Rinegoziare il mutuo a tasso variabile o sottoscriverne uno diverso? Cosa conviene fare oggi con l’inflazione alle porte

Si accresce la preoccupazione di chi avendo sottoscritto un mutuo a tasso variabile vive le incertezze lavorative dovute alla congiuntura economica negativa.

Nonostante le previsioni economiche nel 2023 siano più deboli di quanto ipotizzato soltanto sei mesi fa, rimane alta l’incertezza sui nuovi aumenti dei tassi di interesse.

casa mutuo tasso variabile
Informazioneoggi

Dagli squilibri di mercato derivanti dall’incremento dei prezzi di beni alimentari e dell’energia i risparmiatori si domandano quale sarà la sorte degli interessi sui prestiti richiesti agli istituti di credito. Un lettore si è rivolto a noi per condividere la sua preoccupazione; ci scrive:

“Buongiorno, io ho 57 anni e un mutuo a tasso variabile con la Ing Direct, mi restano ancora 20 anni, sta aumentando ogni mese, ho chiesto uno sconto sullo spread ma niente da fare, sono titolare di legge 104, c’è qualcosa a cui posso appellarmi secondo lei? Grazie mille, saluti”.

Preoccupazione sul costo del mutuo: il prezzo in calo degli immobili non aiuta

Le preoccupazioni sul mercato immobiliare sono diverse per chi ha in essere un mutuo a lungo termine. La tendenza a rialzo dei tassi di interesse arriva dagli Stati Uniti; li però le case, guardando l’indice S&P Case-Shiller US National Home Price Index hanno raddoppiato il prezzo negli ultimi 10 anni.

In Italia la tendenza è esattamente opposta, una riduzione del valore reale che si è acuita in questo ultimo anno, data l’inflazione arrivata oltre il 10%. Non è una variazione da poco e molti commentatori condividono gli stessi timori: un debito che sale oltre quanto preventivato senza un orizzonte temporale definito.

La ragione è che l’aumento dei tassi ha reso i mutui più costosi e difficili da sostenere, l’errore di valutazione per certi versi è comprensibile: negli ultimi anni i tassi di interesse sui mutui sono stati vicini allo zero virgola.

Le alternative al mutuo a tasso variabile diventato troppo caro, sono tre, più una

Le alternative per chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile diventato troppo caro sono sostanzialmente tre: contrattare nuovamente il finanziamento con la stessa banca; fare una surroga, aprire un altro mutuo con un’altra banca.

Sono tre strade percorribili che però difficilmente possono generare risparmi consistenti. I nuovi prezzi offerti si sono già adattati alle condizioni di mercato attuali; l’aumento previsto dei tassi di interesse durerà, sebbene con un ritmo minore, per almeno il resto dell’anno.

Le soluzioni per risparmiare sul mutuo vanno calibrate non solo tenendo presente i tassi, attuali e futuri, ma anche la propria condizione di reddito e lavoro personale.

Per avere un termine di paragone l’Irs a 20 anni, il dato più osservato per i mutui a tasso fisso è al 2,48%, contro lo 0,36% di un anno fa. l’Euribor a tre mesi, il tasso principe per i mutui variabili, è allo 0,988% contro un valore negativo del -0,5% di un anno fa.

A questi in entrambi i casi va si aggiunge lo spread, che dipende dall’istituto a cui ci si rivolge. Anche senza considerare questo la maggiorazione per il lettore è ragguardevole: per il rialzo dello 0,75% deciso lo scorso 8 settembre, una rata variabile su un mutuo a 20 anni da 140 mila euro aumenta di circa 8%. A questo andranno aggiunti inflazione e ulteriori aumenti futuri dei tassi di interesse.

La quarta alternativa il mutuo variabile con cap.

La quarta alternativa alle soluzioni proposte è un mutuo variabile con cap. Si tratta di un mutuo variabile con un livello di sicurezza che si attiva quando i tassi di mercato superano una certa soglia. Questo tipo di soluzione limita i rialzi degli interessi e al contempo permette di beneficiare di una eventuale futura discesa dei tassi.

Questa soluzione naturalmente sarà leggermente più costosa di un mutuo variabile ordinario in quanto è scontato sul prezzo una sorta di assicurazione contro rincari futuri eccessivi.

Per quanto saliranno i tassi di interesse? Un’ultima considerazione è capire la convenienza di cambiare il mutuo o alcuni dei suoi estremi per un’emergenza che può essere passeggera.

Dalle ultime minute della Fed emergono i timori diffusi per l’ottimismo degli investitori sulla fine del ciclo di rialzi dei tassi. L’ottimismo rischia di complicare gli sforzi per ripristinare la stabilità dei prezzi ma è tuttavia il segnale che la politica monetaria è abbastanza efficace da raggiungere l’obbiettivo in tempi brevi. A condizioni invariate si arriverà probabilmente verso il 2% di inflazione entro il 2024.

Nonostante questo, l’Eurostat ha reso che noto che l’inflazione della zona euro è scesa nell’ultimo mese del 9,2%. Un calo netto rispetto al 10,1% di novembre; Con l’inflazione che al momento sembra aver invertito la rotta, la Banca Centrale dovrebbe terminare il ciclo di aumenti entro l’estate. È quanto afferma Francois Villeroy de Galhau parte del comitato direttivo della BCE.

Optando per l’opzione più radicale e volendo cambiare mutuo a gennaio 2023 c’è almeno una buona soluzione alternativa. Ecco i migliori mutui per quanto riguarda i tassi di interesse e la convenienza nella sottoscrizione.

Tra i mutui più convenienti c’è quello offerto da Webank.

Si tratta di una delle migliori soluzioni per accendere un nuovo mutuo a gennaio 2023. Webank permette di sottoscrivere il finanziamento sia per l’acquisto della prima casa sia per la seconda con diverse tipologie di mutui.

Le diverse tipologie di mutui offerte da Webank sono:

  • Mutuo fisso green: Tasso 3,33% – Taeg 3,45%
  • Mutuo variabile con CAP green: Tasso 3,34% – Taeg 3,47%
  • Mutuo variabile con opzione green: Tasso 3,14% – Taeg 3,27%
  • Mutuo variabile green: Tasso 2,69% – Taeg 2,80%

Cosa significa “green”? Consente di ottenere uno sconto sul tasso di interesse: per averlo basta effettuare almeno un intervento di riqualificazione energetica dell’immobile. Questo deve essere tale da ridurre i consumi complessivi di almeno il 30% migliorando l’immobile di almeno due classi energetiche.

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