Cartelle esattoriali e Rottamazione quater: i comuni che non aderiscono

Le cartelle esattoriali e Rottamazione quater, non tutti i debiti entrano nella definizione agevolata, elenco dei Comuni che dico “NO”.

La cartella esattoriale è un atto che viene emesso dell’Agenzia delle Entrate- Riscossione, a seguito di controlli da parte dell’ente creditore, con la finalità di far pagare le somme debitorie del soggetto contribuente.

cartelle esattoriali
InformazioneOggi

Si parla di rottamazione di cartelle esattoriali, quando, vi è la possibilità di estinguere in un’unica soluzione i debiti evitando di pagare le sanzioni e gli interessi maturati sulla somma che bisogna versare.

Importante specificare che non vengono corrisposte le somme dovute a titolo di interessi iscritti a ruolo, di mora, aggio e sanzioni.

Per le sanzioni dovute alle violazioni del Codice della strada, vale a dire quelle amministrative, non sono da corrispondere somme a titolo di interessi, cioè le “maggiorazioni” stabilite dal sesto comma dall’art. 27 della Legge n. 689/1981, quelli riguardanti le more di cui all’art. 30, comma 1 del DPR n. 602/1973 e di rateizzazione, non altro le somma dovute a titolo di aggio.

Rottamazione cartelle esattoriali: debiti “definibili” e “debiti non definibili”

Non tutti i debiti possono essere estinti attraverso la rottamazione delle cartelle; quindi, è opportuno differenziarli tra debiti “definibili” e “debiti non definibili”.

I primi riguardano tutti i carichi che sono stati affidati all’Agenzia della riscossione per il periodo che va dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022, includendo:

  • quelli oggetto in cartelle prive di notifiche;
  • oggetto di interessi da provvedimenti di rateizzazione oppure sospensione;
  • quelli che sono oggetto di recente rottamazione anche se privo della misura agevolata per il mancato, tardivo o incompleto versamento di una delle rate appartenente allo scorso piano di pagamento.

Inoltre, fanno parte anche i carichi assegnati dalle casse ed enti di natura previdenziale di  diritto privato solo in caso in cui l’ente entro la scadenza del 31 gennaio 2023 abbia provveduto ad adottare un preciso provvedimento, a trasmetterlo nei giusti tempi all’Agenzia delle Entrate Riscossione ed infine divulgato sul suo sito internet.

Titoli non definibili

I debiti “non definibili “sono quelli che riguardano i carichi che sono stati assegnati all’Agenzia della riscossione prima del periodo antecedente al 1° gennaio 2000 e successivo al 30 giugno 2022.

Quelli che fanno riferimento a:

  • Compensi dovuti a titolo di recupero degli aiuti da parte dello Stato;
  • Crediti risultanti da pronunce di condanna della Corte dei conti;
  • Contravvenzioni, ammende e sanzioni di tipo pecuniarie doverose a seguito dei provvedimenti e sentenze penali di condanna;
  • “risorse proprie tradizionali” dell’Unione Europea e l’Imposta sul Valore Aggiunto riscossa all’importazione.
  • Somme per la riscossione tramite avvisi di pagamento (GIA) affidate dagli enti locali con finalità fiscale oppure territoriale;
  • Carichi consegnati dalle casse o enti previdenziali di diritto privato che non forniscono una determinata disposizione al fine di incorporare gli stessi carichi nel contesto applicativo riguardante la misura agevolata entro il 31 gennaio 2023.

Come pagare le rate delle cartelle esattoriali

È possibile pagare la somma dovuta in due modalità:

  • in una sola soluzione entro il 31 de mese di luglio 2023;
  • in 18 rate massime, di cui le prime due con le scadenze al 31 luglio e 30 novembre 2023, gli importi di quest’ultime sono pari al 10% della somma da corrispondere. Le rimanenti nei successivi 4 anni, da estinguere entro il 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre di ogni anno. Da calcolare però la maturazione dell’interesse pari al 2% annuo con decorrenza dal 1° agosto 2023.

Nella ipotesi un versamento mancante oppure tardivo superiore ai cinque giorni, la definizione agevolata sarà considerata inefficiente e i pagamenti già effettuati equivarranno ad acconti.

La domanda per la rottamazione può essere inoltrata accedendo all’area privata con le proprie credenziali SPID sul sito dell’Agenzia delle entrate-riscossione, oppure in area pubblica sottoscrivendo un form apposito dove indicare i propri recapiti accompagnato dal documento di riconoscimento.

Come scaricare la ricevuta di pagamento

Successivamente aver scaricato la ricevuta l’Agenzia entro il 30 giugno 2023 invierà una notifica di accoglimento  o diniego della domanda.

Nella prima casistica viene evidenziato la somma complessiva da dare, la scadenza dei pagamenti, i modelli già precompilati con gli importi dovuti, modulo per dare anche possibilità di addebito sul conto corrente.

In caso di richiesta negata nella lettera sono indicate le motivazioni.

Rottamazione cartelle esattoriali: elenco dei Comuni che non aderiscono

Alcuni enti locali si sono rifiutati alle disposizioni della Manovra 2023, la quale stabilisce un nuovo tipo di rottamazione delle cartelle e lo stralcio di quest’ultime fino all’importo di 1.000 euro.

Per i comuni trattasi di una opzione facoltativa per le tasse locali come l’IMU e la TARI, così come stabilisce la Legge di Bilancio 2023, da attestare però tale decisione.

Entro il 31 gennaio dovranno stabilire se accettare seppur in forma parziale le cartelle riferite a IMU e TARI emesse tra il 2010 e 2015. In caso di mancata decisione entro i termini di scadenza sarà applicata la possibilità di stralcio delle sanzioni e degli interessi.

Tra i comuni che non hanno accettato l’applicazione dello stralcio troviamo quello di Milano e Roma dichiarando che la motivazione sia quella di far quadrare il bilancio annuale.

Il comune di Roma, rappresentato dal sindaco Roberto Gualtieri, ha affermato che questo comporterebbe ad un calo di servizi riservati all’assistenza a persone con disabilità, al trasporto pubblico, agli asili. Si parla di una cifra intorno ai 60 milioni all’anno per la durata di cinque anni.

Per la città di Milano l’opzione allo stralcio è vista come una mancanza allo stimolo ai comportamenti corretti dei cittadini, c’è da precisare che la maggior parte di essi rispettano gli obblighi contributivi.

Si aggiungono alle città appena nominate anche quelle di Bologna, Piacenza Bari, Firenze e Verona.

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