TFR o Fondi pensioni: cosa conviene di più ai lavoratori

Ai lavoratori conviene lasciare i soldi nel Trattamento di Fine Rapporto o spostarli in un Fondo pensione? Vediamo come si guadagna di più.

Tanti italiani stanno scegliendo la previdenza complementare per accumulare risparmi da usare al momento del pensionamento.

TFR o Fondo pensione? Cosa conviene
TFR o Pensione complementare, cosa sapere (Informazioneoggi.it)

I lavoratori guardano alla pensione futura con terrore. Permetterà loro di mantenere lo stesso tenore di vita? Se la risposta è no – e capita sempre più stesso a causa del sistema di calcolo contributivo – la scelta verte sulla previdenza complementare. Ma i fondi pensione convengono realmente più del Trattamento di Fine Rapporto?

La Covip – Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione – ha condotto un’indagine per rispondere alla domanda. Gli italiani apprezzano sempre più la soluzione alternativa al TFR ma ci sono degli aspetti di cui tener conto. La previdenza complementare è strettamente connessa agli eventi mondiali e alla situazione economica.

Nel 2022 l’inflazione e l’instabilità geopolitica hanno determinato un calo dei Fondi azionari (11,7-13,2%), dei Fondi bilanciati (10,5-12,3%) e dei Fondi obbligazionari (3,5-10,9%). E i rendimenti aggregati hanno mostrato un trend negativo.

Eppure il numero degli italiani che ha scelto la pensione complementare è aumentato del 2%. Il 2023 li ha premiati con una ripresa del rendimento dei Fondi pensione. In generale la differenza è tra un 5-5,4% dei Fondi e un 2,3% del TFR negli ultimi anni.

Ci sono anche altri motivi che spingono verso un Fondo pensione. Il TFR in azienda è soggetto a tassazione IRPEF fino al 43% con anticipi sopra i 50 mila euro mentre la previdenza complementare ha aliquote tra il 9 e il 15%. 

A conti fatti quali sono i vantaggi? Investendo 100 euro al mese in un Fondo pensione consentirà di raddoppiare il capitale nel tempo. Di conseguenza si potrebbe ottenere (ci sono tante variabili da considerare) una rendita integrativa interessante che andrebbe ad arricchire la pensione. Il condizionale è d’obbligo perché eventi esterni avversi non sono al momento valutabili. Ogni investimento ha un rischio e i lavoratori dovranno scegliere se accettarlo o meno.

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