Esonero turni di reperibilità come caregiver: quando è possibile e quale documentazione presentare

Il dipendente caregiver può scegliere di non svolgere lavoro notturno o turni di reperibilità per accudire un familiare disabile. Entro quali limiti?

La Legge n. 104 del 1992 assicura una serie di tutele ai lavoratori affetti da disabilità e ai familiari che li assistono.

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I caregivers possono rifiutarsi di svolgere il lavoro notturno o i turni di reperibilità? – InformazioneOggi.it

Tra le agevolazioni previste per il caregiver, particolare importanza riveste l’esonero dallo svolgimento dell’attività lavorativa su turni di reperibilità.

Nel dettaglio, il D.lgs. n. 115 del 2001, artt. 42 e 53, e il D.lgs. n. 115/2003 stabiliscono che il dipendente a cui spettano le agevolazioni previste dalla Legge 104 per accudire un familiare disabile ha il diritto di essere esonerato dai turni notturni e, se previsti dal contratto di lavoro, dai turni di reperibilità.

Se, dunque, il lavoratore caregiver usufruisce dei permessi, la sua attività lavorativa è sospesa per intero e non può essere disponibile ad un eventuale servizio di reperibilità richiesto dal datore.

Lo scopo di tale normativa è quello di garantire le cure idonee e necessarie per il disabile che, in assenza del caregiver, soprattutto nelle ore notturne, verrebbe gravemente compromesso.

Esonero dai turni di reperibilità per caregiver: il datore può vietarlo?

Un Lettore ha inviato il seguente quesito:

Salve, sono un medico con invalidità al 50% e riconoscimento di Legge 104, art. 3, comma 1, e, allo stesso tempo, sono cargiver convivente di mia moglie con invalidità al 75% e Legge 104, art. 3, comma 1. Posso avere esonero dai turni di reperibilità festiva? Grazie“.

L’art. 53 del D.Lgs.n.151 del 2001 specifica che non hanno l’obbligo di svolgere il lavoro notturno i dipendenti che prestano assistenza ad un familiare a carico disabile ai sensi della Legge 104 del 1992. Allo stesso modo, i suddetti lavoratori non possono essere impiegati per turni di reperibilità in tale lasso di tempo.

A ribadire tale principio è stato anche l’INPS, con la Circolare n. 90 del 2007. L’Istituto ha evidenziato che, durante l’assistenza al familiare disabile, il caregiver non può prestare alcun tipo di attività lavorativa. La ragione di tale previsione risiede nel fatto che, oltre ad assicurare adeguata cura al disabile, è necessario che il lavoratore abbia il giusto riposo per esplicare al meglio il proprio ruolo.

Nel caso del nostro gentile Lettore, ci sono i presupposti per godere dell’esonero dai turni di reperibilità. Egli, infatti, specifica che la moglie non è affetta da handicap con connotazione di gravità, ma ha ottenuto il riconoscimento del comma 1, art. 3, della Legge 104/1992; l’art. 53 del D.gs. n. 151 del 2001, tuttavia, nel sancire il diritto all’esonero parla genericamente di “disabile“, senza alcun riferimento allo stato di gravità.

Specifichiamo, infine, che l’esonero dai turni di reperibilità e dal lavoro notturno non costituisce un diritto assoluto e, pertanto, il datore di lavoro può accordarsi con il dipendente e decidere in quali giorni effettuare le reperibilità, compatibilmente con i bisogni del disabile. Vanno, infatti, sempre contemperate le esigenze del caregiver con le necessità organizzative e produttive dell’azienda.

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