Nel 2025 il bonus asilo nido cambia: attenzione alle nuove regole INPS per non perdere il rimborso.
Numerose famiglie italiane fanno affidamento sul Bonus asilo 2025, un sostegno fondamentale in presenza di bambini piccoli. Tuttavia, la nuova normativa INPS ha introdotto sostanziali modifiche che stanno generando incertezze e ritardi nei rimborsi.

Il beneficio è rivolto ai genitori di bambini con meno di tre anni, iscritti a nidi pubblici o privati autorizzati, e include anche i casi di adozione, affido temporaneo o presenza di gravi patologie che potrebbero richiedere assistenza domiciliare.
L’importo massimo del bonus è stato rivisto al rialzo. Per quanto riguarda i nati dal 1° gennaio 2024, il contributo può arrivare fino a 3.600€ annui, se l’ISEE minorenni non supera i 40.000€. Per i bambini nati prima di questa data, l’’importo varia da 1.500 a 3.000 euro a seconda della fascia ISEE. È stato inoltre rimosso l’obbligo di avere un secondo figlio per accedere al contributo massimo, rendendo la misura più inclusiva.
Le nuove regole INPS che bloccano il rimborso del Bonus asilo nido 2025
L’INPS ha chiarito le nuove regole in merito al Bonus asilo nido 2025. Il cambiamento più critico riguarda il vincolo tra richiedente e pagatore. È bene ricordare, infatti, che dal 2024 l’INPS richiede che il genitore che presenta la domanda sia anche colui che ha sostenuto la spesa.

Questo dettaglio, spesso ignorato, sta causando il blocco dei rimborsi anche per pratiche già accolte. La disposizione è stata ufficializzata con la circolare INPS n. 1165 del 4 aprile 2025 e si applica anche retroattivamente alle richieste già inoltrate quest’anno.
Dunque, il problema emerge in fase di controllo, quando l’INPS verifica i documenti: se il pagamento dell’asilo è stato effettuato da un genitore diverso da quello che ha presentato la domanda, il rimborso viene sospeso o annullato. Le famiglie devono quindi fornire ricevute, bonifici o prove di pagamento chiaramente intestati al richiedente.
Per evitare la perdita del contributo, è fondamentale assicurarsi che la spesa venga effettuata e documentata dallo stesso soggetto che presenta la richiesta. In caso contrario, l’unica soluzione è modificare l’intestatario della domanda (se ancora possibile) o ripresentarla con la documentazione corretta.
Questa nuova interpretazione stringente, poco pubblicizzata, sta creando disagi a molte famiglie, che rischiano di vedere vanificato un sostegno economico rilevante. Resta dunque essenziale leggere attentamente le indicazioni INPS e conservare tutta la documentazione di spesa per evitare ritardi o rifiuti.