Rivalutazione delle pensioni: grandi novità in vista, ecco quanto costerà e da quando

Nel 2024 le pensioni avranno un importo maggiorato, per via della rivalutazione. Si tratta però, di una manovra non semplice a causa dei costi.

Non è stato un anno semplice per la maggior parte dei pensionati, che hanno dovuto fare i conti con l’aumento dell’inflazione e del costo della vita.

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Cosa comporta la rivalutazione delle pensioni? – InformazioneOggi.it

Oltre alla predisposizione di adeguati sussidi economici per aiutare i cittadini maggiormente in difficoltà, il Governo sta pensando a delle soluzioni che possano influire significativamente sulle pensioni.

Saranno, senza dubbio, dei mesi cruciali, durante i quali l’Esecutivo dovrà discutere a lungo sulla Riforma del sistema previdenziale con sindacati e parti sociali.

Al momento, le preoccupazioni principali sembrerebbero due: il superamento della Legge Fornero e la rivalutazione delle pensioni. Analizziamo attentamente quest’ultimo aspetto.

Rivalutazione delle pensioni: quali sono le possibili alternative?

L’ostacolo principale alle rivalutazione totale delle pensioni al vertiginoso incremento del costo della vita è di natura economica.

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Nuovi importi delle pensioni dal 2024 – InformazioneOggi.it

Secondo gli esperti, infatti, la manovra costerebbe ben 14 miliardi di euro. Per questo motivo, per il prossimo anno, l’Esecutivo sta pensando a delle misure in tutela delle pensioni più basse.

Per tutelare le esigenze di una platea più elevata di beneficiari, inoltre, è probabile che vengano riconfermati alcuni strumenti di flessibilità in uscita, come l’Ape Sociale, Opzione Donna (con delle modifiche, perché il numero delle beneficiarie nel 2023 si è drasticamente ridotto) e Quota 103 (con 41 anni di anzianità contributiva e 62 anni di anzianità anagrafica).

A luglio importanti aumenti sulle prestazioni minime, ma si pensa già agli importi del prossimo anno

Nel mese di luglio sono stati accreditati gli aumenti dei trattamenti minimi approvati con la Legge di Bilancio.

In particolare, il tasso di rivalutazione delle pensioni integrate al minimo è stato fissato al 6,4% per gli ultrasettantacinquenni e all’1,5% per tutti gli altri titolari.

Si tratta di un aumento che si aggiunge a quello introdotto ai fini del recupero dell’inflazione, per effetto del quale gli assegni minimi passeranno da 563,74 euro a 599,82 euro.

Nel mese di luglio, pertanto, i pensionati hanno ricevuto anche i 6 mesi di somme arretrate, spettanti da gennaio a giugno.

Le stesse percentuali si applicano, poi, alle pensioni di importo inferiore al minimo, che non possono essere integrate.

Per consentire la rivalutazione delle pensioni, sono stati stanziati circa 400 milioni di euro.

È opportuno specificare, tuttavia, che queste innovazioni non sono definitive ma solo temporanee. Per il 2024, infatti, verrà riconosciuto un aumento del 2,7%, a prescindere dall’età dei pensionati. Di conseguenza, potranno beneficiare della manovra anche coloro che hanno meno di 75 anni.

Bisogna, infine, segnalare che, da gennaio 2024, è previsto un nuovo adeguamento all’inflazione che dovrebbe aggirarsi intorno al 6%.

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