Pensione a 60 anni: incredibile, sarà riservata solo a queste categorie

Nel 2023, solo alcune categorie di lavoratori potranno andare in pensione a 60 anni. Scopriamo quali sono.

I requisiti di accesso alla pensione destano sempre molta preoccupazione nei lavoratori.

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InformazioneOggi.it

L’ultima Legge di Bilancio non prevede della grosse novità, per quanto riguarda gli strumenti di flessibilità in uscita. È, infatti, ancora lontana la discussione sulla Riforma delle Pensioni e non è stata prevista Quota 41 per tutti. Le manovre principali sono quelle relative alla nuova Quota 103, all’Ape Sociale e a Opzione Donna.

Quota 103 consentirà di andare in pensione con 62 anni di età e 41 di contribuzione e l’Ape Sociale è stata prorogata fino al 31 dicembre 2023. Opzione Donna, infine, è stata profondamente rinnovata, con importanti modifiche relative ai requisiti di accesso.

Vediamo proprio come sarà possibile smettere di lavorare a 60 anni, sfruttando quest’ultimo strumento.

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Pensione a 60 anni: chi potrà accedere ad Opzione Donna?

Con la Legge di Bilancio 2023, Opzione Donna è stata prorogata per un altro anno. Si tratta, tuttavia, di una proroga che desta molte perplessità e malumori. Da gennaio, infatti, saranno poche le lavoratrici che potranno andare in pensione utilizzando tale meccanismo.

Il Governo ha modificato i requisiti di accesso ad Opzione Donna e, di conseguenza, varia anche la platea di beneficiarie. In particolare, finora potevano smettere di lavorare le donne che avevano maturato 35 anni di contributi e raggiunto 58 anni di età anagrafica (se dipendenti) o 59 anni (se autonome).

Per il 2023, invece, le regole saranno molto diverse.

Viene meno la distinzione tra lavoratrici dipendenti ed autonome, perché tutte potranno andare in pensione con 60 anni di anzianità anagrafica. La novità, però, riguarda la possibilità di anticipare l’uscita di 1 o 2 anni, in base ai figli posseduti. Dunque, si potrà smettere di lavorare a 59 anni se si ha un solo figlio, oppure a 58 anni con almeno 2 figli.

Ma le novità non finiscono qui. La lista delle lavoratrici beneficiarie, infatti, si restringe ulteriormente se si pensa che Opzione Donna sarà riservata solo a coloro che sono disoccupate o dipendenti di aziende per le quali è aperto un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale , che sono caregivers di familiari invalidi conviventi o esse stesse invalide almeno al 74%.

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Come si calcola l’assegno pensionistico?

Nonostante le modifiche apportate ai requisiti di accesso, rimane invariato il metodo di calcolo dell’assegno pensionistico con Opzione Donna. Resta in vigore, infatti, il meccanismo delle finestre mobili; di conseguenza, le lavoratrici autonome dovranno attendere 18 mesi, per ricevere la prima quota di pensione. Le lavoratrici dipendenti, invece, dovrebbero aspettare 12 mesi.

Rimane immutata anche la data entro la quale dovranno essere maturati i requisiti per la pensione, ossia il 31 dicembre del 2022. Questo vuol dire che potranno smettere di lavorare nel 2023 grazie ad Opzione Donna, le lavoratrici che raggiungono i 60 anni di età e i 35 anni di contribuzione entro la fine del 2022.

Dunque , chi compie 60 anni di età a dicembre 2022 e matura anche l’anzianità contributiva richiesta, non riceverà la pensione prima di gennaio 2024.

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