Il lato oscuro dello stralcio delle cartelle: pensioni a rischio ma arriva la sanatoria a risolvere

Lo stralcio automatico delle cartelle sotto i mille euro ha messo in pericolo le pensioni. Arriva una sanatoria a tirar fuori dai guai gli autonomi.

I lavoratori autonomi potrebbero aver perso anni di contributi a causa dello stralcio delle cartelle. Salvataggio in extremis.

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Stralcio delle cartelle, pensioni a rischio: come salvarle – Informazioneoggi.it

La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto la definizione agevolata con la rottamazione delle cartelle affidate all’Agenzia delle Entrate tra i 1° gennaio 2000 e il 30 giugno 2022 e lo stralcio delle cartelle automatico sotto i mille euro. Significa che tutti i debiti inferiori a mille euro sono stati cancellati comprese le cartelle riguardanti i debiti contributivi.

Se da una parte la posizione fiscale dei debitori è ritornata “pulita”, dall’altra si corre il rischio di perdere mesi o anni di contributi indispensabili per il pensionamento. Il problema diventa particolarmente rilevante per i lavoratori autonomi agricoli. Basta non versare una sola rata di contributi per perdere l’accredito di tutta l’annualità. Conseguenza terribile.

Stralcio delle cartelle, come evitare il peggio e salvare i contributi

I lavoratori devono evitare di perdere i contributi. Una prima strada sarebbe potuta essere quella di versare quanto dovuto prima che si applicasse lo stralcio delle cartelle. Purtroppo questa via non è più percorribile ma niente paura.

sanatoria per salvare le pensioni degli autonomi
Una sanatoria per salvare gli autonomi – Informazioneoggi.it

Arriverà una sanatoria a salvare i contributi degli autonomi. Dovrebbe consentire il recupero dei mesi o degli anni cancellati dallo stralcio automatico. Destinatari del salvataggio sono commercianti, artigiani, autonomi agricoli e i lavoratori iscritti alla Gestione Separata INPS. Queste categorie potranno richiedere la riattivazione dei contributi cancellati a condizione di versarli entro il 2023, in un’unica soluzione oppure a rate.

Tale direttiva è contenuta nella versione definitiva del Decreto lavoro. Da sottolineare come non si limiti a salvare i contributi persi con lo stralcio dell’anno in corso ma anche quelli cancellati con lo stralcio del 2018 (relativi ai debiti affidati all’Agenzia delle Entrate dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2010). Rientrano nella sanatoria, però, solamente i contributi non toccati dalla prescrizione quinquennale. 

Il discorso della sanatoria non coinvolge i lavoratori dipendenti. Questo perché per il dipendente non ci sono conseguenze allo stralcio. Il datore di lavoro risparmierà l’importo che avrebbe dovuto versare per le cartelle con debiti contributivi. Per il dipendente opererà il principio di automaticità della prestazione (la pensione spetta anche se il datore non ha versato i contributi). Significa che nonostante lo stralcio l’estratto conto contributivo non subirà effetti negativi.

Il problema, dunque, risulta coinvolgere unicamente i lavoratori autonomi ma è stato presto risolto dal Governo con la pianificazione dell’arrivo di una apposita sanatoria.

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