegliere di versare i contributi in Italia, perché bisogna sottostare esclusivamente alla normativa della Nazione in cui l’azienda si trova.

Differente è il caso del distacco transnazionale. Ai fini previdenziali, tale fenomeno comporta il mantenimento, per il lavoratore distaccato, della posizione contributiva, previdenziale ed assistenziale del Paese natio. La disciplina normativa di riferimento è il D.Lgs. n.136/2016, emanato in attuazione della Direttiva 2014/67/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio.

Conclusione

La Lettrice ha due alternative:

  • continuare a svolgere la propria attività in Svizzera come lavoratore frontaliero. In tal caso, per accedere alla pensione italiana, può utilizzare i contributi versati all’Estero, ma solo a titolo figurativo. Vuol dire che tali contributi sono calcolati ai fini del raggiungimento del requisito legislativo ma non aumentano il montante e, dunque, l’importo dell’assegno pensionistico;
  • utilizzare il distacco transnazionale, per il quale trova applicazione il regime previdenziale della Nazione d’origine, cioè l’Italia.

In ogni caso, consigliamo di contattare un patronato, per esaminare del dettaglio la propria posizione contributiva e valutare con esattezza quale opzione sia più soddisfacente.

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