I Vaccini contro Alzheimer arriveranno nel 2023: le incredibili scoperte che danno speranza

La Ricerca sta già sperimentando alcuni vaccini contro Alzheimer e demenza cerebrale. Ecco le ultime scoperte e novità nel comparto.

Fino ad oggi i vaccini ci hanno protetti dalle malattie, ma in futuro potranno evitare l’insorgere di patologie più complesse come l’Alzheimer.

Vaccini contro Alzheimer
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Infatti la Scienza sta testando tecnologie innovative e i vaccini per come li conosciamo oggi potrebbero diventare tutt’altra cosa. In pratica, non più un virus attenuato contro il quale il corpo produce anticorpi. Ma una terapia che renda la persona non più soggetta a sviluppare determinate malattie. In questo articolo parliamo della ricerca su vaccini di contrasto alle forme di demenze cerebrali.

Tra queste, l’Alzheimer è quella più conosciuta e che rappresenta il 60-80% dei casi totali. Ad oggi ne soffrono più di 50 milioni di persone al mondo e ogni anno ne vengono diagnosticate 10 milioni.

Attualmente abbiamo a disposizione farmaci approvati dalla FDA per il morbo di Alzheimer, ma modificano o rallentano la progressione della malattia senza però offrire una guarigione completa. Ecco perché i ricercatori stanno prendendo in esame la possibilità di proteggere una persona dallo sviluppo della demenza, a monte, attraverso un vaccino.

Il dottor David A. Merrill, psichiatra e direttore del Pacific Brain Health Center del Pacific Neuroscience Institute, spiega nella sua pagina internet quali sono i traguardi raggiunti. E soprattutto cosa potremmo già avere a disposizione nei prossimi anni.

Nel 2023 arriveranno i Vaccini contro Alzheimer: le incredibili scoperte che ci danno speranza

Ad oggi sono molti gli studi che stanno trovando ispirazione per creare vaccini e cure per l’Alzheimer. Ad esempio, negli ultimi tempi i ricercatori hanno scoperto che la vaccinazione contro influenza o Herpes Zoster abbia azione “protettiva” anche sull’insorgere di demenza.

Secondo il Dr. Michael G. Agadjanyan, vicepresidente e professore di immunologia presso l’Institute for Molecular Medicine di Huntington Beach, il vaccino contro l’Alzheimer funzionerebbe così: “come i vaccini a subunità – utilizzando solo una parte dell’agente patogeno – e i vaccini ricombinanti. Con la tecnologia del DNA per aumentare gli anticorpi contro i segmenti peptidici più immunogenici.

Per sintetizzare con concetti più semplici alla comprensione comune, diciamo che i vaccini si baseranno sull’istruire l’organismo a combattere le proteine/sostanze che innescano la malattia. Infatti all’Alzheimer sono spesso associate alcune combinazioni, come l’accumulo delle proteine beta-amiloide, oppure alla proteina Tau che stabilizza la struttura neurale, o ancora l‘alfa-sinucleina che è associata al morbo di Parkinson.

Quali sono i vaccini attualmente in fase di sperimentazione e quando potrebbero entrare in commercio

Secondo le dichiarazioni degli esperti di cui sopra, ci sono diversi vaccini in preparazione, che potremmo avere disponibili anche già dal 2023.

Nel novembre del 2021 un vaccino nasale contro il morbo di Alzheimer ha cominciato la sua sperimentazione; una fase 2 è già avviata per il vaccino contro il morbo di Alzheimer di Araclon Biotech mirato al beta-amiloide 40.

E ancora, una società biofarmaceutica svizzera sta lavorando ad un vaccino mirato alla proteina Tau; un programma denominato “Part the Cloud” dell’Alzheimer’s Association sta finanziando uno studio clinico in fase iniziale che testa un vaccino per ridurre l’infiammazione cerebrale agli stadi iniziali dell’Alzheimer. Si stima che il processo dovrebbe concludersi nell’autunno del 2023, con un prodotto disponibile all’uso su larga scala.

Infine, presso l’Istituto di medicina molecolare (IMM) stanno sviluppando un vaccino per il morbo di Alzheimer. Si tratta di un vaccino immunogenico che vuole ritardare/arrestare l’insorgenza della malattia. Per farlo, utilizza una tecnologia che stimola “la memoria e le cellule T helper ingenue, che poi attivano le cellule B per produrre anticorpi“. Il processo avverrebbe a una velocità fino a 10 volte più elevata rispetto ai vaccini attuali.

Tante ottime buone premesse e promesse, dunque, che ci danno la speranza di poter sconfiggere finalmente le gravi malattie a carico del cervello. E di migliorare la qualità e durata della vita.

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