Se il datore di lavoro non paga gli stipendi, occhio alla prescrizione: potresti perderli per sempre

La prescrizione è un particolare meccanismo che opera anche in caso di stipendi non pagati. I dettagli e le tutele per il lavoratore.

Le circostanze dei mancati pagamenti degli stipendi arretrati non sono affatto remote; perciò, il lavoratore deve sapere come fare a tutelarsi anche contro i rischi di prescrizione. I dettagli.

Se il datore di lavoro non paga gli stipendi
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Oggigiorno il mancato pagamento degli stipendi è un problema assai diffuso. Per le motivazioni più diverse un lavoratore potrebbe trovarsi innanzi al non accredito delle spettanze mensili per l’attività svolta sul luogo di lavoro. Chiaro che ciò può comportare una serie di conseguenza negative ‘a cascata’. Basti pensare all’aumento del costo delle bollette e a quello dei beni di prima necessità: senza stipendio è difficile far quadrare il bilancio familiare.

Insomma, il dipendente ha tutto l’interesse a difendersi in una situazione come questa e, con tutta probabilità, potrà farsi la seguente domanda: entro quanto tempo si possono recuperare le buste paga arretrate non versate dal datore di lavoro? Ovvero quando scatta la cd. prescrizione per gli stipendi non pagati? Dare una risposta appare quanto mai opportuno nei tempi odierni, e di ciò ci occuperemo nel corso di questo articolo.

Inoltre, ricordiamo che si possono riscattare i contributi non pagati dal datore di lavoro.

Mancato pagamento dello stipendio: il contesto di riferimento e il rischio prescrizione

Del tutto evidente che, nei casi di mancato pagamento dello stipendio, il dipendente avrà tutto l’interesse ad attivarsi quanto prima per recuperare quanto è nel suo diritto avere.

Tuttavia, la prassi ci insegna che non sempre ottenere il dovuto è operazione abbastanza agevole. Infatti, talvolta, innanzi all’apparente nullatenenza del datore di lavoro, al dipendente non resta che aspettare un possibile mutamento in positivo delle condizioni economiche della persona con cui si è firmato il contratto di lavoro.

Attenzione però: è nell’interesse del lavoratore impedire che si verifichi la prescrizione dello stipendio non pagato. La regola generale a favore dei creditori impone l’invio, in modo periodico, delle lettere di diffida e messa in mora, aventi il preciso fine di interrompere il termine di prescrizione, tanto da farlo decorrere di nuovo dall’inizio.

Ogni lavoratore deve infatti ricordare che se scatta la prescrizione degli stipendi non pagati, il decorso del tempo impedisce per sempre il conseguimento di quanto spettante (diritto al compenso del lavoratore-creditore).

L’atto di interruzione della prescrizione

Alla luce di quanto detto poco sopra, è opportuno allora chiedersi entro quanto tempo il dipendente può agire contro l’azienda per ottenere gli arretrati. Il rischio della prescrizione è del tutto evidente: infatti si tratta del meccanismo che, al decorso di un certo lasso di tempo indicato dalla legge, comporta il venir meno del diritto del creditore. Lo ribadiamo: se scatta la prescrizione, il lavoratore non potrà più reclamare le somme che gli sono dovute.

Sempre in linea generale, ricordiamo che al fine di impedire che un diritto di credito possa subire la prescrizione, il creditore deve rinnovare in forma scritta la richiesta al debitore. Ciò potrà farlo spedendogli una raccomandata o una PEC o una diffida a mani, da questi poi firmata per accettazione. Un atto come questo interrompe infatti il termine della prescrizione e lo fa ripartire dall’inizio, a partire dal giorno dopo. Il meccanismo di interruzione potrà ovviamente essere usato più volte dal creditore.

Per quanto riguarda la specifica situazione del lavoratore, quest’ultimo deve altresì tener presente che l’avvio di un’azione giudiziale contro il debitore comporta la sospensione del termine di prescrizione fino alla fine del procedimento in tribunale.

Gli stipendi arretrati e non pagati dal datore di prescrivono in 5 anni

Veniamo al punto: entro quanto si prescrivono gli arretrati degli stipendi non pagati al lavoratore? Ebbene, la legge afferma che tutti i pagamenti di somme dovute con periodicità annuale o al di sotto dell’anno si prescrivono in 5 anni. Nessun dubbio riguardo allo stipendio: le retribuzioni arretrate e non pagate cadono in prescrizione dopo un quinquennio.

Ma quando inizia a decorrere il termine di prescrizione in questi casi? È stata la Corte di Cassazione a fare chiarezza proprio su questo, superando alcuni contrasti giurisprudenziali. Il lavoratore deve sapere che il termine di prescrizione per gli stipendi non versati decorre dalla cessazione del rapporto di lavoro.

In termini pratici, ciò rappresenta una sostanziale garanzia per il lavoratore. Infatti, il dipendente potrà aspettare fino a massimo 5 anni dalla cessazione del rapporto di lavoro, per conseguire gli importi dovuti e a suo tempo non pagati dal datore.

In altre parole, non serve fare causa nell’immediato al proprio datore. Fino a quando il rapporto di lavoro permane, la prescrizione rimane ‘congelata’ – in quanto i 5 anni iniziano a decorrere soltanto alla fine del rapporto.

Quanto rimarcato dalla Cassazione supera la precedente e discussa impostazione della giurisprudenza, che sosteneva la decorrenza del termine di prescrizione in costanza del rapporto di lavoro, e dunque dal momento in cui lo stipendio è dovuto – vale a dire alla fine del mese. Detta impostazione, infatti, costringeva il lavoratore in una posizione di debolezza e di timore di eventuali ritorsioni in caso di inizio di una causa contro l’azienda.

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