Cristallizzazione del diritto, quando la pensione rimane lì in attesa

Cos’è la cristallizzazione del diritto e come permette l’uscita dal mondo del lavoro in anticipo quando il lavoratore lo desidera? 

Cristallizzare il diritto significa poter ricorrere ad una forma di pensionamento anche quando non esiste più avendo maturato in tempo i requisiti di accesso.

cristallizzazione del diritto
InformazioneOggi.it

Il sistema pensionistico italiano annovera diversi scivoli da utilizzare per lasciare il mondo del lavoro. L’accesso all’una o all’altra forma di pensionamento è legato al rispetto di requisiti ora anagrafici ora contributivi e di altre condizioni da soddisfare. Il metodo “classico” di uscita dal lavoro è la pensione di vecchiaia che si raggiunge a 67 anni di età e 20 di contribuzione. Poi ci sono altre formule che permettono di anticipare il raggiungimento della pensione come la pensione anticipata ordinaria (41 anni e dieci mesi di contributi per le donne e 42 anni e dieci mesi per gli uomini) oppure la pensione per precoci (41 anni di contributi). Nel 2023 è stata introdotta Quota 103 per il pensionamento a 62 anni di età con 41 anni di contributi e confermatacon riformula – Opzione Donna che permettere ad alcune lavoratrici di lasciare il lavoro a 60 anni – o 58 oppure 59 – con 35 anni di contribuzione. Le ultime due misure citate hanno una caratteristica comune. Consentono la cristallizzazione del diritto. Cosa significa e come può aiutare i lavoratori e le lavoratrici ad andare in pensione anticipata?

Opzione Donna e i requisiti di pensionamento

Una lettrice ci chiede “Sono nata nel 1962 e ho maturato i requisiti di accesso alla misura Opzione Donna nel giugno del 2021, al netto della finestra dei dodici mesi previsti per le lavoratrici dipendenti. Per motivi personali non ne ho usufruito e ora mi chiedo se con le attuali variazioni della normativa (e i nuovi relativi paletti) non essendo caregiver, invalida né licenziata o a rischio posso ancora accedervi“.

La lavoratrice fa riferimento ai cambiamenti apportati allo scivolo pensionistico con la Legge di Bilancio 2023. La platea delle beneficiarie si è ristretta coinvolgendo unicamente le caregiver che assistono familiari invalidi gravi da almeno sei mesi, le donne con disabilità superiore al 74% e coloro che sono state licenziate o lavorano presso aziende che hanno dichiarato lo stato di crisi. Inoltre l’età di accesso alla pensione è variata. Non più 58 anni per le dipendenti e 59 anni per le autonome ma 60 anni per tutte. Fanno eccezione le donne che hanno avuto un figlio che possono lasciare il lavoro a 59 anni e quelle che ne hanno avuti due o più che possono andare in pensione a 58 anni. Gli anni di contributi richiesti, invece, non sono cambiati (35 anni).

La nostra lettrice vuole giustamente sapere se tali cambiamenti influiscono sulla possibilità di utilizzare il pensionamento anticipato avendo maturato nel 2021 i requisiti previsti dalla normativa precedente a quella dell’anno in corso. Ebbene, grazie alla cristallizzazione del diritto la lavoratrice può richiedere la pensione con Opzione Donna anche nel 2023.

Cristallizzazione del diritto, la pensione anticipata arriva quando il lavoratore lo desidera

La decorrenza del trattamento arriva dopo dodici mesi dopo la maturazione dei requisiti per le dipendenti e dopo diciotto mesi per le autonome. Grazie alla cristallizzazione del diritto, però, l’accesso ad Opzione Donna può avvenire anche dopo la prima decorrenza utile. Significa che la possibilità di lasciare il lavoro si cristallizza, si congela per poter essere utilizzata successivamente (comunque prima del compimento dei 67 anni).

Anche se la normativa vigente al momento del raggiungimento dei requisiti venisse modifica (come è successo) o addirittura la misura cancellata, la lavoratrice potrebbe comunque richiedere Opzione Donna. Questo è quanto deve sapere la nostra lettrice. Se nel 2021 ha maturato le condizioni previste allora per lasciare il lavoro con Opzione Donna (58 anni di età e 35 anni di contributi) potrà andare in pensione nel 2023.

Lo stesso principio si applica per Quota 100 e Quota 102, misure oramai cancellate ma che possono ancora essere utilizzate da chi ha maturato in tempo i requisiti di accesso. Varrà anche per Quota 103, per i lavoratori che compiranno 62 anni di età e matureranno 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023. Nel 2024 lo scivolo con molta probabilità non esisterà più ma potrà comunque essere utilizzato da chi raggiungerà le condizioni di accesso nell’anno in corso.

La cristallizzazione del diritto non elimina una condizione importante

Ricordiamo che le lavoratrici che decidono di andare in pensione con Opzione Donna accettano inevitabilmente un taglio sull’assegno pensionistico. Questo perché pur rientrando nel sistema di calcolo misto o retributivo, il conteggio della pensione avverrà esclusivamente su base contributiva. È la condizione da accettare per poter uscire anticipatamente dal mondo del lavoro.

Tale imposizione normativa comporta una riduzione dell’assegno variabile in base agli anni di contributi maturati dalla lavoratrice prima e dopo il 1996. Più saranno gli anni di lavoro antecedenti al 1° gennaio 1996 rispetto a quelli accumulati dal 1° gennaio 1996 in poi, maggiore sarà il taglio. In generale la stima è di una perdita compresa tra il 10 e il 30%. Qui abbiamo quantificato nel dettaglio la riduzione dell’importo.

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.

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