Patrimoniale europea per finanziare il Next Generation EU? Ecco la verità svelata

A Bruxelles le istituzioni UE hanno ideato un piano per varare una patrimoniale europea. La finalità e le criticità.

La patrimoniale europea messa a punto per finanziare la svolta green e il Next Generation EU potrebbe rivelarsi un clamoroso boomerang, in considerazione di una situazione socio-economica – a livello continentale – potenzialmente esplosiva.

Patrimoniale europea per finanziare il Next Generation EU?
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Il piano Next Generation EU e la transizione ecologica hanno un costo per i cittadini dell’Unione, e a Bruxelles lo sanno bene. Infatti, è notizia fresca quella per cui la Commissione per i bilanci del Parlamento Ue ha dettagliato uno schema atto a varare nuove tasse sui cittadini europei, italiani compresi.

La finalità è appunto quella di finanziare il fondo costituito per sostenere gli stati membri colpiti dalla pandemia. Ma il denaro proveniente dalle nuove tasse servirebbe appunto anche a dare nuove risorse per concretizzare la transizione energetica. Con quest’ultima si intende, in buona sostanza, il passaggio dall’utilizzo di fonti energetiche non rinnovabili a fonti rinnovabili.

Secondo le ultime indiscrezioni, le nuove tasse potrebbero avere la forma di una patrimoniale europea o di una percentuale dei redditi oltre certe soglie.

Nuova patrimoniale europea tra obiettivi di transizione energetica e boom dell’inflazione

La situazione nel continente non è certamente la più idonea per parlare dell’introduzione di una patrimoniale europea. E ciò per una serie di distinti elementi:

  • il Fondo monetario internazionale ha tagliato le stime di crescita dell’Europa, dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina e le sanzioni inflitte alla Russia;
  • l’inflazione nel nostro continente è ai picchi degli ultimi decenni, con rischi ulteriori derivanti dall’inasprimento delle sanzioni verso Mosca;
  • i “lockdown” in Cina e i conflitti commerciali mettono in pericolo i flussi delle catene di fornitura globale e la disponibilità di beni.

Insomma siamo innanzi ad un quadro che non lascia intravedere segnali positivi per quanto riguarda il potere di acquisto delle famiglie e dei singoli cittadini.

E come accennato i finanziamenti legati al Next Generation EU debbono essere sostenuti a loro volta: gli osservatori più attenti dunque temono un nuovo aumento dell’inflazione o nuove tasse come appunto una patrimoniale europea. L’inflazione è una sorta di tassa ‘nascosta’, invece la nuova tassa per finanziare la transizione energetica non lo è ed è di certo lungimirante e caratterizzata da una certa fondatezza. Ma è pur vero che nei tempi odierni, ovvero in una fase di chiaro rallentamento economico, la domanda se davvero sia opportuna e pertinente rispetto alla situazione, si pone inevitabilmente.

Tassa patrimoniale per la transizione energetica: quali prospettive?

La transizione energetica non può certamente intendersi come un’operazione senza costi, essendo infatti un cambiamento di evidente rilievo. E c’è chi sostiene – non senza un tono critico – che se fosse davvero conveniente per tutti non vi sarebbe bisogno né di incentivi, né di interventi statali. Ciò in quanto le aziende si attiverebbero in maniera autonoma.

Inoltre la spinta ad un mondo più ecologico comporta una serie di criticità: per esempio il problema della volatilità della produzione elettrica rinnovabile; altro problema tuttora esistente è invece quello dell’impatto ambientale delle cd. rinnovabili.

In sintesi, vero è che la transizione energetica ha finora raccolto larghi consensi tra i cittadini UE, in quanto presentata in maniera fuorviante come una sorta di rivoluzione a costo zero. Ma così non è.

I costi sono stati finora nascosti nella fiscalità generale o nelle bollette. E se fino al recente passato l’economia cresceva e poteva godere di diversi anni di prezzi ultra compressi di gas e petrolio, ora la situazione è cambiata non poco.

Nei tempi odierni il costo della transizione è salito grandemente, in quanto costruire una nuova infrastruttura con i prezzi della componentistica in pieno boom rappresenta un’impresa non indifferente. E la stessa economia, nei suoi vari segmenti, oggi non gode di buona salute.

Staremo a vedere se davvero sarà introdotta una patrimoniale europea in chiave green. Finora siamo sul terreno dei progetti e degli schemi ed è pur vero che la popolazione, nel suo complesso, oggi non è probabilmente a favore della transizione a ogni costo. Anzi il rischio è quello di immettere altri elementi di tensione sociale in una situazione già piuttosto turbolenta.

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