C’è più di una pensione di vecchiaia: chiarimenti su requisiti e contributi per chi vuole ottenere l’assegno INPS ogni mese

La pensione di vecchiaia permette ai lavoratori il pensionamento a 67 anni con 20 anni di contributi. Ma c’è molto di più.

Le strade verso il pensionamento sono diverse per gli italiani. Il principale scivolo è la pensione di vecchiaia.

Pensione di vecchiaia requisiti e contributi
Le pensioni di vecchiaia 2024 – Informazioneoggi.it

La pensione di vecchiaia ordinaria è una misura strutturale che sarà dunque attiva anche nel 2024. La maggior parte dei lavoratori sa che richiede il compimento di 67 anni di età e la maturazione di 20 anni minimi di contributi per lasciare il lavoro. In realtà il sistema previdenziale prevede altre due tipologie di pensione di vecchiaia.

Una è dedicata agli invalidi con percentuale di disabilità pari o superiore all’80%. Permette di andare in pensione alle donne a 56 anni e agli uomini a 61 anni (considerando la finestra mobile di 12 mesi l’età effettiva sarà 57 e 62 anni). Anche in questo caso sono sufficienti 20 anni di contributi.

Poi c’è la riduzione prevista per chi svolge attività gravose. Per questi lavoratori valgono le condizioni precedenti al 2019. Significa che possono andare in pensione con 5 mesi di anticipo, a 66 anni e sette mesi. In questo caso, però, i contributi necessari diventano 30.

Soffermiamoci ora sul requisito contributivo della pensione di vecchiaia ordinaria. I venti anni possono essere raggiunti con la  contribuzione versata a qualsiasi titolo. Contributi effettivi ed obbligatori ma anche quelli figurativi derivanti da periodi di malattia, maternità, infortunio, servizio civile, servizio militare, disoccupazione e cassa integrazione.

La contribuzione figurativa conteggia anche i contributi versati in casse previdenziali differenti da quelle INPS. In questo modo si potranno raggruppare tutti i contributi maturati e farli valere per raggiungere il requisito contributivo necessario per il pensionamento.

Concludiamo ricordando che per i contributivi puri (coloro che hanno iniziato a versare contributi dopo il 1° gennaio 1996) i venti anni maturati potrebbero non bastare. La normativa prevede, infatti, che la pensione sia almeno di 1,5 volte l’assegno sociale. L’importo di questa prestazione è 503,27 euro nel 2023, di conseguenza per il pensionamento occorrerà aver maturato minimo 754,90 euro di pensione. Se così non fosse sarà necessario che il lavoratore attenda i 71 anni per accedere alla pensione di vecchiaia. A questo requisito anagrafico, infatti, si affianca il requisito contributivo minimo di cinque anni.

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