IT-Alert mette a rischio la nostra privacy? Tutta la verità

Sono in tanti ad aver ricevuto il messaggio d’allarme di IT-Alert. La nostra privacy è a rischio? Tutta la verità: ecco come funziona.

Lo smartphone improvvisamente è scosso da una vibrazione e un suono che non è la classica suoneria e nemmeno un promemoria. Si tratta di un messaggio che compare sullo schermo degli utenti: “IT-Alert, questo è un messaggio di test”.

IT-Alert: come funziona
Il sistema IT-Alert (Instagram @italertgov) – InformazioneOggi.it

I cittadini si sono divisi: c’è chi è stato colto alla sorpresa e chi attendeva il messaggio perché informato dagli avvisi preventivi di test. Quello che è certo è che in tanti si chiedono come funziona IT-Alert e se il nuovo sistema d’allarme della Protezione Civile mette in pericolo la sicurezza della popolazione. A spiegarlo è stato il geologo e divulgatore scientifico Andrea Moccia su TikTok.

IT-Alert, come funziona e a cosa serve

IT-Alert è un progetto della Protezione Civile pensato per salvare vite umane. Consente di dire in maniera istantanea alla popolazione di una determinata area che c’è un’emergenza alla quale prestare attenzione. In pratica, è lo strumento di allarme pubblico per le gravi emergenze.

In pratica, la Protezione Civile individua l’emergenza in arrivo o che già è in corso per poi diramare il segnale di allerta alle celle telefoniche che si trovano nell’area colpita. Le celle, a loro volta, inviano la notifica a tutti i telefoni che sono connessi, ovvero che hanno una linea e sono accesi, e quindi a tutti gli utenti che si trovano in un’area potenzialmente pericolosa.

È importante sottolineare che IT-Alert non è pericoloso per la privacy dei cittadini. Né la Protezione Civile e né il Governo stanno spiando la popolazione. Questo perché è la cella telefonica che invia il messaggio in automatico in modo unidirezionale, senza ricevere quindi nessun dato di ritorno.

In poche parole, la Protezione Civile non ha un elenco dei numeri di telefono e non decidono a chi mandarlo e a chi no. A debellare ogni dubbio è stato anche il Garante della Privacy il quale si è espresso a favore dell’iniziativa, tranquillizzando tutti e per certificare la correttezza del sistema.

Pare che il sistema diventerà attivo dal 2024 dopo la fase di test e si attiverà nei seguenti casi:

  • Maremoto generato dopo una scossa di terremoto;
  • Collasso di una grande diga;
  • Attività vulcanica, per quanto riguarda i vulcani Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano e Stromboli;
  • Incidenti nucleari o emergenze radiologiche;
  • Incidenti rilevanti in stabilimenti industriali.

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