Indennità di accompagnamento: cosa deve risultare dal verbale per accedere alla prestazione

L’indennità di accompagnamento è riconosciuta agli invalidi civile totalmente inabili, impossibilitati a deambulare.

Per ottenere l’indennità di accompagnamento sarà necessario che il richiedente risulti “non in grado di compiere gli atti quotidiani della vita”. Cosa significa?

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A chi spetta l’indennità di accompagnamento – Informazioneoggi.it

La prestazione di assistenza non reversibile è dedicata ai cittadini residenti in Italia che non possono deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore o che hanno bisogno di un’assistenza continua non riuscendo a compiere gli atti della vita quotidiana.

L’indennità di accompagnamento può essere richiesta dagli invalidi civili con cittadinanza italiana, extracomunitari con permesso di soggiorno e dai cittadini UE residenti nella nostra nazione. La prestazione non richiede il rispetto di alcun requisito anagrafico. Può essere ottenuto, dunque, indipendentemente dall’età a condizione che il richiedente sia

  • in possesso del riconoscimento di un’invalidità civile totale e permanente del 100% con necessità di accompagno,
  • impossibilitato a deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore o
  • impossibilitato a compiere gli atti quotidiani della vita senza il supporto assistenziale continuo.

Cosa si intende per atti quotidiani?

Indennità di accompagnamento: cosa significa non poter compere gli atti quotidiani

Il requisito di accesso all’indennità di accompagnamento si verifica nel momento in cui il soggetto con invalidità civile non è in grado di compiere in autonomia le azioni elementari che ogni soggetto della stessa età riesce, invece, ad espletare ogni giorno.

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Indennità di accompagnamento, cosa sono gli atti quotidiani – Informazioneoggi.it

Gli atti quotidiani della vita sono l’insieme delle funzioni svolte ogni giorno identificabili come atti interdipendenti o complementari necessari. Parliamo del vestirsi, del mangiare, lavarsi, espletare i bisogni fisiologici, preparare il pranzo e la cena, fare compere, spostarsi in casa o raggiungere il luogo di lavoro. Sono atti quotidiani anche l’orientamento spazio-temporale, riconoscere il valore del denaro, fare le faccende domestiche, auto-medicarsi se necessario, poter chiedere aiuto, accendere radio e televisione o guidare l’auto.

I cittadini che non riescono a compiere in autonomia tali funzioni possono inoltrare domanda di indennità di accompagnamento all’INPS. La misura viene erogata per dodici mensilità (non è prevista la tredicesima) a partire dal primo giorno successivo alla presentazione della domanda o, in rari casi, dalla data indicata sul verbale redatto dalla Commissione medico-legale che ha riconosciuto l’invalidità civile.

Le erogazioni dell’Indennità si interrompono in caso di ricovero in una struttura a carico dello Stato per un periodo superiore ai 29 giorni. La prestazione non viene erogata se il richiedente è percettore di trattamenti per causa di guerra, di servizio o lavoro. Il cittadino, però, può rinunciare ad una misura per sceglierne un’altra più conveniente.

Per quanto riguarda l’importo dell’Indennità di accompagnamento, nel 2023 la somma erogata è di 527,16 euro al mese ossia 6.325,92 euro all’anno.

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