Scuola, addio alle domande a crocette e benvenute domande aperte: una scossa ai Concorsi, da quando?

Scuola, i Concorsi cambieranno con un ritorno al passato. Presto si dovrà dire addio alle domande a crocette, è la decisione del Ministero dell’Istruzione.

Stop alle domande a crocette per un ritorno alle domande aperte. E’ il momento della svolta annunciata dal Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

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I Concorsi per il reclutamento dei docenti subiranno un cambiamento nel 2025. Ad annunciarlo il Ministro Patrizio Bianchi durante l’audizione in Senato presso le Commissioni Affari Costituzionali e Istruzione. Le modalità dei Concorsi Scuola subiranno, nello specifico, una modifica che pur sembrando di poco conto non lo è. I test non saranno più a crocette ma a risposta aperta. Il modello americano verrà, dunque, lasciato da parte per concentrarsi sulla capacità espressiva dei docenti e di scrittura, sulla capacità di elaborare in poche righe un concetto e di saperlo riportare chiaramente.

Scuola, come cambieranno i Concorsi e perché attendere il 2025

I test a risposta multipla continueranno ad essere adottati nei Concorsi Scuola fino a tutto il 2024 per soddisfare la necessità di una veloce assunzione di circa 70 mila docenti. La richiesta viene direttamente dall’Europa e deve essere esaudita ma superato il 2024 si passerà ad una modalità differente, quella delle domande aperte. L’obiettivo dei 70 mila sta per essere raggiunto, afferma il Ministro Bianchi. Nel 2021 sono stati assunti 57 mila insegnati e per l’anno in corso sono previste ulteriori 61 mila assunzioni seguendo però il sistema dei quiz a crocette.

Durante l’audizione, poi, Bianchi ha specificato che i Concorsi continueranno ad essere annuali in modo tale da contrastare il precariato ma dal 2025 verranno richieste capacità differenti per superare l’esame ossia la risposta aperta a domande prive di crocette. La riforma scolastica, però, non riguarderà solamente questa nuova modalità di svolgimento dell’esame ma anche il reclutamento degli insegnanti.

Come cambia il reclutamento dei docenti

La riforma modifica il sistema di formazione iniziale e l’accesso ai ruoli a tempo indeterminato. E’ previsto un percorso universitario e accademico abilitante di formazione iniziale ed esame finale pari a 60 crediti formativi universitari e accademici in modo tale da acquisire le competenze teoriche e pratiche indispensabili per i docenti.

I concorsi pubblici, come detto, rimarranno annuali e nazionali indetti su base regionale oppure interregionale. In più, gli aspiranti insegnati dovranno sostenere un periodo di prova in servizio della durata di un anno con un esame finale e una valutazione dell’operato conclusiva. E’ stato confermato, infine, un percorso alternativo per accelerare le assunzioni con riferimento a chi si fermerà a 30 crediti. Potrà partecipare ad una selezione concorsuale e, superandola, si potranno ottenere gli altri 30 crediti durante il primo anno di inserimento. Il contratto sarà, però, a tempo determinato e part time (su richiesta).

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