Legge 104 e residenza temporanea, perché richiederla e a che cosa serve: la guida rapida

La residenza temporanea potrebbe costituire un’esigenza dello studente, del familiare (legge 104) o del lavoratore. Il meccanismo per averla.

La residenza temporanea è un istituto previsto dal D.P.R. n. 223 del 1989 e mira a disciplinare tutti i casi in cui una persona ha bisogno di una residenza diversa da quella abituale. Come conseguirla?

Legge 104 e residenza temporanea
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Non sono pochi coloro che, per i più diversi motivi, si muovono sul territorio del nostro paese e restano in un posto diverso dalla propria residenza abituale anche solo per pochi mesi. Vivere in un posto differente comporta delle esigenze sia per ogni Comune, che deve monitorare la popolazione presente sul proprio territorio, sia per il cittadino stesso che si sposta e che può accedere a specifici servizi soltanto in virtù dello status di residente.

Qui di seguito vogliamo soffermarci a parlare della cd. residenza temporanea, onde capire in che consiste di preciso e come ottenerla. L’utilità pratica di questo particolare tipo di residenza ben si spiega ad es. con i casi di chi vuole ottenere il congedo straordinario per assistere un familiare disabile. Vediamo i dettagli.

Residenza temporanea: che cos’è in breve

La normativa di riferimento, per quanto attiene alla residenza temporanea, è prevista nel D.P.R. n. 223 del 1989, provvedimento che infatti chiarisce il significato di residenza temporanea.

In particolare, il Comune identifica come residenti temporanei tutti coloro che hanno ambo le seguenti condizioni:

  • vivono nel Comune da almeno 4 mesi;
  • non hanno ancora ottenuto le condizioni per stabilire residenza definitiva.

Non solo. In riferimento a questo cambio provvisorio, dobbiamo chiarire che la residenza per essere ritenuta temporanea non deve oltrepassare i 12 mesi. Altrimenti il cittadino sarà tenuto a domandare l’iscrizione all’anagrafe della popolazione residente.

Vero è che così come i cittadini possono fare domanda di iscrizione, anche un certo Comune può cancellare una persona dall’anagrafe – in quanto assente per un lungo periodo di tempo. Oppure attraverso l’ufficiale dello stato civile l’ente può iscrivere un cittadino nell’anagrafe temporanea. Di fatto le regole della residenza temporanea rispondono alle esigenze sia dell’ente locale, che del cittadino.

I soggetti che possono richiederla

In base a quanto previsto dal D.P.R. sopra citato, possono domandare il cambio temporaneo di residenza i seguenti soggetti:

  • tutti i cittadini italiani che dimorino nel nuovo Comune da almeno quattro mesi;
  • i cittadini extracomunitari che vivono all’estero oppure in un altro Comune italiano e che dimorino in quel comune da almeno quattro mesi;
  • i cittadini UE che risiedono in un altro Comune italiano o all’estero e che dimorino in quel comune da almeno tre mesi.

Ovviamente, l’iscrizione va fatta su domanda ad hoc dell’interessato. Perciò se quest’ultimo intende iscriversi nel registro anagrafe temporanea, devi recarsi in Comune con i documenti richiesti. A seguito dell’iscrizione, nella prassi, il Comune non emette alcun certificato anagrafico. L’interessato deve altresì sapere che può autocertificare la residenza temporanea.

Residenza temporanea: i documenti da presentare

L’interessato alla residenza temporanea deve andare in Comune, portando con sé la domanda di iscrizione (scaricabile sul sito internet del Comune) e il proprio documento di riconoscimento. Il cittadino UE deve altresì presentare il codice fiscale, il contratto di lavoro stagionale oppure, in caso di studente, una dichiarazione dell’università. L’extracomunitario deve invece aver con sé passaporto e permesso di soggiorno.

Rimarchiamo che il meccanismo consente all’interessato di mantenere la residenza nel proprio Comune, ma in quello in cui dimora provvisoriamente è possibile ottenere la residenza temporanea.

Per quali motivi richiederla?

Come detto finora il cambio di residenza può essere fatto anche per un periodo limitato di tempo. Non sorprende infatti che all’interno delle anagrafi dei comuni, siano presenti altresì i cataloghi denominati “registri della popolazione temporanea”. Detti registri includono le informazioni delle persone che non si sono stabilite in modo definitivo in un certo luogo, ma che decidono comunque di indicare la propria situazione al Comune in cui si trovano per un breve lasso di tempo.

Ciascun Comune detiene il registro dell’anagrafe temporanea. In esso l’ente iscrive le persone che dimorano soltanto per un lasso di tempo nella località, che non possono ancora ottenere la residenza definitiva o che non hanno ancora deciso se stabilirsi in modo duraturo nel tempo. Pensiamo al caso tipico di uno studente universitario che sta frequentando un corso e che non sa se permanere a lungo in una certa città diversa da quella di residenza.

Le ragioni che spingono ad un cambio provvisorio e temporaneo di residenza possono essere assai diverse: tra esse abbiamo lavoro, studio, famiglia o malattia. Peraltro, la domanda di cambio temporaneo di dimora mira anche a impedire che il comune di effettiva residenza cancelli il cittadino dall’anagrafe, nell’ambito del periodo di assenza.

Ribadiamo infine che la residenza temporanea consente altresì di ottenere il cd. congedo straordinario al datore di lavoro e, non meno importante, consente di ottenere l’assistenza di un medico del SSN.

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