Indennità di accompagnamento e ricovero: come evitare di perdere la prestazione

L’Indennità di accompagnamento è una prestazione dedicata agli invalidi civili che viene sospesa in caso di ricovero oltre i 29 giorni. 

Al verificarsi di alcune circostanze sarà possibile continuare a fruire dell’indennità di accompagnamento anche superati i 29 giorni di ricovero. Lo stabilisce l’INPS con il messaggio numero 3347 del 26 settembre 2023. Va ad integrare, così, la disciplina della prestazione.

Indennità di accompagnamento e ricovero disabile
Con il ricovero si perde l’indennità di accompagnamento? (Informazioneoggi.it)

L’indennità di accompagnamento spetta agli invalidi totali con impossibilità di deambulare in modo autonomo o incapaci di compiere azioni della vita quotidiana e ai soggetti mutilati. La prestazione economica viene corrisposta per dodici mensilità a partire dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda. Possono inoltrare domanda tutti i cittadini con i requisiti sanitari richiesti residenti in Italia in forma stabile indipendentemente dal reddito personale e dall’età anagrafica.

Nel 2024 l’importo dell’Indennità di Accompagnamento è pari a 531,76 euro. L’erogazione della prestazione viene sospesa nel momento in cui il percettore dovesse essere ricoverato a totale carico dello Stato per un periodo superiore a 29 giorni. Ci sono delle eccezioni, però, secondo le quali è possibile continuare a ricevere la misura assistenziale economica pur superando il suddetto limite temporale.

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Quando l’Indennità si continua a ricevere anche con il ricovero

Nel messaggio INPS numero 3347 si legge che l’Indennità di accompagnamento continuerà ad essere erogata anche in caso di ricovero della persona invalida in una struttura ospedaliera pubblica o convenzionata con il SSN per un periodo superiore a 29 giorni. Questo se la struttura in questione non dovesse garantire un’assistenza esaustiva. Significa che se nonostante il ricovero sia necessaria la presenza di un familiare o di un infermiere specializzato allora l’Indennità di Accompagnamento si potrà continuare a percepire.

Il familiare o l’infermiere dovranno essere indispensabili per far compiere all’invalido gli atti della vita quotidiana. Allo stesso modo non ci sono limiti temporali per il genitore che assiste il figlio minore ricoverato essendo la sua presenza indispensabile per il benessere fisico e relazionare del bambino/ragazzo. L’Indennità di accompagnamento, dunque, può non essere sospesa nonostante un ricovero superiore a 29 giorni.

Gli assistiti dovranno, però, completare una procedura telematica per comunicare all’INPS i periodi di ricovero durante i quali sussistono le condizioni che danno diritto alla prestazione. In allegato dovrà essere aggiunta la documentazione attestante la soddisfazione dei requisiti. L’iter telematico si avvia accedendo al sito dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale tramite credenziali digitali ed entrando nella sezione “Sostegni, sussidi e Indennità”. La dichiarazione dovrà contenere la data di inizio e fine del ricovero e accertate la necessità di assistenza esterna durante il ricovero.

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