Contributi lavoratori esteri: l’INPS chiarisce come ottenere la regolarizzazione e i vari aspetti

L’INPS ha comunicato i nuovi minimali retributivi per coloro che lavorano in Paesi extra-comunitari, necessari per il calcolo dei contributi, delle pensioni e degli altri trattamenti economici.

Fino al 16 giugno 2023, si potranno regolarizzare i contributi a favore dei lavoratori che prestano servizio presso Paesi extracomunitari.

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Contributi esteri – InformazioneOggi.it

A stabilirlo è la Circolare INPS n. 33/2023, che ha chiarito gli obblighi delle aziende, in seguito all’aggiornamento dei minimali reddituali per i lavoratori italiani che si trovano in Paesi extracomunitari, per i quali vigono accordi di sicurezza sociale.

Scopriamo, dunque, le principali novità introdotte dal provvedimento.

Cosa sono le retribuzioni convenzionali e perché sono fondamentali per i contributi?

La Legge n. 398/1987 prevede che i contributi per le assicurazioni sociali obbligatorie devono essere determinati sulle retribuzioni convenzionali e i contratti collettivi nazionali di categoria. Tale copertura previdenziale deve essere assicurata dai datori di lavoro che assumono dipendenti italiani nella nostra Nazione, per inviarli nei Paesi extracomunitari non legati da accordi in materia di sicurezza sociale.

La normativa si applica non solo ai lavoratori italiani, ma anche a quelli di altri Paesi membri dell’Unione Europea e a quelli extracomunitari, titolari di un valido permesso di soggiorno e di un contratto di lavoro in Italia, mandati dal proprio datore in uno Stato extracomunitario.

Le retribuzioni convenzionali, tuttavia, non servono solo a stabilire l’ammontare dei contributi dovuti, ma sono necessarie anche per la determinazione delle pensioni, dei trattamenti di malattia e maternità e per l’indennità di disoccupazione per i lavoratori rimpatriati.

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A chi si applicano le retribuzioni convenzionali?

Gli importi specificati dalla normativa non si riferiscono ai dipendenti degli Stati comunitari e del Liechtenstein, della Norvegia, dell’Islanda e della Svizzera.

Le regole sulle retribuzioni convenzionali della Legge n. 398/1987 trovano applicazione anche per le assicurazioni non incluse nelle convenzioni in materia di sicurezza sociale. La Circolare INPS specifica che valgono per quelle che l’Italia ha stipulato con: Argentina, Australia, Brasile, Canada e Québec, Capoverde, Israele, Jersey e Isole del Canale (Guernsey, Alderney, Herm e Iethou), ex Iugoslavia (Bosnia- Erzegovina, Iugoslavia, Macedonia), Principato di Monaco, Tunisia, Uruguay, Usa, Turchia, Venezuela, Stato Città del Vaticano e Corea.

Come si calcola la retribuzione convenzionale?

Per tutti i lavoratori che rientrano nelle categoria appena descritte, la retribuzione convenzionale scaturisce dal rapporto tra la fascia di retribuzione nazionale relativa ad ogni qualifica (operai, impiegati, dirigenti) e dell’ambito in cui opera l’azienda.

La “retribuzione nazionale” è il trattamento economico spettante ai lavorati sulla base dei contratti collettivi, “comprensivo degli emolumenti riconosciuti per accordo tra le parti”, ad eccezione dell’indennità estera. L’importo scaturente va diviso per 12 e, infine, verificando tale risultato con le tabelle del relativo settore, deve essere stabilita la fascia retributiva da considerare per il versamento dei contributi.

Nell’ipotesi di assunzione, risoluzione del rapporto, trasferimento nel corso del mese, la retribuzione mensile va divisa per 26 giornate. Tale valore, poi, si moltiplica per il numero dei giorni (tranne le domeniche) dei mesi considerati.

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Ipotesi particolari

Il sistema appena descritto può, tuttavia, prevedere delle modifiche in questi due casi, specificati dalla Circolare n. 141 del 20 giugno 1989:

  1. passaggio da una qualifica all’altra durante il mese;
  2. variazione, nel corso del mese, del trattamento economico individuale da contratto collettivo;
  3. maturazione di compensi variabili (per esempio, straordinario, premi). È necessario ricalcolare l’ammontare spettante, aggiungendo tali voci e dividendo il risultato per 12 mensilità.

In queste ipotesi, dunque, bisogna prendere in considerazione la retribuzione convenzionale relativa al cambiamento verificatosi.

Come regolarizzare i contributi dovuti?

La Circolare INPS, infine, chiarisce che i datori di lavoro che non sono riusciti ad applicare i nuovi minimali nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2023, potranno provvedere entro il 16 giugno 2023, senza costi supplementari nella denuncia mensile UNIEMENS.

Per compilare quest’ultima certificazione, i datori dovranno:

  • calcolare la differenza tra le retribuzioni imponibili di gennaio 2023 e quelle assoggettate a contribuzione per lo stesso periodo;
  • applicare tali importi alle retribuzioni imponibili individuali del periodo di regolarizzazione e determinare, su questa cifra, i contributi dovuti.

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