Donna paralizzata da ictus ottiene la voce grazie all’intelligenza artificiale

Grazie ad un microchip impiantato nel cervello, una donna paralizzata da Ictus adesso può “parlare e muoversi”, proiettando i suoi pensieri.

L’Intelligenza Artificiale sta pian piano entrando sempre di più nelle nostre vite e sembra che sia destinata a risolvere alcuni dei grandi problemi che affliggono l’uomo. Nel comparto sanitario è stato effettuato un esperimento rivoluzionario.

donna colpita da ictus parla con l'ia
Grazie all’Intelligenza Artificiale e a un microchip una donna può parlare attraverso il suo Avatar – InformazioneOggi.it

Quando una persona viene colpita da Ictus sono molteplici le conseguenze, e alcune di esse anche gravissime. Nel caso del recente esperimento parliamo della condizione chiamata locked-in. Si ha questa condizione quando tutti i muscoli sono paralizzati, anche se i sensi funzionano correttamente.

Una donna che aveva avuto un terribile Ictus a soli 30 anni ha collaborato con un team di ricercatori e ciò che è stato sviluppato ha dell’incredibile. Adesso non rimane che perfezionare il tutto e renderlo disponibile su larga scala.

Come funziona l’Avatar della donna paralizzata da Ictus e quali sono gli scenari futuri

Dopo l’evento tragico, la trentenne è riuscita a recuperare parzialmente alcune funzioni del corpo. Oggi respira da sola, può muovere il collo, sbattere le palpebre e pronunciare alcune parole.

Ovviamente è quasi impossibile stabilire una comunicazione efficace con un soggetto altamente invalido. Ecco che un team di scienziati ha creato un nuovo connubio uomo-macchina, arrivando a risultati strepitosi.

Nel cervello della donna hanno impiantato un chip, che analizza gli impulsi del cervello dedicati alla comunicazione e alla mimica facciale. Tramite un cavo esterno, il chip è stato collegato ad un computer, guidato dall’Intelligenza artificiale. La donna ha effettuato un training molto impegnativo, così come l’IA. In pratica ha insegnato lei stessa all’Intelligenza artificiale a trasformare i suoi impulsi/pensieri in parole ed espressioni facciali.

Il risultato è che adesso la donna può comunicare con la sua famiglia tramite uno schermo. Nel display c’è un Avatar, che riproduce le sue fattezze, e che parla e mostra espressioni sul volto esattamente come farebbe la donna se potesse muovere i suoi muscoli. Un ulteriore “regalo” è arrivato per la donna che si è sottoposta all’esperimento. Gli esperti hanno sintetizzato la sua voce, utilizzando dei vecchi video, e così adesso l’Avatar ha la stessa voce della donna.

Si tratta di una scoperta che rivoluzionerà in meglio la vita di tutte quelle persone che sono immobilizzate. Possiamo immaginare cosa significa questo per i pazienti e anche per i familiari che li devono assistere. Certamente saranno necessari aggiustamenti e migliorie, ma il primo grande passo è stato fatto e adesso la strada è solamente in discesa.

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