Davvero le fette biscottate fanno male e fanno ingrassare di più? La verità è questa

Le fette biscottate non sono così innocue come possono sembrare: hanno molti aspetti negativi che possono danneggiare la nostra salute.

Sembrerà strano, eppure è così: le fette biscottate fanno più male di quanto pensiamo o di quanto ci viene detto in TV. In effetti, anche questo caso ci mostra come sia giusto sempre informarsi sui prodotti che si consuma.

fette biscottate
InformazioneOggi – Fette biscottate

Le fette biscottate sono parte integrante della colazione della maggior parte degli italiani. In molti decidono di accompagnarle con una buona marmellata, oppure, altri, preferiscono immergerle nel latte o nell’orzo. Il mercato alimentare, poi, ci propone diverse tipologie di fette biscottate in modo da invogliarci a comprarne sempre di più. Un esempio su tutti è quello relativo alle fette biscottate integrali, consumate, soprattutto da chi sta seguendo una dieta.

Oppure, in molti sono tentati di comprare quelle con particolari gusti al loro interno, come l’orzo, che dà un sapore diverso alla bevanda. Ci sono dei casi in cui la fetta biscottata diventa anche una perfetta merenda da consumare, per grandi e piccini, quando non si sa proprio cosa mangiare di buono. O, per meglio dire: quando si ha voglia di gusto, ma senza rinunciare alla leggerezza.

Ebbene, dopo questo articolo, forse, non tutti continueranno a consumare le fette biscottate come prima. Tuttavia, possiamo entrare nel merito del discorso anche dopo aver letto altri due articoli interessanti. Uno studio ha dimostrato come la cefalea sia un sintomo comune a due malattie gravi. Oppure, guardando il nostro amico a quattro zampe, possiamo combattere l’alitosi del cane in maniera semplice e naturale. Adesso sì che possiamo chiudere la parentesi e concentrarci sull’argomento.

S.O.S. fette biscottate, ecco perché fanno male e nessuno lo sapeva!

Senza girarci troppo intorno, arriviamo al nocciolo della questione e cerchiamo di rispondere a questa domanda nella maniera più esaustiva possibile. A quanto pare, se paragoniamo le fette biscottate col pane, emerge che le proteine ed i polimeri amidacei delle prime, cotte una seconda volta, favoriscono la idrolisi termica. Questa è una condizione che riduce i tempi necessari per la digestione, oltre che aumentare l’indice glicemico.

Infatti, se ragioniamo bene sul loro nome, non si tratta di un termine inventato a caso. L’ aggettivo “biscottate” fa, appunto, riferimento alla duplice cottura a cui sono sottoposte e che, dunque, non ci fa affatto bene. Per questo motivo, si potrebbe tranquillamente sostituire la fetta biscottata con una fetta di pane.

Il tutto ha un risvolto anche dal punto di vista delle calorie. Per chi sta attento alla linea, e pensa, ingiustamente, che il pane faccia ingrassare, dovrà ricredersi. Una sola fetta biscottata, senza niente sopra, equivale alla bellezza di soli dieci grammi di pane.

Tuttavia, chi non riesce proprio a rinunciarvi, può sempre consumarne due la mattina, oppure una con sopra la marmellata. In questo modo si apportano 57 calorie.Oppure, si può anche pensare ai cereali integrali che, rispetto a quelli normali, sono più ricchi di fibre.

Quante ne bisogna consumare al giorno? Che valore hanno da un punto di vista nutrizionale?

Come ogni altro alimento, abbiamo capito, dunque, che anche le fette biscottate fanno male. Possiamo, però, secondo i nutrizionisti, consumarne almeno due o tre al giorno, senza andare oltre. Solo in questo modo si possono evitare situazioni spiacevoli.

Poi, per quanto riguarda i valori nutrizionali, continuiamo a fare un paragone con il pane per capirci qualcosa in più. Ebbene, le fette biscottate presentano al loro interno una bassa percentuale di acqua, mentre sono più ricche in fatto di calorie.

Inoltre, è presenta una grande concentrazione sia di zuccheri semplici che di maltodestrine. Per questo motivo, dunque, ci sembrano così dolci anche se, all’apparenza, prive di zuccheri.

Le informazioni presenti nell’ articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi.

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