BTP strepitosi a dicembre offrono un premio maggiore: confronto tra i Titoli di Stato

Nel primo semestre 2022 le obbligazioni accumulano investimenti per 2.200 miliardi di euro di cui 1.600 solo sui BTP.

Il dato della Banca d’Italia mette in luce quale è stato il trend a cui è conseguito l’aumento dei rendimenti per il crollo generale della fiducia generale degli investitori sui mercati finanziari.

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Redazione Informazioneoggi.it

È importante valutare i titoli di Stato in base alla scadenza; essa è la variante più determinante del rischio, data l’incertezza della solvibilità futura del debito. Venerdì le obbligazioni Usa hanno resistito a quello che molti analisti hanno interpretato come un rapporto sull’occupazione sorprendentemente forte. Le implicazioni e i dubbi sono tutte nei confronti degli effetti sull’inflazione.

Dagli Stati Uniti all’Italia per mezzo dei mercati finanziari il passo è breve. Nei mesi precedenti abbiamo assistito a correlazioni importanti tra politica monetaria della Federal Reserve e listini internazionali; l’Europa non fa eccezione ed è anzi la prima economia a guardare con maggiore apprensione l’efficacia del contrasto all’inflazione.

Le obbligazioni sovrane periodicamente emesse dal Ministero di Economia e Finanze attraverso il Dipartimento del Tesoro, rappresentando una forma d’investimento di valore per la diversificazione dei portafogli misti e obbligazionari italiani.

I BTP garantiti dello Stato italiano, presentano un rischio minimo ma reale legato al suo improbabile fallimento. Questi Titoli sono sottoscrivibili con tagli minimi da 1.000 euro, e sono disponibili in sette tipologie con durate e caratteristiche differenti.

Le scadenze fuori dal calendario in grado di influire su quotazioni e rendimenti dei BTP

Prima di passare al confronto tra i Buoni poliennali del Tesoro migliori a cui fare attenzione, osserviamo quali sono oggi le scadenze che l’Italia deve superare che determineranno la variazione delle quotazioni e dei rendimenti.

L’Italia e oggi governo Meloni ha a disposizione 26 giorni per centrare i 25 obiettivi previsti entro fine anno e ricevere la terza rata del PNRR da 19 miliardi di euro. Si tratta di un mese fondamentale per contare su un nuovo calo delle quotazioni data l’improbabile e naturale impossibilità di realizzare entro questo breve termine le riforme.

Un programma a scadenze ravvicinate e incalzanti come il Pnrr espone il nostro Paese a un calo di fiducia data l’importanza in questo periodo cruciale dei finanziamenti provenienti dall’Ue. In questo contesto ecco quali sono i due BTP a cui fare attenzione.

BTP 2036 o il BTP 2029? La convenienza non è solo questione di cedole

Il Ministero del Tesoro ha offerto sul mercato due titoli non dissimili che hanno tuttavia un rendimento molto diverso. Si tratta del BTP 2036 con ISIN IT0005402117; il Titolo di Stato è quotato oggi a un prezzo di 76,52 e con scadenza finale tra 13 anni e due mesi e mezzo offre una cedola netta del 1,66%. Un confronto il cui esito sembra scontato confrontandolo con un altro titolo, il BTP 2029.

Il BTP 2029 con ISIN IT0001278511 è quotato oggi a un prezzo di 112,38. Ben sopra la pari offre una cedola netta del 4,09%.

La cedola non è la discriminante finale perché è importante il confronto dei rendimenti netti che si sommano dato un rimborso finale alla pari con prezzo uguale a 100. Acquistati oggi i due titoli potrebbero ingannare l’investitore inesperto che può considerare il prezzo minore del BTP 2036 come un incentivo; si tratta di quasi il 25% nell’incremento del capitale alla fine dei 13 anni.

Nonostante questo, un rapido calcolo mette in luce la vera convenienza: il BTP 2036 emesso il 18 febbraio 2020 scadrà il primo marzo 2036 con un rendimento totale del 48,8%.

Conviene dimezzare il tempo di attesa per ottenere un profitto minore?

Il BTP 2029 emesso il primo novembre del 1998 scadrà lo stesso giorno del novembre 2029. Acquistato oggi sconta sul capitale a scadenza una decurtazione del 12,38%. Nonostante questo, la cedola molto più generosa e la fine naturale tra 6,9 anni crea la vera convenienza nascosta: il rendimento totale finale è del 18,6% ed è ottenibile in quasi la metà del tempo. Conviene dimezzare il tempo di attesa per ottenere un profitto minore del 30%?

La domanda rimane aperta così come gli investimenti lo sono difronte all’incertezza futura. È sicuramente importante evitare il rischio bilanciandolo con prese di profitto ed eventuali reinvestimenti in valori non esposti al rischio di mercato.

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