Assegno unico per i figli a carico, quando si ha diritto alle maggiorazioni? I dettagli

L’assegno unico e universale per i figli a carico prevede maggiorazioni in casi specifici, scopriamo quali.

L’assegno unico, riconosciuto per i figli a carico fino a 21 anni, ma senza limiti di età per quelli con disabilità, viene garantito a tutte le famiglie, anche in assenza di ISEE oppure con ISEE superiore a 40mila euro. L’importo varia in base a diversi fattori: condizione economica del nucleo familiare che ne fa richiesta, età e numero dei figli, oltre all’eventuale presenza di disabili e da altri elementi.

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L’assegno è infatti strutturato con una quota variabile e progressiva; e un’altra di maggiorazione compensativa (transitoria) in caso di ISEE fino a 25 mila euro per eventuali perdite economiche, se dovesse risultare inferiore rispetto a quanto percepito prima della riforma.

Ci sono poi dei casi particolari che danno diritto a una serie di maggiorazioni.

Assegno unico e maggiorazioni: il quesito

Un nostro lettore ha inviato il seguente quesito in merito all’assegno unico e universale per i figli a carico: “Siccome si ha diritto ad una maggiorazione se entrambi i coniugi lavorano, è possibile ottenere la maggiorazione se l’altro coniuge inizia a lavorare nel corso dell’anno?”

Le maggiorazioni previste

Di seguito i casi che danno diritto a maggiorazioni dell’importo spettante dell’assegno unico e universale:

  • 20 euro mensili per ogni figlio in caso di madri con età inferiore a 21 anni;
  • 30 euro per ogni figlio minorenne se entrambi i genitori sono titolari di reddito da lavoro nel caso di ISEE pari o inferiore a 15mila euro. Se l’ISEE è invece più elevato, la maggiorazione si riduce fino ad azzerarsi arrivando a un ISEE uguale o maggiore di 40 mila euro;
  • 100 euro forfettari al mese per nuclei familiari numerosi (ossia con 4 o più figli);
  • 85 euro al mese per i figli successivi al secondo, in caso di ISEE uguale o inferiore a 15mila euro, che si riduce all’aumentare dell’ISEE fino a diventare di 15 euro;
  • da 105 euro a 25 euro in caso di figli disabili a seconda dell’età, della tipologia della disabilità (non autosufficiente, grave, media) e importo dell’ISEE.

Per ’reddito da lavoro’ si intende:

  • da dipendente;
  • da pensione;
  • proveniente da lavoro autonomo o d’impresa;
  • percepito a titolo di NASPI e DIS-COLL;
  • da lavoro all’estero, ma con residenza fiscale in Italia;
  • da lavoratori agricoli autonomi.

Come evidenziato nella circolare INPS 1714 del 20 aprile 2022, questi redditi devono essere posseduti al momento della richiesta per l’assegno unico e percepiti in via prevalente nel corso dell’anno.

Maggiorazioni Assegno Unico

In merito alla richiesta del lettore, come sottolineato dall’INPS, i redditi da lavoro devono essere già percepiti al momento della domanda. Per cui, qualora uno dei genitori inizi a lavorare nel corso dell’anno, dovrà presentare a tempo debito il nuovo ISEE e poi procedere con la domanda indicando la spettanza della maggiorazione.

Consigliamo comunque al lettore di rivolgersi a un Patronato o altro ente per ricevere assistenza. Ricordiamo che l’INPS ha messo a disposizione nuove funzionalità. Ossia: modifica della domanda; visualizzazione dei pagamenti; evidenze delle posizioni con anomalie o incompletezze.

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.

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