Pensione di reversibilità: spetta anche ai figli maggiorenni? Solo in questi casi

Se un figlio maggiorenne percepisce una pensione di invalidità civile, avrà diritto anche alla pensione di reversibilità?

La pensione di reversibilità non è sempre compatibile con tutte le altre prestazioni. Per tale motivo, non è detto che spetti a prescindere ad un soggetto invalido maggiorenne.

pensione reversibilità
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Il figlio maggiorenne invalido, titolare della pensione di inabilità civile e dell’indennità di accompagnamento, non riceve automaticamente la pensione ai superstiti alla morte del genitore (pensionato o lavoratore). Per ottenere la prestazione, infatti, è necessaria la verifica della sussistenza del requisito sanitario stabilito dall’art. 8 della Legge n. 222/1984.

La norma, nello specifico, sancisce l’impossibilità a svolgere ogni tipo di attività lavorativa adeguata alle proprie possibilità. Tale previsione, dunque, dimostra come la pensione di reversibilità non è erogata in maniera automatica ad un soggetto, per il solo fatto che sia inabile al 100%.

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Pensione di reversibilità per figli invalidi: i requisiti per ricevere la prestazione

Una nostra Lettrice ha gentilmente posto il seguente interrogativo:

Salve, mio figlio è disabile con Legge 104. Percepisce il 20% della reversibilità del padre, mentre io il 60%. Al mio decesso, avrebbe diritto a percepire anche la mia reversibilità? Grazie in anticipo.

Per ricevere il sussidio ai superstiti, il legislatore ha previsto la presenza di un presupposto sanitario più specifico. In cosa consiste? Nella verifica dell’inidoneità a compiere tutti i lavori che l’assicurato, in virtù delle sue condizioni fisiche, dell’età, delle conoscenze culturale e professionali, poteva svolgere. In altre parole, non possono essere assunte a parametri per la concessione della pensione di reversibilità agli invalidi, le tabelle previste per il riconoscimento dell’invalidità civile.

Tali tabelle, infatti, servono per accertare la riduzione della capacità lavorativa generica; per la pensione ai superstiti, invece, bisogna accertare la diminuzione della capacità di lavoro in mansioni appropriate alle attitudini specifiche del lavoratore. Di conseguenza, non è possibile dare per scontato il diritto alla reversibilità se si è titolari di pensione di inabilità, senza sottoporre l’assicurato ad un accertamento sanitario, da eseguire con criteri differenti rispetto a quelli utilizzati per il riconoscimento dell’invalidità civile.

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La valutazione del presupposto sanitario

Bisogna, inoltre, considerare che l’invalido civile al 100% può svolgere un’attività lavorativa confacente alle proprie condizioni di salute; per la pensione ai superstiti, al contrario, lo svolgimento di un lavoro fa presumere che il soggetto non sia totalmente inabile. Di conseguenza, la domanda sarà rigettata.

La giurisprudenza di legittimità è, più volte, intervenuta per chiarire in che modo deve essere valutata l’inidoneità a ricevere la pensione di reversibilità da parte di un soggetto invalido. I giudici hanno sottolineato l’importanza di utilizzare un criterio di giudizio concreto. Esso, dunque, deve tener conto delle ipotetiche energie lavorative residuali, in relazione al tipo di infermità e alle generali capacità del soggetto.

L’intento, infatti, è quello di “verificare, anche nel caso del mancato raggiungimento di una riduzione del 100% della astratta capacità di lavoro, la permanenza di una capacità dello stesso di svolgere attività idonee nel quadro dell’art. 36 Cost. e tali da procurare una fonte di guadagno non simbolico”. Questo è quanto emerge dalla sentenza della Cassazione n. 26181 del 2016. La valutazione, infine, deve riguardare esclusivamente la disabilità fisica o mentale posseduta, e non anche le circostanze estranee alle condizioni di salute (come, ad esempio, le situazioni occupazionali).

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.

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