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Pensioni

Pensione Opzione Donna sì o no? Ancora numerosi dubbi sul rinnovo della misura

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Dopo il 31 dicembre 2022, alle donne lavoratrici sarà ancora concessa la possibilità di smettere di lavorare tramite Opzione Donna?

Il Governo Meloni è al lavoro per definire gli ultimi dettagli per la proroga nel 2023 di Opzione Donna, lo strumento che consente la pensione anticipata delle lavoratrici.

Foto Canva

Sono ancora troppo numerose, tuttavia, le perplessità relative al rinnovo della misura che, attualmente, è l’unico metodo esclusivo per le donne (sia autonome sia dipendenti pubbliche e private) per accedere al pensionamento senza attendere la maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

Ma cosa succederà nel caso di mancato rinnovo? Per scoprirlo, analizziamo quali sono i presupposti per accedere all’agevolazione.

Non perdere il seguente approfondimento: “Opzione Donna 2023: anzianità contributiva e finestra mobile, cosa c’è da sapere“.

Opzione Donna: a chi è rivolta?

Opzione Donna consiste in uno strumento che consente alle donne lavoratrici dipendenti (pubbliche e private) e alle donne lavoratrici autonome, di ottenere il pensionamento in anticipo. Il calcolo dell’assegno spettante, tuttavia, avviene esclusivamente in base al sistema contributivo puro e ciò comporta una notevole penalizzazione sull’importo finale. Si tratta di uno strumento di flessibilità in uscita solo provvisorio, che, finora, è stato prorogato annualmente.

La sua scadenza ultima è fissata al 31 dicembre 2022 e, dunque, si attende un provvedimento di proroga da parte del nuovo Esecutivo. In tal caso, la misura sarà rinnovata anche per il 2023, anche se potrebbe essere resa strutturale ed inserita all’interno della Riforma delle pensioni (attesa per i prossimi mesi).

La normativa stabilisce l’obbligatorietà di determinati requisiti, anagrafici e contributivi, per poter andare in pensione tramite Opzione Donna. Possono, infatti, fruirne solo le lavoratrici ha hanno compiuto 58 anni di età (se dipendenti) oppure 59 anni (se autonome) e che hanno maturato almeno 35 anni di contribuzione obbligatoria. Inoltre, relativamente alle lavoratrici dipendenti, la legge richiede anche la cessazione del rapporto di lavoro in essere.

Se si possiedono tutti i requisiti, però, per l’erogazione della prima rata della pensione bisogna attendere la decorrenza delle cd. finestre mobili, che sono di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e di 18 mesi per le lavoratrici autonome.

Per ulteriori informazioni, consulta il seguente articolo: “Opzione Donna: cosa succede se non verrà prorogata? La risposta è inaspettata“.

In che modo si presenta la domanda?

La richiesta per l’ottenimento del beneficio può essere inviata telematicamente, tramite l’apposito servizio del sito ufficiale dell’INPS. In alternativa, l’Istituto di previdenza mette a disposizione degli utenti il proprio servizio di Contact Center. Si può, dunque, telefonare da numero fisso (gratuitamente) al 803 164, oppure allo 06 164 164, da rete mobile (in tal caso, il costo varia in base al proprio piano tariffario). Di solito, le tempistiche di lavorazione della richiesta sono di circa 55 giorni lavorativi.

Al momento, non ci sono informazioni dettagliate su una proroga di Opzione Donna ma, secondo le prime indiscrezioni, è uno dei temi sul tavolo del Governo. La conferma anche per il 2023 comporterebbe lo slittamento del termine per la maturazione dei requisiti richiesti per il pensionamento anticipato. Essa, infatti, si sposterebbe dal 31 dicembre 2021 al 31 dicembre 2022. Ad oggi, però, non rimane che attendere notizie più certe e la Riforma delle pensioni, programmata per la fine dell’anno.

 

 

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