Caos pensione anticipata ‘Quota 103’: l’INPS interviene per risolvere i dubbi dei cittadini

Con una nuova Circolare, l’INPS ha chiarito tutti i requisiti per poter andare in pensione con il nuovo strumento di Quota 103.

La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto un nuovo strumento di flessibilità in uscita, la cd. Quota 103, che sostituirà Quota 100 e Quota 102.

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La facoltà di accedere alla pensione in anticipo con tale misura spetta, però, solo a determinate categorie di contribuenti. È, inoltre, legata al possesso di specifici requisiti anagrafici, contributi e reddituali. Analizziamo, dunque, la normativa e vediamo quali sono i vantaggi di questo nuovo metodo.

Pensione Quota 103: cosa stabilisce la Circolare INPS?

La Circolare n. 27/2023 dell’INPS ha, finalmente, illustrato nel dettaglio i requisiti per richiedere la nuova Quota 103.

Possono usufruirne solo gli iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria e alle forme esclusive e sostitutive della stessa e gli iscritti alla Gestione Separata. Sono esclusi, invece, i lavoratori delle Forze Armate, del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, delle Forze di Polizia e Polizia penitenziaria e della Guardia di Finanza.

La Legge di Bilancio 2023, inoltre, stabilisce che possono smettere di lavorare in anticipo solo coloro che, entro il 31 dicembre 2023, raggiungono 62 anni di età e 41 anni di contribuzione. I beneficiari hanno la facoltà di esercitare il diritto anche in un secondo momento, dopo il 2023. Al riguardo, leggi: “Pensione Quota 103 e diritto cristallizzato: perché e quali sono i vantaggi“.

Per il perfezionamento dell’anzianità contributiva, sono validi i versamenti accreditati a qualsiasi titolo (figurativi, volontari, da riscatto).

C’è, poi, un ulteriore condizione per richiedere Quota 103. L’assegno pensionistico spettante non deve superare di 5 volte il trattamento minimo (ossia circa 2.818,70 euro lordi al mese), fino al raggiungimento dell’età pensionabile, cioè 67 anni.

Se, infatti, l’ammontare della pensione dovesse essere maggiore, la differenza tra le 5 volte il trattamento minimo e l’importo residuo, verrà riconosciuta al momento della maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

Anche tale strumento pensionistico prevede il rispetto delle seguenti “finestre”:

  • i lavoratori del settore privato (sia dipendenti sia autonomi) che hanno raggiunto i presupposti entro il 31-12-2022, ottengono la prestazione a partire dal 1° aprile 2023. Per tutti gli altri, invece, la decorrenza slitta di 3 mesi dalla data di maturazione dei requisiti;
  • i dipendenti pubblici che hanno maturato i requisiti entro il 31-12-2022 riceveranno gli importi spettanti dal 1° agosto 2023. Gli altri dovranno attendere 6 mesi dalla data di maturazione;
  • il personale scolastico e AFAM può accedere al pensionamento il 1° settembre e il 1° novembre.

La decorrenza della prestazione pensionistica

Dal primo giorno di decorrenza fino al raggiungimento delle condizioni per la pensione di vecchiaia, Quota 103 è incompatibile con i redditi da lavoro dipendente e autonomo. Sono ammessi solo i redditi da lavoro autonomo occasionale non superiori a 5 mila euro lordi annui.

Se tale limite non viene rispettato, il pensionato è obbligato a restituire tutte le somme versate a titolo di pensione.

Ci sono, tuttavia, due eccezioni a tale regola:

  1. la retribuzione per lavoro subordinato occasionale a tempo determinato di durata non maggiore di 45 giorni all’anno;
  2. lo stipendio per attività di lavoro autonomo e di collaborazione coordinata e continuativa, svolte per contrastare l’emergenza Covid, da parte di dirigenti medici, veterinari, sanitari, personale del settore sanità e operatori socio-sanitari collocati in quiescenza. Questi incarichi, infatti, sono stati prolungati fino al 31 dicembre 2023.

Non perdere il seguente approfondimento: “Pensione Quota 103, via alle domande: la procedura spiegata in modo semplice“.

Gli obiettivi della pensione Quota 103

La pensione “Quota 103” è stata introdotta per quest’anno solo in maniera sperimentale. Il suo obiettivo è quello di garantire uno strumento di uscita anticipata dal mondo lavorativo.

I sindacati, tuttavia, ritengono che tale soluzione non sia adeguata alle reali esigenze dei contribuenti. Per questo motivo, insistono su una Riforma organica del sistema previdenziale, che possa garantire maggiore equità tra i lavoratori e consentire il pensionamento prima dei 67 anni di età ad una platea di beneficiari molto più ampia. Non resta che attendere le prossime mosse del Governo.

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