La F1 ha cambiato varie volte il sistema di punteggio, che oggi premia molti piloti. Ecco in che posizioni si deve arrivare per fare punti.
Il mondiale di F1 è la massima espressione del motorsport, e tutti coloro che mettono il casco per la prima volta nei kart sognano di arrivare in questa categoria. Solo in pochi ci riescono, visto che a disposizione ci sono solamente 20 sedili, e non c’è da sorprendersi se al via troviamo i migliori piloti del mondo.
Una volta giunti in F1, è ancor più difficile pensare di primeggiare, visto che il livello è altissimo e che ci sono solo poche auto che possono lottare per il mondiale. Nella giornata di oggi, vi spiegheremo l’attuale sistema di punteggio, che rispetto al passato dà più possibilità di ottenere risultati di rilievo.
La F1 è uno sport dove le regole cambiano spesso, ed oggi affronteremo il discorso legato all’assegnazione dei punti. Il sistema di punteggio attuale è stato introdotto nel 2010, ed è pensato per premiare maggiormente il vincitore, ma anche per permettere a più squadre e più piloti di ottenere punti.
Lo schema è il seguente, anche se poi c’è un discorso a parte da fare per chi riesce a giungere a punti anche nella Sprint Race, grande novità degli ultimi anni:
Nel 2019 è stata aggiunta la regola che consente a chi ottiene il giro più veloce di portare a casa un punto ulteriore. Tuttavia, lo si ottiene solamente se si termina tra i primi dieci, ovvero in zona punti, altrimenti il primato non viene considerato ai fini della classifica, ma solamente per le statistiche.
Come dicevamo poco fa, la F1 ha imboccato la direzione delle Sprint Race in questi ultimi anni, introducendole nel 2021. Due anni fa ne sono state disputate tre, e solamente i primi tre classificati otteneva punti: 3 al vincitore, 2 al secondo ed un punto al terzo. Dallo scorso anno, invece, la regola è cambiata, seguendo tale schema:
Nella “garetta” del sabato non è previsto il punto addizionale del giro più veloce. Rispetto al passato, il sistema di punteggio attuale è molto diverso, visto che tra il 2003 ed il 2009 andavano a punti soltanto i primi otto classificati, con 10 punti al vincitore, 8 al secondo, 6 al terzo e via discorrendo.
Fino al 2002, invece, tale sistema era ancora più elitario, visto che finivano a punti soltanto i primi 6, con 10 punti a chi vinceva, 6 al secondo, 4 al terzo e via dicendo. All’epoca, dunque, le squadre più piccole potevano sperare di muovere la classifica soltanto in caso di gare pazze, caratterizzate da tanti problemi di affidabilità. Con il tempo, tali variabili sono divenute sempre più rare, portando la FIA a modificare i regolamenti per permettere a più team di essere in lotta per qualcosa di importante.
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